L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-19-2013

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6 www.italoamericano.com L'Italo-Americano GIOVEDÌ 19 DICEMBRE 2013 Tra futurismo e musica noise: l'arte degli Intonarumori di Luciano Chessa conquista Los Angeles LUCA DELL'AQUILA Ululatori, gorgoglitori e sibillatori hanno invaso il Redcat di Los Angeles il 3 novembre scorso per una serata all'insegna dellla musica futurista rivisitata e orchestrata dal compositore, pianista, direttore e solista di strumenti atipici Luciano Chessa. Protagonisti della serata, gli intonarumori di The Orchestra of Futurist Noise Intoners, leggendari generatori di rumore acustico inventati dal futurista Luigi Russolo cent'anni fa. Questi strumenti erano dei parallelepipedi di legno con altoparlante. Il suonatore schiacciava bottoni e leve per mettere in funzione le lastre di metallo, gli ingranaggi e le corde metalliche che venivano fatte vibrare all'interno. Secondo il rumore prodotto, gli strumenti erano classificati per famiglie (crepitatori, gorgogliatori, rombatori, ronzatori, scoppiatori, sibilatori, stropicciatori e ululatori), ciascuna delle quali comprendeva a sua volta vari registri (soprano, contralto, tenore e basso). In occasione del concerto, L'Italo-Americano ha incontrato il performer sardo che ci ha parlato del suo rapporto con questi insoliti strumenti e della sua ricerca sonora. Come hai scoperto gli Intonarumori? Sapevo degli intonarumori e del lavoro di Russolo fin da bambino, tramite una delle collane Mondadori uscite negli anni '80 dedicate ai maestri della musica. Curiosamente, siccome non sapevano come collocare Russolo nei primi del '900, nel contesto Stravinski, Prokofiev, Debussy, il compositore futurista era finito nella sezione finale, chiamata "Le nuove frontiere", come anticipatore delle nuove tendenze della musica contemporanea del secondo dopo guerra, soprattutto quelle legate alla sperimentazione sintetica del suono. Nel saggio compariva anche la riproduzione di un frammento musicale di Russolo, Risveglio di tagramma per parte. Era indicato come erano posizionati e qual era il registro di ogni strumento. Questa partitura è stata per me il modello per ricostruire l'intonarumori e l'orchestra stessa. Ci sono stati in passato altri tentativi di ricostruzione, ma sempre par- potesse aver derivato alcuni principi costruttivi da questi progetti. Come sei arrivato a ricostruire questa famiglia di intonarumori? Mi è stato offerto di fare la ricostruzione degli strumenti nel ziali o solo degli intonarumori più facili da riprodurre. È stato un lavoro difficile perché molte informazioni riguardo l'interno di questi strumenti sono scomparse. Ho curato questa ricostruzione dopo una decina d'anni che lavoravo sul compositore all'Università di Berkeley. La mia tesi di dottorato sull'estetica di Russolo, Luigi Russolo, Futurist. Noise, Visual Arts and the Occult è stata anche pubblicata l'anno scorso dalla University of California Press. Nel tuo libro ipotizzi che Russolo si fosse ispirato alle macchine musicali di Leonardo... Sì, ho scritto un centinaio di pagine in cui documento tutti i momenti in cui Russolo e altri futuristi come Marinetti hanno fatto riferimenti al lavoro di Da Vinci. Le relazioni tra Leonardo e Russolo inziarono quando il futurista era ancora un ragazzino alla scoperta della pittura. A Milano venne coinvolto in un gruppo che stava facendo il restauro del Cenacolo leonardesco sotto la direzione di Luigi Cavenaghi. Negli scritti e nelle lettere di Russolo, ci sono dei riferimenti continui all'opera di Leonardo e ai suoi manoscritti che contenevano, tra le altre cose, progetti per strumenti musicali. Molti dei manoscritti erano disponibili in facsimile o erano stati pubblicati in libri piuttosto diffusi all'epoca. Alcuni erano custoditi proprio al Castello Sforzesco. Dando un'occhiata a questi testi ho scoperto che Leonardo aveva costruito una serie di intonarumori ante-litteram. La mia ipotesi è partita da lì, dall'idea che 2008 da Performa, la biennale delle arti performative di New York. La direttrice Rosalie Goldberg aveva deciso di colorare la biennale del 2009 di vari eventi legati al futurismo e ha pensato di ricostruire gli intonarumori. Dopo le mie ricerche, avevo ben chiare le intenzioni di Russolo: il compositore cercava un nuovo suono orchestrale e non una serie di strumenti bizzarri. Voleva rimpiazzare l'orchestra tradizionale con una Luciano Chessa mentre sta dirigendo una città, le uniche sette battute sopravvissute delle sue opere. Le aveva pubblicate come esempio musicale all'interno del volume L'arte dei rumori del 1916 per spiegare il suo particolare sistema di notazione, considerato il primo esempio di notazione grafica (a linee) del secolo scorso. Che cosa era indicato in questa partitura? Risveglio di una città era una vera e propria partitura orchestrale scritta per un gruppo di sedici intonarumori, con un pen- commercializzazioni? Gli intonarumori per me sono un'orchestra, così la pensava anche Russolo. È chiaro che nei concerti non tutti i brani utilizzano le intere risorse dell'orchestra, ma mi sembra improbabile pensare al marketing di un singolo strumento e di farlo finire nei negozi. Potrebbe nuocere molto al progetto stesso in quanto non darebbe l'idea del lavoro di Russolo. Dubito inoltre che ci sia un pubblico interessato a comprarli. Ho visto che in rete ci sono delle persone che se lo costruiscono da sé, lo schema non è segreto, le immagini sono disponibili anche nel mio libro. Come nasce il disco di The Orchestra of Futurist Noise Intoners e quali sono i progetti per il futuro? Tutti i brani del doppio album in vinile sono stati scritti appositamente per la mia riscostruzione e sono commissioni di Performa del 2009. Mi sono avvalso della collaborazione di musicisti e compositori sperimentali del calibro di Blixa Bargeld (Einstürzende Neubauten, Nick Cave), Mike Patton (Faith No More, Mr. Bungle) e Pauline Oliveros (Deep Listening) che hanno scritto e suonato alcuni brani. Per quanto riguarda il futuro dell'operazione stessa, l'idea è di continuare a commissionare brani, vorrei avere un repertorio che non sia esclusivamente classico-contemporaneo. Per questo, mi sto rivolgendo a compositori di diverso tipo, provenienti anche dalla scena indie. Ho intenzione inoltre di scrivere un pezzo per intonarumori e gruppo a tenore, un tipo di vocalità della Sardegna. Mi interesse- Il tenore Timur Bekbosunov con The Orchestra of Futurist Noise Intoners diretta da Luciano Chessa al Redcat di Los Angeles nuova orchestra. Di conseguenza, per la ricostruzione, ho pensato di seguire una direzione che si avvicinasse il più possibile all'idea originale: volevo ricostruire l'orchestra in grado di suonare quelle due pagine di musica. Non mi sono basato solo sulla partitura, ma anche sul brevetto contenente un'immagine generale dello strumento, sull'unica foto dell'interno esistente, su quelle degli esterni, sugli scambi di lettere, le recensioni dei giornali e le testimonianze dei pochi compositori che hanno avuto la possibilità di vedere gli strumenti. Riesci a immaginare possibili rebbe sperimentare diverse direzioni, in particolare studiare l'uso degli intonarumori assieme alle voci. Ho già scritto dei pezzi per tenore e baritono. Immagini, come Russolo, che il rumore rimpiazzerà la musica melodica? Nel 1913 le "battaglie" musicali erano diverse. Adesso non mi sembra che abbia più tanto senso pensare in maniera così manichea, rumore versus melodia. È molto più interessante giocare di contrasto, utilizzare entrambi e vedere che cosa succede. D'altra parte se la "guerra è finita" è inutile restare dietro le barricate.

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