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CVI • N. 15 • THURSDAY, APRIL 10, 2014 • GIOVEDÌ 10 APRILE 2014 FACEBOOK.COM/ITALOAMERICANONEWSPAPER italoamericano.com $ 1.20 DATED MATERIAL - DO NOT DELAY Continued on page 3 Continued on page 2 Since Antonio Meucci invented the telephone - and yes, by now the whole world knows it wasn't Alexander Graham Bell who invented it - so much has changed, especially given the recent news. Last month, the Michigan State House voted to pass Senate Bill 636, which would allow the elim- ination of "traditional" landlines services by 2017; those against the bill argued that it would make 911 calls less reliable. If still alive, Meucci would not be happy to know that his inven- tion is about to disappear. Born on April 13th, 1808, the tele- Zucchero's Americana Tour rocks California Dear 'old phone' inventor: we have not forgotten you. Happy birthday! Italian music star Zucchero. Photo courtesy of Capitol Music Group The cover of Zucchero's new album, "La Sesiòn Cubana" Antonio Meucci SILVIA SIMONETTI When an Italian superstar like Zucchero comes to town, one can't expect things to be done in the American way. A crowd of Italians, Italian Americans, and also Americans passionate about his music gathered at the Nokia Theater in Downtown Los Angeles on Wednesday, April 2, to attend the performance of one of Italy's best contemporary artists. After an initial moment of "disciplined" listening, the pub- lic revealed its true Italian, fun- ELENA VIPERA phone was his life's work. And if Meucci could see the 'wireless' version of his invention - barely used to talk anymore - he proba- bly would not understand why now it is mostly dedicated to sharing intimate moments on social media platforms. Lately these may have reached one of their lowest points with #Aftersex selfies, though only history will tell. History worked out well for Meucci, in the end, after roughly 131 years and several legal bat- tles. Antonio Meucci had a ten- dency to get in trouble with the law, mostly over small things: an La sua fu una "coast to coast" d'autore. Negli anni 1950-'51 Guido Piovene, scrittore e gior- nalista del Corriere della Sera, percorse gli Stati Uniti in mac- china per raccontare vita, paesag- gi e società di un Paese che affa- scinava l'Italia e gli italiani. Una terra del benessere dove migrava- no, anche solo nel desiderio di fuga, migliaia di compaesani in cerca di fortuna. Nel suo grande reportage "De America" (scopritene un po' nel nostro Focus) descrive gli ameri- cani e le loro città. Los Angeles, ad esempio, è "nebulosa e centrifuga", ha una dispersività esasperata per qual- siasi europeo, un tessuto urbano sconfinato e disorientante. Ha "qualche cosa di dispersivo, di astratto, di distaccato, entra nei sentimenti; vorrei aggiungere - scrive Piovene - che non è que- sto un valore soltanto negativo, come si ritiene in Europa. L'u- more predominante è un misto di solidarietà umana generica ed universale". Per un italiano, ieri come oggi, arrivare in America è un'espe- rienza innanzitutto sensoriale: si è messi alla prova sugli spazi sconfinati, su vastità che in Ita- lia non sono associate a città, a spazi abitativi, a comunità so- ciali di appartenenza. In una Pe- nisola in cui, paese che vai dia- letto che trovi, dove cioè è diffi- cile identificarsi con il Comune a 5 km dal proprio, pensare di prendere una freeway per andare a mangiare una pizza con gli amici a 2-3 ore da casa, pur re- stando nella stessa città, è inim- maginabile soprattutto se è con- siderato la normalità. Provano un'esperienza simile solo i romani considerato che la superficie urbana è la stessa di L.A. Ma la maggior parte degli italiani, su distanze simili, ha già attraversato un hinterland di paesi, cittadine e municipi di- versi dal proprio. Lo sanno bene milanesi, fiorentini o napoletani. Nessun italiano però, percorre miglia e miglia senza incontrare per ore città, luci e abitazioni, come succede normalmente in California. Lo spazio, in Ame- rica, ha una dimensione diversa e per chi emigra è una scoperta. Italia che vai America che trovi lo 'spazio' misura la differenza BARBARA MINAFRA