L'Italo-Americano

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14 www.italoamericano.com L'Italo-Americano GIOVEDÌ 9 GENNAIO 2014 Il lungolago lombardo di Dongo Esanatoglia è ancora circondata dalle mura castellane Dongo, comune lombardo di 3.471 abitanti della provincia di Como. È un importante centro turistico e industriale, adagiato nella piana originata dalla foce del torrente Albano con vista sul Monte Legnone e sulla Grigna settentrionale. È un grosso, antico, attivo paese che si affaccia sulla baia, frequentato centro turistico e testimonianza di un passato ricco d'eventi storici. Una delle sue più antiche tradizioni è la lavorazione del ferro estratto dalle miniere della valle Dongana. Questa è ancora viva, benché lo sfruttamento delle miniere sia cessato fin dal tardo 800, nella Società Acciaierie e Ferrerie lombarde Falk, cui spetta un ruolo importante nell'economia del territorio. D'origine romana, in epoca comunale fu borgo cinto da mura di cui rimane un piccolissimo avanzo con porta ad arco. È noto perchè lì venne catturato dai partigiani Benito Mussolini il 27 aprile 1945 in fuga da Mi-lano verso la Valtellina; fu poi ucciso nella frazione di Giulino nel comune di Tremezzina (oggi Mezzegra), il giorno seguente. Il 28 aprile furono fucilati i gerarchi fascisti mentre tentavano la fuga con Mussolini verso la Svizzera. Dice la gente del posto che, dopo la fucilazione dei gerarchi fascisti, il lungolago di Dongo ad ogni ricorrenza del 25 aprile era teatro di risse tra i partigiani che festeggiavano la Liberazione e i nostalgici del periodo fascista che volevano ricordare i loro caduti. Questi ultimi, per la ricorrenza, arrivavano anche da lontano per depositare fiori e corone dove erano stati fucilati i gerarchi, cosa che era poco gradita ai partigiani. Gli scontri sono proseguiti fino a quando, sul luogo della fucilazione, fu costruito un vespasiano. Davanti ad un simile manufatto divenne inutile ogni celebrazione. Anche se oggi il vespasiano non c'è più e al suo posto c'è una fontanella, da tempo non si celebra più alcuna ricorrenza. Da visitare c'è Palazzo Manzi, costruito nel 1824 su progetto di Pietro Gilardoni, allievo del Pollak e costituisce uno degli esempi più espressivi dell'età napoleonica del Lario. Esanatoglia, comune marchigiano di 2194 abitanti della provincia di Macerata. Paese collinare a 450 metri sul livello del mare, nell'entroterra, è circondato da Matelica, Fiuminata, e Fabriano. Si trova nella vallata situata tra Monte Gemmo e Monte Corsegno. Nella parte più alta di Esanatoglia nasce il fiume Esino, precisamente dal Monte Cafaggio. Secondo la leggenda, Esus, il Dio celtico della guerra, sarebbe all'origine del nome del fiume Esino, sulle cui rive si suppone che sorgesse una comunità in epoca romana, chiamata Aesa. Sono stati ritrovati come rinvenimenti di superficie evidenze di attività umane risalenti al Paleolitico in località Monte Sant'Angelo, al Neolitico in località Piani di Calisti e all'Eneolitico in località Crocifisso-Case Popolari. L'attuale nome di Esanatoglia nacque nel 1862, dalla combinazione tra Aesa e Anatolia, rimpiazzando così il nome del castrum medioevale Santa Anatolia, derivante dalla martire del III secolo d.C. Il primo documento noto su Santa Anatolia risale al 1015, a proposito della fondazione del monastero di Sant'Angelo infra hostia da parte del conte Atto e sua moglie Berta. Il monastero divenne il più importante insediamento religioso della zona. La città fu governata dai Malcavalca fino al 1211, anno in cui subentrarono gli Ottoni di Matelica. Tre anni dopo, e per tre secoli, la potente famiglia da Varano di Camerino governò sulla città. Sotto i Varano la città di Santa Anatolia mantenne una certa autonomia: la prima collezione di norme statutarie data 1324. La cittadella rimase immune da guerre e saccheggi per molto tempo. Solo nel 1443 fu conquistata da Francesco I Sforza, aiutato dai matelicesi: il monastero di Sant'Angelo - con la sua famosa biblioteca - non fu salvato dalla devastazione. Nel 1502 il castrum divenne parte dello Stato della Chiesa. Racchiuso ancora oggi dalle mura castellane lambite dal fiume Esino, il borgo si dispone come una passerella che introduce all'asse viario principale, innestato di vie secondarie che portano ai rioni, ognuno con la propria piccola piazza. Vista dall'alto, sembra vegliata da sette campanili. Il centro pedemontano di Falciano del Massico Falciano del Massico, comune campano di 3.751 abitanti della provincia di Caserta. Il centro abitato sorge su una zona pedemontana, alle cui spalle si erge il Monte Massico. Nella pianura c'è il lago di Falciano, già noto come lago di Carinola. La presenza umana nel territorio risale al Paleolitico medio (75.000-35.000 anni fa). L'area fu poi abitata dagli Ausoni-Aurunci, sino alla conquista romana avvenuta nel IV secolo a.C. La romanizzazione si accompagnò alla realizzazione della via Appia e della viabilità minore, a carattere locale, della quale restano ampie tracce. Diverse furono le villae edificate sulle colline prospicienti l'attuale centro abitato. Per lo più si trattava dei nuclei attorno ai quali si organizzavano le attività agricole di un territorio fertile, che in età antica era noto principalmente per la produzione del vino Falerno, decantato da Virgilio, Orazio, Catullo, Cicerone e Marziale, ed esportato in tutto il Mediterraneo. Le prime attestazioni risalgono al IX secolo e solo nel XVII si stabilizzò la forma Falciano, sebbene Fauciano sia usato siano ad oggi nel dialetto locale. Il catasto onciario del 1753 attesta la vocazione agricola del territorio, dato che la metà dei 120 fuochi censiti a Falciano vedeva il capofamiglia registrato come "bracciale". La tipica tipologia edilizia prevedeva abitazioni a piano terra con un cortile interno. A partire dal XVII secolo nell'agro di Falciano iniziarono a trovare diffusione le masserie, grandi edifici rurali sostanzialmente autosufficienti, sorti a volte su ruderi di età romana. Nell'alto Medioevo si segnala la grangia benedettina, di cui si ha notizia nell'875, di S. Maria in Fauciano e il Monastero di S. Laro di cui sono visibili i resti. Particolare importanza riveste il monastero di Martino, santo vissuto alla fine del VI secolo sulla cui tomba ben presto nacque un monastero, poi benedettino. Nella grotta che ospitò l'eremita sono presenti diversi cicli pittorici con affreschi che vanno dal IX secolo fino a tutto il periodo barocco. Nel 1964, al termine di un lungo iter burocratico, Falciano ottenne l'autonomia comunale. Non solo religione: l'Angelo nella storia dell'umanità Ripercorrere la storia culturale degli Angeli è ripercorrere in parallelo la storia dell'umanità o quanto meno della nostra civiltà. La sua figura ha attraversato la cultura dell'uomo, il pensiero religioso e filosofico, ha dato vita a forme sublimi di espressione poetica ed artistica. "L'Angelo di Dio", progetto editoriale della Fondazione Archivio Storico, attraversa millenni di storia e racconta degli Angeli nelle civiltà e nelle religioni, dai Sumeri agli Assiri Babilonesi, da Zoroastro all'evoluzione nella religione giudaica, dai primi Angeli della Bibbia al Vecchio e Nuovo Testamento e all'Islam. In un percorso storico e culturale completo, il volume è esaustivo riepilogo della presenza degli angeli nella storia antica e contemporanea, nell'arte, nel cinema, nella poesia, nelle fiabe e nella musica. Il più prezioso e completo volume sugli Angeli mai realizzato, arricchito da immagini di capolavori del Sansovino e del Pomarancio, di Melozzo e Signorelli, è stato presentato a Roma. L'imponente e monumentale opera, in tiratura limitata a 248 esemplari, è stampata su carta artigianale pregiata e impressa al torchio piano litografico, arricchita da tavole a colori ad altissima definizione realizzate con ritocchi manuali in oro puro e incisioni antiche, è realizzata a mano e sulla copertina, in pelle bianca conciata a mano, è posato un altorilievo in argento ad alto spessore realizzato in esclusiva dal maestro Elvio Marchionni. La Fondazione Archivio Storico mette a disposizione delle Istituzioni che ne faranno richiesta 5 volumi per rendere fruibile alla comunità il volume d'arte di elevato pregio storico e artistico.

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