L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-13-2014

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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO 2014 www.italoamericano.com 12 Carlo Verdone racconta in un documentario il grande Alberto Sordi ma non si sente l'erede: 'Anche i nostri personaggi sono molto diversi' realizzato da Carlo Verdone è un qualcosa di esclusivo perchè la regione Lazio, che l'ha patroci- nato, non ne consente la com- mercializzazione e la diffusione: in pratica può essere visto solo nel corso di manifestazioni orga- nizzate da associazioni. L'evento svoltosi nel capoluogo toscano è stato possibile grazie al locale Nella cornice del teatro Odeon di Firenze si è svolta la visione del documentario dedicato alla vita di Alberto Sordi. Il lavoro Lions club Accademy. Presen- tatore eccezionale Verdone, il noto attore e regista italiano che dopo aver parlato di questa sua opera cinematografica, si è la- sciato intervistare. Per L'Italo Americano gli abbiamo chiesto di parlarci della sua attività. Sono prossimo a presentare la mia ultima fatica cinematografi- ca che va sotto il nome di "Nati sotto una buona stella". Sono abbastanza indaffarato e fra qualche giorno lo sarò ancora di più perchè dovrò intervenire in diverse trasmissioni televisive per promuovere questa pellicola. Ma dove trova gli spunti per i suoi personaggi? Indubbiamente nella vita di tutti giorni, e poi diciamo che io tratto o per lo meno ho la pre- sunzione di voler mettere in evi- denza quelle che sono le emer- genze della società. Nel momen- to che metto in piedi una nuova storia, sempre in maniera diver- tente, la problematica viene fuori e riesce ad essere capita. Non ha mai trattato la politi- ca in chiave ironica, perchè? Diciamo che non ci vedo un grande interesse anche se in qualche film, anni fa, ho propo- sto fantomatici politici che pro- mettevano progetti altrettanto fantomatici pur di guadagnare l'assenso di chi li ascoltava e che poi li avrebbe votati. Qualche ac- cenno l'ho fatto e si può fare, ma non trovo produttivo per nessuno una continua ironia, talvolta con- traddittoria, messa in piedi da alcuni comici che può portare ad una totale confusione di giudizio e niente di più. Io per evitare il tutto preferisco evidenziare, di volta in volta, le emergenze, anzichè ironizzare sui politici o la politica che oggi sembra più un condominio che altro. Molti sostengono che lei sia l'erede di Sordi. Si sente tale? Il primo a diffondere questo messaggio fu proprio il grande Sordi durante una sua partecipa- zione televisiva. Io, dico la verità, non mi ci sento in questa veste, mi vedo completamente diverso. Alberto è stato una grande maschera della commedia italiana e del cinema e tra me e lui c'è una netta differenza nel proporre i vari personaggi. I suoi erano tutti molto cinici, i miei, che per certi versi possono sembrare crudi proprio perchè affronto emergenze sociali, han- no comunque un'anima e, in fondo in fondo, anche del buono. Ovviamente sono affezionato a Sordi, ho avuto l'opportunità di conoscerlo molto bene e quindi di apprezzarlo e ammirarlo. Non per niente ho voluto realizzare un documentario sulla figura di questo grande attore, ma restia- mo comunque due nature diver- se. Lo conosceva dall'infanzia? Allora, ovviamente lui non sapeva della mia esistenza, ma per uno strano gioco del destino abitavamo vicini. Dalla mia fi- nestra vedevo quella della sua camera, la guardavo molto spes- so perchè in casa mia si parlava di lui ed ero incuriosito e come tutti i bambini cercavo di intro- mettermi nella vita di Alberto. Non sapendo come fare gli tira- vo dei sassolini sui vetri. In alcu- ne occasioni mi sono sentito urlare: "Ma la vuoi piantare" - oppure - "Se ti acchiappo te le do". Poi lui negli anni si è trasfe- rito, è andato a stare fuori dal centro di Roma e io l'ho rincon- trato quando ho iniziato a dedi- carmi al cinema e, devo dire, siamo diventati amici. Per ritornare alla sua atti- vità, si sente arrivato? Non mi sono mai sentito ar- rivato e nemmeno un personag- gio. Diciamo che ho avuto la for- tuna di fare quello che mi piace ma niente di più. Mi vedo più come un fan. Ad esempio, quan- do so che in città ci sono miei idoli come gli Zeppelin o Frank Zappa, telefono a qualche testata giornalistica e gli offro la mia disponibilità per un'intervista. Così poi li incontro e chie-do l'autografo e la foto insieme. Così facendo ho tutte le firme delle rock star mondiali. Sono uno che è riuscito a intervistare tutti i familiari di Jimmy Endrix. Sappiamo di questa grande passione per la musica. Perchè non si è dedicato a questo? La passione è un conto e il saper fare il musicista è altra cosa. Io suono alla meglio la bat- teria, strimpello la chitarra, ma non sono un musicista e poi nella vita si può fare bene una cosa, al massimo una e mezzo, e io ho scelto il cinema. lIllY MAGI L'attore e regista Carlo Verdone Alberto Sordi

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