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12 www.italoamericano.com L'Italo-Americano GIOVEDÌ 12 DICEMBRE 2013 Ambientata nel borgo di Santo Stefano di Sessanio, la docufiction 'Nolite Timere' su Papa Celestino V del giovane regista pugliese Tandoi gOFFREDO pALMERINI Giuseppe Tandoi, giovane regista di talento formatosi all'Accademia dell'Immagine dell'Aquila, la scuola di alta formazione fondata da Gabriele Lucci, affronta una nuova avventura cinematografica. Al centro delle riprese, Pietro del Morrone poi diventato papa Celestino V, incoronato nella basilica di Collemaggio il 29 agosto 1294. Fu il papa che istituì il primo giubileo, la Perdonanza, il papa che appena cinque mesi dopo la sua elezione rinunciò al pontificato con un gesto di profetico significato per la cristianità del suo tempo. Il papa tornato umile monaco, segregato da Bonifacio VIII nel castello di Fumone, morto nel 1296 e canonizzato da Clemente V ad Avignone il 5 maggio 1313, esattamente sette secoli fa. Pugliese, 31 anni, Giuseppe Tandoi ha scelto di vivere all'Aquila anche dopo il terremoto del 6 aprile 2009, una città che davvero ama molto. Proprio nel 2009 vi ha fondato la Esprit Film. La società di produzione cinematografica aquilana, dopo il successo del lungometraggio "La città invisibile", film commedia di speranza girato nell'Aquila del post terremoto, uscito nei cinema nel 2010 e vincitore al "Mirabile Dictu" International Catholic Film Festival. Tandoi si è cimentato in una nuova importante produzione legata all'Abruzzo: la docufiction "Nolite Timere" (Non abbiate paura, traducendo dal latino) incentrata sulla figura di San Pietro Celestino V e sul suo straordinario insegnamento spirituale. Le riprese della frazione fiction del documentario si sono svolte a Santo Stefano di Sessanio, lo splendido borgo alle falde del Gran Sasso d'Italia diventato albergo diffuso per iniziativa dell'architetto italo svedese Daniele Kihlgren, un paese che nel Cinquecento divenne proprietà dei Medici di Firenze per via della produzione della lana. Con una sceneggiatura firmata da Eulalia Caterina Rosati e dallo stesso Giuseppe Tandoi, che ne ha curato la regia, la docufiction in alta definizione ha la fotografia di Francesco Colantoni, la scenografia di Maria Te- resa Padula, i costumi di Cristina Da Rold e Maria Teresa Padula, di Matteo De Simone il Suono in presa diretta. Significativo il cast: con Lino Capolicchio nel ruolo di Pietro del Morrone, e con gli attori Manuele Morgese, Claudio Marchione, Marilia Papaleo, Emanuele Federici, Aldo Spahiu, Antonio Duronio e Stefano Santamaria negli altri ruoli. La Esprit Film, nata e con sede all'Aquila, è profondamente legata al territorio abruzzese e al suo grande patrimonio storico, artistico e spirituale, che intende valorizzare attraverso il cinema, portentoso mezzo capace di contribuire notevolmente alla promozione del territorio e alla sua ricchezza generale. La figura spirituale di Pietro del Morrone, San Pietro Celestino, è molto amata e venerata in Abruzzo e nell'Italia Centrale. Particolarmente all'Aquila, dove il santo è patrono della città insieme a San Massimo, San Equizio e San Bernardino da Sie- neare la grandezza di questo personaggio chiave della Cristianità, attraverso una nuova lettura delle fonti ed una narrazione cinematografica di qualità, capace di trasformare Pietro del Morrone in un personaggio vivo e palpitante, a cui la gente possa ancor di più affezionarsi. Naturalmente, rilanciando l'immagine di San Pietro Celestino, si riesce a rilanciare l'immagine dell'Aquila, dell'Abruzzo e di tutti quei luoghi in Italia e in Europa dove viva e fondamentale è stata la presenza del santo". Con un suggestivo apparato documentario sui luoghi celestiniani, tra i quali spiccano gli eremi abruzzesi sulla Maiella e sul Morrone, situati in contesti ambientali mozzafiato, il film si completa con la parte fiction che intreccia il racconto della figura del monaco Pietro Angelerio con le storie di tre testimoni del processo di canonizzazione, iniziato il 13 maggio 1306 su disposizione di papa Clemente V, conclusosi il 5 maggio 1313 con l'e- Papa Celestino V che 5 mesi dopo l'elezione, rinunciò al soglio pontificio na, la città nella quale riposano le sue spoglie mortali nella Basilica di Collemaggio, dove ogni anno, tra i Vespri del 28 agosto a quelli del 29, si apre la Porta Santa per tenersi l'annuale giubileo aquilano della Perdonanza. E tuttavia ancor oggi è poco conosciuta a livello nazionale e internazionale, anche se un grande interesse s'è acceso su Celestino V nel febbraio scorso, all'indomani della rinuncia alla tiara di papa Benedetto XVI. "L'obiettivo della docufiction afferma il regista - è di sottoli- Santo Stefano di Sessanio dov e è ambientata la docufiction 'Nolite Timere' levazione agli altari di San Pietro Celestino. "Nolite timere" vuole intrecciare l'analisi delle parole riportate dai testimoni del processo con la testimonianza vera e propria fino ad arrivare alla sintesi del messaggio spirituale di Pietro del Morrone. Un messaggio universale di riconciliazione, di perdono e di pace che poi fu proprio del magistero celestiniano con l'istituzione della Perdonanza, il giubileo donato all'Aquila da papa Celestino V con la Bolla del 29 settembre 1294, conservata per secoli dalla Municipalità aquilana nei forzieri della Torre civica. Giuseppe Tandoi è nato nel 1982 a Corato, in provincia di Bari, ma ormai è aquilano d'adozione. Diplomato all'Istituto d'Arte della sua città, sceglie L'Aquila come città universitaria e dal 2001 al 2007 studia e si diploma all'Accademia dell'Immagine, centro d'eccellenza per la formazione di professionisti della settima arte. Nel 2008 frequenta un master a Roma in Gestione d'Impresa Cinematografica ed Audiovisiva. Dal 2001 fino ad oggi si è occupato della regia di numerosi video per concerti e spettacoli dal vivo, oltre alla realizzazione di spot, cortometraggi e documen- Il giov ane regista pugliese Giuseppe Tandoi tari. Tra i suoi lavori più importanti i video per lo spettacolo "La viltà del rifiuto, il coraggio della scelta" in collaborazione con il Conservatorio "Alfredo Casella" dell'Aquila; i video per "Caldo Desio" spettacolo teatrale con il violista Christophe Desjardins e con la voce recitante di Federico Sanguineti; "La maledizione dell'agave", cortometraggio prodotto dall'Accademia dell'Immagine dell'Aquila con la supervisione di Riccardo Milani; "I custodi - L'Inganno", cortometraggio autoprodotto, vincitore di tre premi a livello nazionale (Arnaldincorto, 2006 Brescia, Video Festival Città di Imperia 2007 e la candidatura al David di Donatello 2007); "Punto di Vista 99", concerto scenico realizzato dal Concentus Serafino Aquilano. Infine, nelle scorse settimane, è stato proiettato in anteprima all'Aquila Film Festival il montaggio della docufiction "Giusta" di Giuseppe Tandoi sulla santa martire venuta nel III secolo d.C. da Siponto, l'attuale Manfredonia, per evangelizzare le genti della conca aquilana. Una storia, questa, che nei primi anni del Cristianesimo congiunge la Puglia con l'Abruzzo e con L'Aquila ante litteram, attraverso due dei suoi Castelli che mille anni dopo l'avrebbero fondata: Bazzano, l'antica Offidium, e la terra di Paganica, dove la famiglia sipontina (con Giusta, Felice, Fiorenzo, Umbrasia e Giustino) s'insediò nel 281 d.C. per predicare la buona novella. Ad eccezione di San Giustino, tutti furono martirizzati cinque anni dopo il loro arrivo. Santa Giusta conobbe la palma del martirio a Bazzano, dove ora è venerata protettrice, nel sito sul quale fu edificata la chiesa tra le più preziose testimonianze d'arte romanica in Abruzzo, mentre San Giustino visse fino a morte naturale predicando nel luogo dove tra l'VIII e il XII secolo venne costruita la Basilica romanica a lui dedicata, a Paganica, dove è venerato come Patrono. Documentario sull'Orchestra di Santa Cecilia VALENTINA CALABRESE Tra le sorprese dell'8^ edizione del Festival del cinema di Roma, un bel documentario presentato Fuori Concorso e dedicato a una delle orchestre più blasonate d'Italia e nella top ten delle migliori al mondo: l'orchestra nazionale di Santa Cecilia. Diretto da Angelo Bozzolini è un omaggio alla musica, alla tradizione italiana che ci determina. Non a caso il titolo è "Il Carattere Italiano". L'ispirazione è nata da un'intervista che Antonio Pappano, il direttore musicale dell'orchestra, ha rilasciato al giornale inglese The Observer. In quest'occasione Pappano fa riferimento a Rossini, che con la sua eleganza e il suo modo di fare musica, incarna l'ideale del carattere italiano. Da qui nasce la straordinaria avventura che lo porta a raccontare il dietro le quinte di un concerto. Giorno dopo giorno segue l'orchestra di Santa Cecilia in prova, dal primo incontro con il direttore, all'esecuzione ufficiale. Racconta in immagini il suo- no e mostra l'umanità che si nasconde dietro gli strumenti, regalando agli spettatori la testimonianza di un mondo misterioso e affascinante. Attraverso le interviste, i racconti, si individua una nota comune che definisce il carattere italiano, mostrando l'orchestra come simbolo di unità nazionale.