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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO 2014 www.italoamericano.com 14 Tenno comune trentino di 2019 abitanti della provincia di Trento. Dalla preistoria fino alle soglie della nostra epoca il territorio è stato una via di comunicazione di pri- maria importanza. Vivaci furono i contrasti per il posses- so di pascoli e boschi del Monte Englo. È luogo antichis- simo: sono state rinvenute testimonianze dell'età del bronzo, romane e barbariche. Composto da numerose fra- zioni conserva, indifferente al trascorrere del tempo, inse- diamenti e ambienti, centri abitati e singoli edifici che presentano ancora intatta la loro tipologia originaria. Tem in dialetto trentino centrale e Thenn in tedesco, si distin- gue per la sua specificità climatica, che è data dall'incon- tro tra il clima della zona gardesana e quello dell'entroter- ra alpino, per la vista panoramica di rara bellezza e per la continua sorpresa rappresentata dal lago, un autentico spettacolo naturale. L'orografia tormentata della zona di Tenno è segnata dal torrente Magnone che con una profonda incisione della roccia calcarea precipita nella Cascata del Varone con un salto di 87 metri. Incombente dalla sommità di una rupe l'antico castello di Tenno sem- bra sorto in posizione strategica ad osservare l'intero oriz- zonte, a proteggere e difendere tenacemente il suo prezio- so patrimonio ambientale e storico-culturale. La frazione più estesa è quella di Ville del Monte, costituita da quat- tro borghi (Sant'Antonio, Pastoedo, Canale e Calvola) e dal recente abitato di Mattoni, sorto in corrispondenza di un dosso franato che sbarrò il corso del torrente "Rì Sec" (Rio Secco), dando origine al Lago di Tenno. I borghi sono situati sulle pendici del monte Callino e hanno con- servato un aspetto antico. Calvola, in origine abitato in inverno dai pastori che d'estate portavano le bestie verso i pascoli più alti, è stato collegato solo in epoca piuttosto recente con una strada asfaltata; Canale ha ospitato il set di alcuni film ambientati in epoca medioevale e tutte le estati vi si svolge una sagra che rievoca gli antichi mestieri e la vita quotidiana di un borgo antico. Vaglia, comune di 5.073 abitanti della provincia di Firenze. Il territorio risulta abitato da tempi remoti, prima dell'epoca romana. Si ritiene che i primi abitanti siano stati i Ligures Magelli che si sostituirono a una popola- zione originaria ancora più antica. Gli Etruschi si insedia- rono nel territorio in epoca successiva, sotto il potere del Lucumone di Fiesole. Con la caduta degli Etruschi, il ter- ritorio passò sotto la dominazione romana. All'inizio del- l'epoca cristiana si ebbe un certo sviluppo dell'area con la costruzione di centri urbani che ruotavano intorno alle prime pievi, come quella di S. Pietro a Vaglia, segnalata già in un documento del 983 firmato da Ottone II. A par- tire dai primi secoli del nuovo millennio, si formò quella struttura degli insediamenti che, pur nella grande diver- sità, si è mantenuta sino ad oggi. Fino al XIV secolo governato da un vescovo, il territorio passò al Comune di Firenze, finchè nei primi anni del XIX secolo si instaurò nella zona il governo francese. A partire dal XVI secolo le sorti del territorio seguirono quelle delle grandi fami- glie che regnarono a Firenze, inclusi i Medici (sino alla morte di Gian Gastone nel 1737), e le zone limitrofe di Firenze. Con la rinascita del Gran Ducato di Toscana, nella seconda metà del XVIII secolo, Vaglia ebbe un grande sviluppo, in particolare con la costruzione della strada Regia Postale Bolognese che sostituì la vecchia via che si inerpicava sulle falde di Monte Morello attraverso Poggio Starniano. La costruzione della Via Bolognese diede un grande impulso non solo all'edilizia privata e pubblica ma anche all'imprenditoria locale con la calci- naia che fornì il materiale per la costruzione di ponti e muri a retta. In questo periodo, per volontà del Granduca Leopoldo, vennero ricostruite o restaurate molte chiese parrocchiali. I grandi sconvolgimenti politici che mutaro- no il volto dell'Europa, a seguito delle conquiste napoleo- niche, coinvolsero anche Vaglia. Dopo la caduta degli Asburgo-Lorena nel primo decennio dell'800 si costituì la municipalità. Poi Vaglia partecipò alla costituzione dell'Unita d'Italia. Zagarise è un comune calabrese di 1.717 abitanti della provincia di Catanzaro. L'antico borgo si apre nei pressi dei boschi della Sila che si divide in due nuclei: uno a ridosso della torre normanna e l'altro intorno alla chiesa madre. Entrambi sono attraversati da stradine lastricate, vicoli coperti da archi in pietra che collegano i quartieri fra loro, aprendo ad un unico centro abitato con vista sul mare. Il Padre predicatore Giovanni Fiore da Cropani, scrittore del primo '600, nella sua opera "Della Calabria Illustrata", descrive Zagarise così: "In distanza poi di miglia sei dentro una gran valle, ma su un alto colle, miglia dieci discosto dal mare, vedesi Zagarise". Pos- siamo datare la fondazione di Zagarise intorno all'anno 1000, molte furono le dominazioni, a partire dal XII seco- lo, in cui probabilmente fu feudo del normanno Ugo Falloch, per arrivare al XIX secolo quando il territorio passò dalla signoria dei Le Piane a quella dei De Domi- nicis. Riguardo all'etimologia del nome, Gabriele Barrio, scrittore del 1600 scrive: "A sinistra della Silia si trova la città di Zagarise, in un luogo piuttosto elevato, nei pressi dei boschi della Sila; il suo nome significa cosa utile. Nei suoi campi sono prodotti: fichi d'india, reopontico (pianta simile al rabarbaro di origine asiatica) e marmo frigio". Oggi è noto soprattutto per le coltivazioni di ulivo e la produzione di olio. Restando in tema gastronomico, tipi- che del periodo natalizio sono le pittefritte: venivano fatte per devozione alla vigilia di Natale. Non erano altro che dei pezzi di pasta di pane stesi e fritti nell'olio caldo e abbondante, ma dato che si poteva utilizzare l'olio per friggere solo in occasioni speciali, le pittefritte diventava- no delle delizie per i giorni di festa, specialmente se cosparse di formaggio e pomodoro. "A tiana" era un altro piatto prelibato della tradizione popolare fatto di caciof- fule (carciofi), patate e pezzi di carne cosparsi di pan grattato e pecorino. Nei giorni di festa si mangiava quasi sempre la pasta con le polpettine di carne e la carne arro- sto o cotta ara pecurarigna (alla pecoraia). Il Santuario di Monte Senario a Vaglia Tenno sull'omonimo lago (Ph At-Peer) Panoramica di Zagarise Un triplice percorso espositivo e un ciclo di concerti dedicati al compositore e pianista Franz Liszt e al suo proficuo rapporto artistico con la Firenze dell'800: si è inaugurato "Franz Liszt, viaggiatore e musicista a Firenze – 1838/1886", manifestazione che si svolge al Conservatorio Cherubini (fino al 10 febbraio), alla Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti (fino al 2 marzo) e alla Casa della Memoria Studio di Piero Bargellini (fino al 16 febbraio). L'iniziativa darà la possibilità di comprendere la fi- gura del grande musicista un- gherese e di compiere un itinera- rio nella cultura musicale e arti- stica del tempo, attraverso parti- ture musicali, libri, lettere, docu- menti e ritratti. La mostra ha per curatore sci- entifico Gregorio Nardi, pianista e studioso del repertorio romanti- co e in particolare lisztiano, e per promotore il Conservatorio Che- rubini di Firenze, organizzatore e coordinatore della manifesta- zione. L'evento è in collabora- zione con l'Assessorato alla cul- tura del Comune di Firenze, la Fondazione Istituto Franz Liszt di Bologna (uno dei soggetti più importanti e attivi in Europa e nel mondo per gli studi lisztiani), la Galleria dell'Accademia, la Galleria d'Arte Moderna, la Casa della Memoria Studio di Piero Bargellini, il Gabinetto Scienti- fico-Letterario Vieusseux e Ope- ra Laboratori Firenze per gli allestimenti al Conservatorio. Franz Liszt (1811-1883), uno dei più grandi pianisti dell'Otto- cento e uno dei massimi compo- sitori romantici, fu a Firenze tra il 1838 e il 1839, e in seguito, con regolare assiduità, tra il 1864 e il 1886, anno della sua morte. Fu il musicista di fama interna- zionale più intensamente coin- volto nella vita artistica di Fi- renze, tramite la propria azione e quella dei suoi allievi. L'intenzione della mostra è quella di illustrare non soltanto la figura del compositore, ma anche la varia e internazionale cerchia culturale e sociale che gravitò intorno alla sua carismatica figu- ra; inoltre, nel percorso espositi- vo sarà presentata una vasta ico- nografia di personaggi (special- mente presso la Galleria dei ri- tratti a Palazzo Pitti), luoghi, si- tuazioni storiche, che daranno vita e parola a preziosi documen- ti, proposti piacevolmente anche FABRIZIO DEl BIMBO La prima volta del Conservatorio di Firenze: una mostra dedicata al pianista e compositore Franz Liszt per un vasto pubblico non neces- sariamente specializzato in argo- menti musicali. Dice il curatore, Gregorio Nar- di: "La ricca collezione di parti- ture, lettere, giornali e ritratti custodita al Conservatorio costi- tuisce l'asse portante di tale manifestazione e sottolinea la centralità che l'istituto diretto da Luigi Ferdinando Casamorata dimostrò a partire dal 1860. Altri importanti documenti sono i busti di Liszt e della sua com- pagna, Marie d'Agoult, compiuti da Lorenzo Bartolini e conservati nella gipsoteca bartoliniana del Museo dell'Accademia. La sezione principale della mostra verrà esposta negli spazi del Conservatorio, mentre nella Galleria d'Arte Moderna a Pitti si potranno vedere i ritratti delle personalità che furono in contat- to con Liszt, proprio negli spazi dove Liszt ebbe occasione di suonare due volte". Ulteriori documenti di amici e allievi fiorentini di Liszt, nonché due autografi del maestro e il calco delle sue mani eseguito da Bartolini, sono conservati nella collezione di Gregorio Nardi e saranno esposti nella Casa della Memoria Studio di Piero Bargellini. Due concerti completeranno l'evento, entrambi di musiche di Liszt: permetteranno di immer- gersi nelle suggestioni del lin- guaggio e del virtuosismo lisz- tiano. L'evento si inserisce nelle celebrazioni per i duecento anni dalla nascita di Liszt. Busto di Franz Liszt in esposizione nella mostra a Firenze Franz Liszt fu a Firenze nel 1838 e la frequentò dal 1864 al 1886