L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-27-2014

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GIOVEDÌ 27 MARZO 2014 www.italoamericano.com 19 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GIOVANNI zAMBITO Al "Kaos festival dell'editoria, della legalità e dell'identità sici- liana" di Montallegro (Agri- gento) il magistrato Caterina Chinnici ha ricevuto il premio "Gesti e Parole di legalità" per il libro che racconta la storia e gli insegnamenti del padre ucciso dalla mafia. Intitolato "È lieve il tuo bacio sulla fronte" e pubblicato da Mondadori (pagg. 144, € 16,50), racconta di quel tragico 29 luglio 1983 in cui la mafia fece esplo- dere in via Federico Pipitone a legalità e giustizia e che non si sarebbe tirato indietro rispetto al rischio di sacrificare la propria vita, come purtroppo è avvenuto, ha portato me ed i miei familiari ad accettare il dolore determina- to dalla sua morte così dramma- tica fino a considerare il dolore un compagno di vita che nel tempo si è trasformato in una grande forza. La scrittura del libro che ef- fetto ha sortito sul suo dolore? Scrivere il libro mi ha portato a rivivere i diversi momenti della vita della nostra famiglia: Caterina Chinnici, magistrato e autrice di "È lieve il tuo bacio sulla fronte" dalla felicità, dalla serenità al dolore, attraversandone tutte le diverse fasi. Non è stato facile. Bello ed evocativo il titolo: è il ricordo di un momento che lei ha fermato e cristallizzato? Quel bacio lieve, appena ac- cennato, sulla fronte era il saluto che papà ci dava anche da gran- di; con quel gesto ci trasmetteva la sensazione rassicurante della sua presenza nella nostra vita. Che ritratto viene fuori di Rocco Chinnici padre? Rocco Chinnici è stato un pa- dre affettuoso. Si prendeva cura di noi quando eravamo piccoli, fino ad arrivare ad inventare le favolette per tenerci buoni, ed ha continuato ad essere sempre pre- sente nel nostro percorso di cre- scita nonostante il suo lavoro lo impegnasse per l'intera giornata. Ha saputo fare sentire ciascuno di noi figli amato in modo unico e speciale. E come magistrato? Rocco Chinnici è stato un ma- gistrato di grande spessore pro- fessionale. Nel suo lavoro è stato un precursore. La conoscenza approfondita del fenomeno ma- fioso, maturata attraverso le sue indagini, lo ha portato a segnare un profondo cambiamento nella cultura giudiziaria, ad innovare la metodologia delle indagini attraverso la creazione di quello che dopo la sua morte si sarebbe chiamato "il pool antimafia", a comprendere la necessità delle indagini sui patrimoni costituiti illecitamente avviando le prime indagini bancarie ed infine a sol- lecitare il cambiamento culturale portando soprattutto ai giovani testimonianza del suo lavoro e del valore della legalità. Nel suo lavoro quale inse- gnamento tiene sempre pre- sente? Quello che ritengo sia il più importante insegnamento che mio padre con il suo esempio mi ha trasmesso: coniugare sempre il giusto rigore nell'applicazione della legge con la necessaria at- tenzione all'umanità della perso- na sulla cui vita la decisione del giudice va ad incidere e talvolta profondamente. Che cosa manca secondo lei affinché il nostro Paese alzi la testa contro la mafia? Dalla morte di mio padre ad Palermo l'autobomba che uccise il giudice Rocco Chinnici, gli uomini della sua scorta e il por- tiere del palazzo dove il magi- strato viveva insieme alla moglie e ai figli. Il giudice Chinnici viene ricor- dato come "l'innovatore e pre- cursore dei tempi, che aveva intuito che, per contrastare effi- cacemente il fenomeno mafioso, era necessario riunire differenti filoni di indagine, comporre tutte le informazioni e le conoscenze che ne derivavano. Per farlo, riu- nì sotto la sua guida un gruppo di giudici istruttori: Paolo Borselli- no, Giovanni Falcone e Giuseppe Di Lello. L'anno dopo la sua morte il gruppo prenderà il nome di pool antimafia". Dopo tanti anni di silenzio, Caterina Chinnici, la figlia pri- mogenita - a sua volta magistrato impegnato nella lotta alla mafia - ha scelto di ricordare il sacrificio del padre raccontando i momenti di vita familiare e spiegando co- me lei, i suoi fratelli e la madre abbiano imparato nuovamente a vivere dopo la strage e siano riu- sciti a decidere di perdonare, "l'unico modo per sentirsi degni del messaggio altissimo di un padre e un marito molto amato". In che maniera ha permesso al dolore di sedimentare den- tro di lei accettandolo come condizione sempre presente? La consapevolezza che mio pa- dre viveva il suo lavoro di magi- strato come un impegno di vita volto ad affermare i valori di La lezione antimafia del magistrato siciliano rocco Chinnici: legalità e giustizia a costo della vita oggi molto lavoro è stato fatto per far cambiare la cultura, ma si tratta di un percorso non ancora compiuto: occorre ancora lavora- re per il cambiamento culturale in tutti i contesti, per affermare un'etica pubblica fondata sul principio di legalità e per creare, al tempo stesso, le condizioni per lo sviluppo socio-economico in tutte le aree del nostro Paese. Un commento al premio del Kaos Festival. È un premio per me particolar- mente significativo perché con- tiene in sè tutti i valori che hanno guidato l'impegno di mio padre e che sono fondamento di sviluppo e di crescita sociale: la cultura, la legalità e l'identità, l'identità sici- liana, cioè le nostre radici, la nostra memoria, la nostra storia. Rocco Chinnici è stato un magistrato italiano, vittima di mafia Il rito sociale del nuovo libro da promuovere scopre la novità dello spettacolo di musica e filmati a L'aquila alla intelligente commistione di immagini, sempre suggestive. Per questo ci è stata la pacata parola di Mieli, che ha svolto un tema presente nell'Odissea e nella Divina Commedia, l'uso della memoria, l'oblio, voluto accantonamento di fatti ed espe- rienze. L'oblio, sano e volontario processo di purificazione e libe- razione, necessario per superare traumi sia personali che storici e per procedere serenamente nella vita. Dannoso, invece, quello fatto di improvvisi voltafaccia e cambiamenti di bandiera, tanto frequenti in Italia nei passaggi storici da un'epoca ad un'altra, quando tutti rinnegano il passato politico, ciecamente trascinando nel tempo gli errori del passato, incapaci di ammetterli esplicita- mente per tentare di superarli e procedere nel progresso civile e democratico. Complesso e ricco il discorso di Mieli che si è concluso con una spiritosa serie di frasi di Umberto Eco, ispirate dal "po- liticamente corretto". I Solisti Aquilani hanno suo- nato brani di P. Catalano, T. Albinoni, D. Shostakovich, E. Morricone e B. Bartok, che han- no intensificato e reso memora- bili parole e immagini. L'uscita di un nuovo libro, ro- manzo, saggio, diario, poesie, raccolta di articoli, di fotografie è diventato un fatto mondano, una cerimonia aperta al pubblico e frequentata dagli amici dell'au- tore. Cerimonia celebrata da offi- cianti specializzati, persone ca- paci di divagare sui temi esposti nel libro, esprimendo elogi tesi a promuovere le vendite del libro. Agli elogi si aggiunge in genere la lettura di brani del nuovo libro da persone che, con voce ben im- postata, intensificano la comuni- cazione dei sentimenti e delle emozioni espresse nella pagina scritta. Abituata ai riti di cui sopra, spesso noiosi e ripetitivi, appena sono usciti i manifesti che an- nunciavano una strana coppia, uno storico, Paolo Mieli, ed I Solisti Aquilani, mi sono chiesta cosa dovessero fare tutti insieme. Ebbene, hanno presentato un libro "I conti con la storia", con immagini e musica. Una novità a livello nazionale, inaugurata a L'Aquila, simbolo di rinascita e crescita, nel futuro della città e della sua cultura. Una sorta di nuovo spettacolo teatrale, realiz- zato con proiezioni di filmati di fatti storici, intervalli musicali e la voce di Paolo Mieli che espo- neva con pacatezza idee fondanti del libro, il pensiero di uomo di buona cultura di origine classica. Scorrono immagini dei princi- pali personaggi della storia del XX secolo: Luigi Pirandello, Gabriele d'Annunzio nella spe- dizione di Fiume, Benedetto Croce e Giovanni Gentile, Mus- solini e Hitler con relative parate militari e campi di sterminio. E poi guerra e dopoguerra, prima e seconda repubblica, da Luigi Ei- naudi, Alcide De Gasperi, Pal- miro Togliatti, ai protagonisti della politica di tempi più recen- ti: Giulio Andreotti, Amintore Fanfani, Aldo Moro, Enrico Ber- linguer, Brigate Rosse, Bettino Craxi, Marco Pannella, Emma Bonino, e così via fino a oggi. Non questi, però, i soli perso- naggi in scena. Nel montaggio del filmato erano abilmente mes- colate immagini di Ulisse che si fa legare all'albero della nave per resistere alla tentazione del canto delle sirene, della sua di- scesa nell'Ade per incontrare l'indovino Tiresia, ed immagini dalla Divina Commedia, i dan- nati dell'inferno, il passaggio del Leté, i salvati in Paradiso. Difficile dare da soli un senso EMANUELA MEdORO Paolo Mieli, giornalista e saggista italiano

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