L'Italo-Americano

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 2 GENNAIO 2014 www.italoamericano.com Eeeetciu! SUSANNA SqUELLERIO MICHELE DE ROBERTIS (ILLUSTRAZIONI) Etciù! Etciù! Etciù! Qualcosa stava per accadere. Il raffreddore!! Sì, io starnutisco solo due volte e se starnutisco tre volte, il raffreddore è alle porte. Mi strofinai il naso e mi guardai allo specchio. Gli occhi erano rossi come fossero due semafori ed il naso era diventato un nasotto patatoso per nulla slanciato. Mi preparai una tisana con zenzero, limone e miele. Un toccasana! Sorseggiai avidamente e mi sdraiai sul divano in attesa che la tisana mi togliesse quel fastidioso pizzicore al naso. Etciù! Etciù! Etciù! Pensai che il sole, che inondava la stanza, potesse essere la causa del mio naso irritato ed ora, completamente chiuso, così mi alzai per abbassare le veneziane. Lo sguardo mi cadde sul vaso piccolo di lamponi. Il raccolto proseguiva a gran ritmo ogni giorno. Osservai che piccolissime reti erano state stese per permettere ai frutti dorati di asciugare. Sarebbero poi stati messi in piccoli contenitori ed altri sarebbero stati ammucchiati, ma mantenuti aereati per conservarli per l'inverno. "Un gruppetto di piccolini trasportav a, dentro un piccolo guscio di lumaca, acqua fresca per i raccoglitori" La prima parte della favola è stata pubblicata il 21 novembre 2013 rano difesi schierandosi, come sempre, al richiamo-mugugnio del Capo Kemiso. Tutti quanti, vigili del fuoco, maestrina, cuoco, raccoglitori esperti e non, ortobotanici, bibliotecario, addetti alle conserve, papà e mamme, tutti quanti sederini in sù, pronti per la difesa. Vidi i piccoli ippopotami v erdi salire e scendere i tronchi delle pianticelle" Vidi i piccoli ippopotami verdi salire e scendere i tronchi delle pianticelle, di buona lena...Su e giù, poi affrettarsi veramente, piano piano scaricare gli acini in un contenitore di foglie intrecciate e da lì, trasportarli sulle reti. Decisi di uscire sul terrazzo per vedere da vicino. Mi pareva di stare un pochino meglio, forse la tisana aveva sortito il suo effetto. Mi sedetti davanti al vaso piccolo e notai che gli ippopotami guardarono dapprima con sospetto poi, amichevolmente. Spesso, sul mio terrazzo, svolazzano gabbiani e gabbiane. Sono accigliati e sempre in cerca di cibo. Quei lamponi sono un boccone ghiotto e li avevano allettati più di una volta! Gli ippopotamini, allora, si e- I gabbiani allora capirono il terribile pericolo e desistettero. La cittadella si era gremita di piccoli ippopotami trasferiti da altri balconi e da altre terrazze. Pensai che questo significava che, fra le mie piante, ci si trova bene. Sorrisi all'idea. "Beh...che c'è da ridere?" Una vocina urlò. Proprio lì, seduto su di uno scranno di aghetti di rosmarino, impettito vidi Kemiso il Capo della piccola tribù che per primo aveva occupato le mie piantine. Il suo colore era davvero bello. Un bel verde smeraldo brillante.. solo per i capi tribù! "Nulla! - dissi - signor…hemmm..caro..hemm..Capo Kemiso! Osservavo che la vita prosegue a ritmi pieni e che il raccolto è un buon raccolto. Siete diven- tati un bel gruppetto!!" "Sì, è vero. Alcune famigliole sono arrivate due settimane fa dal terrazzo a Sud Est. Avevano fame. Le loro piantine soffrivano la sete ed i frutti si erano avvizziti. Avevano poche speranze per l'inverno, così decisi di invitarli. Stiamo costruendo nuove casette e anche una bella piscina olimpionica per il nostro tuffo bigiornaliero. Abbiamo dovuto abbassare le tariffe. Per loro due acini sarebbero stati troppo così ora, costa solo un acinino alla settimana. Certo è che sono molto volenterosi! Pensi che i loro tecnici idraulici hanno costruito un acquedotto che fornisce l'acqua alla piscina in sole 14 ore!! I Consiglieri Grandi Amministrativi hanno dato loro un premio! Per l'inverno potranno avere 28 interi frutti tutti per loro!!". Si girò per osservare, tronfio di orgoglio, un gruppetto di piccolini che trasportava, dentro un piccolo guscio di lumaca, acqua fresca per i raccoglitori. Erano tutti indaffarati, ciascuno con il proprio lavoro da compiere, senza sosta e senza preoccuparsi della fatica. Mentre mi gongolavo compiaciuta posai lo sguardo su di un rametto della pianticella più alta. I fiori bianchi stavano per perdere i loro petali ed un gruppo di 15 o 20 frutti faceva già capolino. Ma qualcosa stava accadendo….Il ramo si stava spezzando per il peso dei suoi fiori ed un suono secco mi spinse ad allungare la mano per evitare che si schiantasse al suolo. Raggiunsi solo parte del gruppo pesante e, fortunatamente, solo pochi fiori e frutti acerbi caddero in basso. Sotto, quel gruppetto di piccolini, quelli con l'acqua, stava passando. Vidi un frutto grande, verde e pesante abbattersi su Serita, figlia di Esauro il fratello di Corella, la moglie di Kemiso. Il silenzio totale, e poi vidi tre o quattro adulti precipitarsi. La piccola Serita se ne stava accasciata al suolo con il musetto nascosto sotto una zampetta. Era tutta coperta da quel che era stato il frutto ed aveva una gambina insanguinata. Serita, Serita!! Nulla. Serita, Serita!! Finalmente un lamento flebile sollevò gli animi. Ai, ai, aiiiiii!! Mamma, mamma dove sei? Mi fa tanto male la gambina…Beseta corse vicino alla sua piccolina. "Qui vicino a te!". Disse: "Sono qui, non ti preccupare, ora sistemiamo tutto!" Si voltò verso Kemiso che osservava preoccupato. Beseta aveva gli occhi pieni di lacrime ed il volto contratto. "Chiamate il dottore!" Disse. Il medico viveva in un vaso tre terrazzi più a Sud. La piccola Serita avrebbe dovuto aspettare a lungo. Dissi allora a Kemiso che mi sarei preoccupata di cercare il dottore se qualcuno fosse venuto con me. Diedi un pochino di ghiaccio per alleviare il dolore alla piccola infortunata e mi pre-parai per raggiungere il terrazzo a Sud. Capo Kemiso mise la collana di fiori dorati essicati di lampone, un gioiello di intrecci che era appartenuto a suo padre ed a suo nonno paterno, e mi chiese di salire sul palmo della mano. Così feci. Decisi di accomodare Capo Kemiso nella tasca del mio giac- 13 chino e mi avviai verso il rifugio del dottore. Dovetti scavalcare tre muretti, quattro recinti piccoli, due vasi di rosa canina e mi trovai di fronte ad una bellissima pianta di lamponi dorati tanto belli che avevano riflessi arancioni. Dovetti affrettarmi a togliere Capo Kemiso dalla tasca perchè gli ippopotamini si erano messi, tutti quanti, in posizione di difesa! Capo Kemiso gridò: "Dottor Paleolato!? Dottor Paleolato!?". Un ippopotamino verde foresta, cicciottello, uscì da sotto una foglia e disse: "Capo Kemiso, che accade?" "La piccola Serita… si è ferita, presto venga con noi!" Il Dottor Paleolato prese una borsina e salì sulla mia mano. Adagiai i due nella mia tasca e corsi verso il mio terrazzo. Serita era ancora lì stesa per terra. Ora aveva un piccolo cuscino di piumette di tortorella sotto la testa e la sua mamma le teneva la zampina. "Ai, ai, aiiiii" si lamentava. Il dottore si diresse verso la piccola, osservò la gambina e decise di portarla al riparo. Lì, in una casetta, fresca e profumata lavò la ferita e siccome si accorse che un ossicino della piccola zampa si era rotto, la fasciò con una foglia di agave nana, un vero portento! Le diede un cucchiaio di estratto di succo di lampone marino e la baciò in fronte. "Tutto andrà bene, Tesoro!". La madre ringraziò e pianse anche un pochino. Tutti ci sentimmo molto sollevati e decidemmo di festeggiare non appena Serita si fosse rimessa. Etciù! Etciù! Etciù! Di nuovo. Me ne ero quasi scordata! Decisi che sarebbe stato tempo per me di rincasare e di bere una seconda tisana. Mentre assaporavo la mia delizia, pensai a quanto fossi fortunata e a come fosse stato bello incontrare i miei piccoli ippopotami verdi e a quanto io, oggi, fossi stata utile. Mi addormentai e al risveglio trovai una fogliolina appoggiata al davanzale con 4 lamponi dorati, grandi e succulenti di primissima qualità…un bellissimo regalo!! "Lav ò la ferita e siccome si accorse che un ossicino della piccola zampa si era rotto, la fasciò con una foglia di agav e nana. Un v ero portento!"

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