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GIOVEDÌ 30 GENNAIO 2014 www.italoamericano.com L'Italo-Americano LITE SULLO SBARCO Lo Sbarco è mio. NO è anche MIO! La Vignetta della Settimana di Renzo Badolisani Può una disputa storica - sia pure nell'Italia dei campanili - nascere a distanza di settant'anni? Eccome, se può. Il motivo del contendere? Dove avvenne esattamente lo sbarco delle truppe alleate, il 22 gen- naio del 1944, che quattro mesi dopo originò la liberazione di Roma. Uno sbarco che, per settant'anni, è stato definito di 'Anzio', ma che adesso la vicina Nettuno contesta. In modo plateale se è vero che - la scorsa settimana - nell'ambito dei festeggiamenti per la ricorrenza che ha richiamato sulle coste del litorale laziale ambasciatori, reduci, appartenenti alle forze armate - le due città, Anzio e Nettuno, appun- to, hanno deciso di organizzare separatamente gli eventi, partecipan- do reciprocamente solo a poche cerimonie ufficiali. Cosa contesta Nettuno? Il fatto che lo sbarco alleato - in cui gli americani della Quinta Armata persero circa trentamila uomini tra morti, feriti e dispersi, gli inglesi dodicimila soldati, i tedeschi addi- rittura più del doppio - sia sempre stato definito di Anzio. Tralasciando - come sostiene l'amministrazione comunale di Nettuno - che migliaia di soldati, in quella chiara alba di settanta anni fa, misero piede proprio sulla spiaggia del paese, confinante con Anzio. Una controversia che chiama in causa storici e appassionati della zona. Una contestazione, peraltro, si impone: l'operazione 'Shingle' , voluta da Winston Churchill, guidata dal generale americano Lucas, portò ben 374 navi alleate a sbarcare sulle coste laziali migliaia di soldati. Il tratto contraddistinto dallo sbarco era compreso tra Torri Caldara e San Lorenzo, a nord di Anzio, e Nettuno e Torre Astura. Impossibile pensare, d'altronde, che una impressionante mole di sol- dati potesse sbarcare esclusivamente ad Anzio, l'unico paese del lito- rale (allora) dotato di un porto. Le rivendicazioni di Nettuno hanno reso effervescenti i rapporti tra le due amministrazioni comunali, divise da pochi chilometri, da maggio a settembre prese d'assalto dai vacanzieri romani che, da queste parti, possiedono ville e apparta- menti. Lo sbarco è avvenuto ad Anzio, ha tuonato il sindaco. Corroborando la tesi (mai messa in discussione, peraltro, nel corso di settanta anni) col fatto che due films di Hollywood siano stati proiet- tati con il titolo, appunto, di 'Anzio' e che anche una nave da guerra americana sia stata chiamata così. Senza contare - aggiungono dalla sede del comune - che proprio Anzio ospita da vent'anni (è stato inaugurato proprio in occasione del cinquantenario, nel 1994, dello sbarco) un visitatissimo Museo storico che contiene, tra l'altro, oltre a reperti che provengono direttamente dai fondali, armi, uniformi, piani della battaglia, decorazioni, foto di veterani, oggetti. Insomma apparirebbe complicato, oggi, dopo un così consistente arco tempora- le, riscrivere la storia, affermando che lo sbarco di Anzio è invece di Anzio&Nettuno. Eppure la diatriba è sorta, con gli abitanti dei due centri marini che hanno alimentato una rivalità peraltro mai sopita, anche su altri versanti. Il sindaco di Nettuno propugna una rivisita- zione di quei giorni. Il primo cittadino di Anzio difende invece ciò che la storia, sin qui, ha tramandato. In mezzo alla contesa, peraltro, un dubbio che mai alcun storico ha chiarito: perché le truppe alleate impiegarono oltre quattro mesi per raggiungere Roma, distante appe- na cinquanta chilometri? 3 Papa Francesco benedice il mondo digitale 'Internet è un dono di Dio. I media avvicinano' "Non abbiate timore di farvi cittadini dell'ambiente digitale" ha esortato il Papa. "È importan- te l'attenzione e la presenza della Chiesa nel mondo della comuni- cazione, per dialogare con l'uo- mo d'oggi e portarlo all'incontro con Cristo". In tale contesto, la rivoluzione dei media e dell'in- formazione "è una grande e ap- passionante sfida che richiede energie fresche e un'immagina- zione nuova per trasmettere agli altri la bellezza di Dio". Papa Francesco apre all'infor- mazione targata nuovo millennio e lo dice con il messaggio per la giornata delle comunicazioni sociali: "In questo mondo, i me- dia possono aiutare a farci senti- re più prossimi gli uni agli altri; a farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia u- mana che spinge alla solidarietà e all'impegno serio per una vita più dignitosa. Comunicare bene ci aiuta ad essere più vicini e a conoscerci meglio tra di noi, ad essere più uniti. I muri che ci dividono possono essere superati solamente se siamo pronti ad ascoltarci e ad imparare gli uni dagli altri". E ancora: "I media possono aiutarci quando le reti della co- municazione umana hanno rag- giunto sviluppi inauditi. In parti- colare internet può offrire mag- giori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio". Quindi "aprire le porte delle chiese significa aprirle nell'am- biente digitale, sia perchè la gente entri, in qualunque condi- zione di vita essa si trovi, sia perchè il Vangelo possa varcare le soglie del tempio e uscire incontro a tutti" ha detto Papa Francesco nel suo messaggio. Esistono però aspetti proble- matici: "La velocità dell'infor- mazione supera la nostra capa- cità di riflessione e giudizio e non permette un'espressione di sé misurata e corretta. La varietà delle opinioni espresse può esse- re percepita come ricchezza, ma è anche possibile chiudersi in una sfera di informazioni che corrispondono solo alle nostre attese e alle nostre idee, o anche a determinati interessi politici ed economici. L'ambiente comuni- cativo può aiutarci a crescere o, al contrario, a disorientarci. Il desiderio di connessione digitale può finire per isolarci dal nostro prossimo, da chi ci sta più vici- no. Senza dimenticare che chi, per diversi motivi, non ha acces- so ai media sociali, rischia di essere escluso". La pagina di twitter di Papa Francesco Sperimentazione sugli animali: per l'Italia una supermulta europea La Commissione europea ha denunciato l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per mancata attuazione delle dispo- sizioni comunitarie sulla speri- mentazione animale. Il nostro Paese aveva tempo fi- no al 10 novembre 2012 per re- cepire nella normativa nazionale le disposizioni europee della di- rettiva 63 del 2010, ma ad oltre un anno dalla scadenza, l'Italia si è dimostrata inadempiente e così è stato chiesto alla Corte d'im- porre una penale di 150.787 euro al giorno. L'Italia è rimasta l'unica tra i 28 membri dell'Ue a non aver recepito la norma sulla protezio- animali negli esperimenti, in par- ticolare di vertebrati e cefalopo- di, e impone di ricorrere ad alter- native. In realtà, il testo legislativo do- po essere passato dalla Camera, è fermo al Senato e tutto il suo iter è stato finora condizionato dallo scontro tra chi ritiene insufficien- ti le tutele previste per gli ani- mali, gli antivivisezionisti che contestano l'utilità degli esperi- menti su altri animali per farmaci utilizzati su esseri umani, e chi sottolinea la necessità di poter utilizzare le cavie per testare far- maci e altri prodotti potenzial- mente pericolosi per la salute umana. ne degli animali utilizzati a scopi scientifici adottata dopo un iter durato anni. La direttiva è volta a limitare il più possibile l'uso di