L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-30-2014

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 30 GENNAIO 2014 www.italoamericano.com 4 Ponte automobilistico tra l'Italia e gli Stati Uniti: fusione raggiunta tra Fiat e Chrysler In un libro pubblicato nel 1934, Albert Einstein scriveva: "La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è pro- prio la crisi a portare progresso. La creatività nasce dall'angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nascono l'inventiva, le scoperte e le gran- di strategie". (Albert Einstein, Come io vedo il mondo, 1934). La frase scritta da Einstein ot- tant'anni fa non potrebbe essere più vera. E Fiat ne sa qualcosa. Nonostante il nuovo Millennio fosse iniziato con non poche dif- ficoltà, tanto che c'era chi parla- va di crisi profonda e dubitava della sopravvivenza stessa del- l'azienda torinese, nel giro di un decennio, e con una rinnovata amministrazione che si è dimo- strata vincente, Fiat chiude l'ac- cordo con Chrysler, acquisendo come suo successore; e Sergio Marchionne, manager e dirigente d'azienda italiano. La sinergia tra questi tre uomini produce un grande rinnovamento e una profonda trasformazione cultura- le. L'obiettivo è quello del rilan- cio dell'azienda a livello globale e per farlo nel 2009 Fiat firma un accordo con Chrysler Group, con il quale ottiene una quota di mi- noranza del 20%. L'anno prece- dente, durante il quale il Lin- gotto comincia a prendere accor- di con l'azienda americana, era stato particolarmente difficile per Chrysler. La più piccola del-le tre case automobilistiche di Detroit aveva rischiato seriamen- il 100% dell'azienda americana. L'annuncio arriva il 1° gennaio, quando l'amministratore delega- to Sergio Marchionne di-chiara durante un incontro con la stam- pa italiana al Salone di De-troit, che la fusione con Chrysler è vicina. L'accordo con il Veba (Voluntary Employees Benefi- ciary Association, associazione che si occupa dell'assistenza sanitaria degli ex dipendenti di Chrysler) per rilevare il 41,5% di Chrysler, "si dovrebbe chiu-dere in settimana", ha detto Marchionne. Tuttavia non si sbottona troppo l'ad di Fiat, soprattutto consi- derando che in agenda c'è a fine mese un consiglio d'ammini- strazione, durante il quale ver- ranno definiti gli ultimi ritocchi all'accordo, come per esempio il nome della nuova holding e la sede. La storia della casa automobili- stica italiana vive oggi nuovi fasti. La crisi economica che dagli anni Duemila ha travolto un po' tutto il settore dell'auto, non ha certo risparmiato Fiat. La con- correnza sempre più agguerrita e il ristagno nel quale si è impanta- nata l'economia mondiale, hanno avuto effetti di forte crisi sul Lingotto. La morte di Gianni Agnelli prima e del fratello Umberto poi, hanno dato l'im- pulso per un ricambio gene- razionale, facendo salire ai verti- ci dell'azienda tre figure impor- tanti per il rilancio: Luca Cor- dero di Montezemolo, noto diri- gente d'azienda e politico ita- liano; John Elkann, nipote di Gianni Agnelli, scelto dal nonno te di scomparire, causa la terribi- le crisi economica che si era sca- tenata negli Usa. L'ammini-stra- zione Marchionne-Elkann vede l'opportunità di rilancio in que- sta fase di crisi. All'epoca c'era chi non avrebbe scommesso nulla sulle possibilità che questo sodalizio potesse essere fruttife- ro. E fino all'inizio di quest'anno le due aziende hanno sì collabo- rato, ma mantenendo in qualche modo la propria autonomia. Con l'accordo in arrivo e la prossima fusione, la storia di Fiat e Chrysler sarà per sempre legata a doppio filo. La sfida è stata coraggiosa e oggi i risultati sono evidenti. Marchionne ed Elkann, nella let- tera di fine anno ai dipendenti, sottolineano: "Abbiamo preso alcune decisioni coraggiose, che riguardano soprattutto gli stabili- menti italiani e che siamo convin- ti ci ripagheranno nei prossimi anni". L'effetto della fusione tra le due aziende, infatti, si ritiene possa avere conseguenze positive sull'economia di entrambi i Pae- si. Diversi sono gli impianti sui quali si è puntato, come quello di Grugliasco, dove fino a qualche tempo fa gli ingranaggi faticava- no a girare, mentre nel 2013 quel- lo stesso stabilimento ha in-ciso notevolmente sull'aumento del Pil (prodotto interno lordo) pie- montese. Luca Cordero di Montezemolo John Elkann, nipote di Gianni Agnelli che lo scelse come suo successore alla guida dell'azienda, e l'amministratore delegato Sergio Marchionne FEDERICA STERZA Il mercato dell'auto europeo registra un lieve aumento dopo 6 anni di calo A dicembre le vendite di auto- mobili in Europa hanno registra- to un aumento del 13.3%. Un risultato che ha permesso al mer- cato di chiudere il 2013 con una flessione del 1,8%, inferiore ri- spetto a quella degli anni prece- denti. Potrebbe essere un buon segnale ma in realtà, per il sesto anno consecutivo, le immatrico- lazioni sono in calo. Probabilmente la crisi incide più di quanto non si pensi. In totale sono quasi 12 milioni le nuove vetture vendute, mentre prima del 2007 si viaggiava attorno ai 16 milioni. Negli ultimi dodici mesi, in particolare, il gruppo Fiat auto- mobili ha immatricolato 740.641 unità, il 7,3% in meno rispetto a un anno prima, quando furono 798.924 sul mercato europeo (Ue a 27 + Paesi Efta). La quota di mercato è passata da 6.4 punti percentuali a 6. Un risultato che è stato particolarmente penaliz- zato dal mercato italiano. Dif- ficile non rilevare che 100.000 delle 220.000 unità perse dal- l'Europa nel 2013 sono state nel mercato italiano. Difficile anche non considerare che la crisi eco- nomica si riflette soprattutto sul- le tradizionali fasce di età degli acquirenti di nuove auto: cre- scono, infatti, le fasce più mature "over 45" per una più stabile posizione finanziaria e lavorati- va, mentre i giovani (18-29 anni) ed i giovani maturi (30-45 anni) calano significativamente a con- ferma delle maggiori difficoltà nell'affrontare i costi di un'auto e l'accesso al credito. A dicembre il Gruppo Fiat ha venduto 51.894 unità, in progres- so del 2,3% rispetto alle 50.738 di un anno fa. A novembre le vendite del Lingotto erano scese del 5,8%. Comunque qualche segnale po- sitivo si intravede, sia per le rica- dute in borsa della fusione con Chrysler, sia perchè quest'anno si potrebbe delineare una ripresa anche se non dovrebbe purtroppo essere robusta dato il persistere delle difficoltà dell'economia, l'affacciarsi del pericolo di de- flazione e le politiche della zona euro che penalizzano le esigenze dello sviluppo.

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