L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-20-2014

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GIOVEDÌ 20 MARZO 2014 www.italoamericano.com L'Italo-Americano 21 L'avanguardia riscopre i suoi 'Fundamentals' alla Biennale di Venezia LucA FERRARI Padiglione centrale, modello in progress (Ph. Rem Koolhaas) Sarà la costante di un mondo che commette gli stessi errori. Sarà la volontà di un altro mondo a voler comprendere meglio cosa sia accaduto per costruire un futuro migliore e difendere il presente. Sarà anche tutto questo ma la 14^ Mostra Internazionale di Architettura di Venezia (7 giugno – 23 novem- bre 2014) si apre negli infiniti spazi della storia architettonica di più elementi, epoche ed espressioni. E dal suo nome, Fundamentals, emerge l'impor- tanza di ogni singolo tassello della nostra storia. A dirigere l'edizione 2014 del- la Mostra è stato chiamato l'o- landese Rem Koolhaas, co-fon- datore nel 1975 di Oma con cui ha realizzato progetti soprattutto in Europa ma anche in giro per il mondo tra cui Marocco, Giappo- ne e Stati Uniti. Insolitamente alla stragrande maggioranza dei suoi colleghi, l'architetto origi- nario di Rotterdam non viene solamente dal mondo dell'arte. Nel suo background culturale e lavorativo c'è stato il grande a- more per la scrittura, facendo lo sceneggiatore e il giornalista. La 14^ Biennale di Architettu- ra. Tre eventi in uno, o come li ha definiti lo stesso curatore, "tre manifestazioni complementari": "Absorbing Modernity 1914- 2014, Elements of Architecture e Monditalia". Come sempre i padiglioni stra- nieri troveranno casa non solo negli storici spazi dei Giardini e all'Arsenale, ma anche nel cen- tro storico di Venezia. Una città dunque che unirà la sua incon- fondibile arte antica con le im- pronte moderne di tutto il mon- do. Non unità disgiunte, ma luo- ghi che si aprono all'interazione, e forse anche a un dialogo che va oltre il mero linguaggio artistico. Per Absorbing Modernity 1914-2014 saranno 65 i Paesi che sbarcheranno in laguna, 11 dei quali per la prima volta a Venezia e provenienti da tutti i continenti. Al debutto a Venezia le asiatiche Repubblica dell'A- zerbaijan ed Emirati Arabi Uniti; le africane Costa d'Avorio, Ke- nya, Marocco e Repubblica del Mozambico; la Turchia; le aus- traliane Indonesia e Nuova Ze- landa; infine la centramericana Repubblica Dominicana. Leggermente diverso il caso del Costa Rica, già presente l'an- no passato nel Padiglione Ameri- ca Latina-Iila (Istituto Italo-La- tino Americano) alla 55^ Espo- sizione Internazionale d'Arte, ma mai da sola prima d'ora. Un viaggio in tutto il globo dunque per far emergere anche nell'arte un linguaggio sempre più figlio di elementi diversificati, e non più mera espressione di un unico stile e /o mondo. Elements occuperà il Padi- glione Centrale ai Giardini e co- me fa già capire il nome stesso, si concentrerà su tutti i singoli elementi che vanno a formare un'opera architettonica. Molto particolare Monditalia, situato invece all'Arsenale, i cui progetti interessano il Belpaese. Da Siracusa a Tortona, passando per L'Aquila, Siena e sconfinan- do oltre confine inclusa fermata sulle Alpi. Un'Italia (ribaltata) nella sua totalità locativa aperta anche agli altri linguaggi della Biennale di Venezia: cinema, teatro, musica e danza. Ulteriore fiore all'occhiello della manifestazione, gli eventi collaterali. In primis, Biennale Sessions con la possibilità di organizzare seminari in uno spa- zio messo a disposizione gra- tuitamente dalla Biennale, rivolto a Università, Accademie di Belle Arti, istituzioni di ricerca e for- mazione nel settore dell'architet- tura delle arti visive e nei campi affini. Spazio infine a Meetings on Architecture, un mondo di conferenze, workshop, spettacoli e dibattiti correlato con Mondi- talia, dove si segnala nel mese di ottobre il 3° Convegno Interna- zionale "Archivi e Mostre". Padiglione Monditalia-Corderie (Ph. Rem Koolhaas) Da Los Angeles a Roma i capolavori fotografici di Ritts: ritratti 'in piena luce' dal sapore hollywoodiano che assomigliano a sculture classiche L'AuditoriumExpo, il nuovo spazio espositivo allestito presso l'Auditorium-Parco della Musica di Roma, ospita la mostra "In piena luce", gli scatti più famosi del grande fotografo americano Herb Ritts. Fino al 30 marzo oltre cento immagini, note e inedite, prove- nienti dall'Herb Ritts Foundation di Los Angeles, che mostrano lo stile inconfondibile di uno dei più grandi interpreti della fotografia americana ed internazionale. Nato sotto il sole della California (Los Angeles, 13 agosto 1952 – 26 dicembre 2002) da una fami-glia facoltosa propri- etaria di una rinomata agenzia immobiliare (la Ritts Co.), Herb Ritts studia economia e storia dell'arte e si diploma a New York. Tornato a Los Angeles per lavorare presso l'azienda di fa- miglia, dichiara la sua omoses- sualità e, nello stesso periodo, inizia a prendere lezioni di fo- tografia. Vissuto al momento giusto e nel luogo giusto, la sua carriera inizia per caso quando, nel 1978, durante una gita con i suoi amici, Ritts fotografa uno di loro, l'atto- re Richard Gere, giovane e bello in jeans e canottiera mentre cam- bia la ruota di una macchina. Le foto, usate per promuovere il film "American Gigolò", finiscono sulle copertine delle riviste "Newsweek", "Vogue", "Esqui- re" e "Mademoiselle", lanciando la carriera del giovane fotografo che si guadagna diverse commis- sioni. Negli anni '80 e '90, realizza le immagini più famose di nudi maschili e femminili, modelle, cantanti e attori di Hollywood, immortalati al massimo della loro bellezza e nel pieno della loro giovinezza. Nel 1984 inizia la collaborazio- ne con Madonna: nel 1986 scatta alla cantante foto tra cui la cele- bre immagine usata per la coper- tina dell'album "True Blue", mentre nel 1989 ne firma il video "Cherish". Nel 1991 riceve ri- conoscimenti come regista dei videoclip "Love will never do" di Janet Jackson e "Wicked Game" di Chris Isaak. Nello stesso peri- odo è proprio lui, insieme a Versace, a lanciare una nuova immagine di bellezza e il concet- to di top model, immortalando le più belle modelle dell'epoca: Naomi Campbell, Lisa Evange- lista, Tatjana Patitz, Claudia Schiffer, Stephanie Seymour e Kate Moss. Il viaggio in Africa, nei primi anni novanta, influenza molto i suoi ritratti che si alimen- tano di una luce naturale e di ingredienti come vento, terra e aria sullo sfondo di spiagge, oriz- zonti e spazi immensi. La mostra allestita a Roma ren- de omaggio allo stile di un gran- de artista, capace di coniugare sapientemente creatività e spon- taneità con un'attenta cura for- male basata su contrasti tra bian- co e nero e chiaro/scuro, messi in risalto dalla luce. I volumi di corpi nudi, statuari, vengono resi in tutta la loro per- fezione fisica e plasticità con una influenza derivante dalla scultura della Grecia classica e dall'ere- dità di altri grandi fotografi come Herbert List. Lo stesso stile si riscontra nei ritratti in bianco e nero dei pro- tagonisti dello star system holly- woodiano, ognuno autonomo e peculiare nella bellezza e nelle caratteristiche del proprio sog- getto: gli occhi di Mel Gibson, il sorriso contagioso di Julia Ro- berts, le smorfie e le caricature facciali di Jack Nicholson, il fisi- co perfetto di Patrick Swayze, la scolpita fisicità di Sylvester Stallone, la sinuosità del corpo di Tina Turner, la fragilità di Liz Tylor dopo l'operazione del tumore al cervello, e molti altri come gli attori Tom Cruise, John Travolta, Nicole Kidman. ELISA cuOzzO Herb Ritts (Photo: Courtesy of Herb Ritts Foundation )

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