L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-19-2013

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 19 DICEMBRE 2013 Fregi sparsi Umanità primitiva Fregio con decorazione floreale e teste umane. Questa terracotta policroma è stata ritrovata in uno scavo a Cerveteri e risulta risalire al IV secolo avanti Cristo. Oggi è esposta nelle sale etrusche dei Musei Vaticani di Roma. Il fregio si compone attualmente di quattro lastre architettoniche con decorazione floreale e teste umane a rilievo. Un fregio di girali sorgenti (motivo decorativo costituito da elementi vegetali ritorti) da fiori d'acanto incornicia teste maschili (forse ritraggono Dioniso) e femminili (secondo le interpretazioni potrebbero rappresentare Arianna o le Menadi). Le lastre, non combacianti, erano applicate alla travatura di un edificio templare. Un recente restauro ha dimostrato come le lastre siano frutto di una ricomposizione ottocentesca realizzata con frammenti pertinenti a un numero di lastre in realtà superiore, ma non precisabile. Portale del Duomo di Modena. La scultura italiana ha la sua prima prestigiosa manifestazione nell'opera di Wiligelmo il quale tra il 1099 e il 1106 scolpiva gli stipiti del portale maggiore del Duomo di Modena. II linguaggio è originale e di altissimo livello artistico: nella Storia della Genesi le composizioni si svolgono lente, le figure essenziali e massicce sono scolpite con una forza che conferisce all'azione un'evidenza assoluta e corporea. Nella severità del racconto, spoglio di ogni particolare decorativo, questa umanità primitiva si carica del senso drammatico di un destino ineluttabile di pena. Come in un "mistero" (la sacra rappresentazione medievale), Wiligelmo espone i fatti narrati con una sceneggiatura sommaria, concentrando l'attenzione degli spettatori sui personaggi fondamentali, curandone l'espressione e la gestualità. Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com Repertorio fiabesco Il Soffitto dei Semidei. Opera di Pinturicchio, databile al 1490 e conservata nel salone dell'ala destra del palazzo dei Penitenzieri a Roma. Si tratta di 63 lacunari ottagonali lignei dorati e decorati con figure allegoriche e mitologiche dipinte su un finto sfondo di mosaici d'oro. Il repertorio è un fiabesco insieme di creature mitologiche e fantastiche, tratte dai bestiari e dai libri monstruorum medievali, tra cui compaiono creature ibride come sfingi, tritoni, satiri, sirene, centauri, che compongono l'insieme del "semidei". Le rappresentazioni profane, adombrano significati filosofici e morali e vennero quasi certamente dettati dagli ambienti umanistici. Tra le rappresentazioni vi è una allegoria della Fortuna come donna nuda che va per mare a cavallo di un delfino, anzichè sulla solita barchetta. www.italoamericano.com Scenografica teatralità Refettorio dei cappuccini. Dipinto databile agli anni 171925, mostra il raggiungimento della maturità espressiva del linguaggio artistico di Alessandro Magnasco: scioltezza straordinaria della pennellata, intavolazione cromatica tutta basata sulle varie tonalità del marrone e del grigio, ravvivata da pochi tocchi di giallo, di rosso, di blu e di bianco nelle vesti delle figure, rifiuto di ogni definizione disegnativa e drammatica frammentazione delle forme, erose dall'ombra, infine struttura compositiva di scenografica teatralità. Il tratto a matita rossa, lumeggiato da pennellate di biacca, delinea con immediatezza le figure di frati (ma anche viandanti, boscaioli, lavandaie, soldati, eremiti), che l'artista inseriva nei paesaggi: un vero e proprio dizionario di "macchiette" sempre pronte per la sua sua specializzazione di "figurista" 9 Grazia femminile La canzone. Olio su tela del 1929 di Paola Consolo. Ciò che decisamente colpisce è la delicatezza armonica che equilibra colore e disegno, creando una sorta di limbo in cui vive la figura. Nel 1926 aveva fatto un viaggio a Tunisi, di cui aveva subito il fascino dei caldi colori delle terre esotiche, che trasferì nelle sue tele. Nelle opere di figura si percepisce un disegno ricercatamente antico. Nelle ultime opere del 1932 si nota un certo abbassamento dei toni, che diventano più cupi e tolgono colore e candore alla composizione, come se un bisogno di ricerca introspettiva venisse esternato da un uso più cauto del colore e da una sintesi disegnativa. Riuscì a far emergere doti di sensibilità cromatica arricchìta di grazia femminile e la solida costruzione dell'impianto figurativo.

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