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GIOVEDÌ 10 APRILE 2014 www.italoamericano.com 14 GIOVEDÌ 10 APRILE 2014 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | IL RESTAURO DEL SULTANO Il Sultano che amava i Fori La Vignetta della Settimana di Renzo Badolisani Bambole, non c'è una lira. Cadono a pezzi i muri dell'antica Pompei. Lo stesso accade per preziosissime reliquie, sparse in tutta Italia. Il paese più bello del mondo, ormai da diverso tempo, purtroppo, non possiede più i fondi per salvaguardare il suo passato. Bisogna escogitare nuove idee, aprendo spazi ai privati. Non è forse vero che sono stati i giapponesi a restaurare la Cappella Sistina? Non è forse vero che l'imprenditore calzaturiero Diego Della Valle riammodernerà il Colosseo, l'anfiteatro che ha fatto restare a bocca aperta, due settimane fa, anche il Presidente Obama? E così il Sindaco Marino ha steso sul tavolo del suo ufficio, in Campidoglio, davanti ai Fori romani, l'atlante provando a gettare un'ancora verso la penisola arabica. Iniziano i contatti, le prime email, in rete viaggiano slides, messaggi, approfondimenti. Poi la decisione da parte della famiglia reale dell'Arabia Saudita, una delle più ricche del mondo. Nababbi che, ogni minuto, alimentano i propri conti in banca perché, in quello stesso momento, in ogni parte del globo, vendono greggio a peso d'oro. Ecco il piano, allora: grazie a un finanziamento filantropico della famiglia reale saudita Roma vedrà salvaguardati i suoi monumenti più leggendari. Il Sindaco, dopo opportuni approfondimenti svolti dal Ministero dei Beni Culturali, ha presentato a Riad una lista di siti che necessiterebbero degli interventi più urgenti. Il Mausoleo di Augusto, ad esempio, proprio nel bimillenario della morte dell'imperatore, la Cisterna delle Sette Sale, al Colle Oppio, le terme di Traiano, il Celio, la splendida Via Alessandrina, la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea, il Palazzo delle Esposizioni, in via Nazionale. A quanto ammonta il budget messo a disposizione dagli opulenti palazzi di Riad? La cifra non è stata resa nota ma non saranno certo quisquilie. Tanto che, per ogni cento euro donato dall'Arabia Saudita, il Comune ha deciso che una percentuale sarà donata alle periferie. Per creare nuove aree verdi o per alimentarle, dandole nuova linfa. Cosa offrirà in cambio l'Amministrazione di Roma ai sultani arabi? Si è impegnata a esportare a Riad - per qualche settimana o per qualche mese, perché no? - singole mostre. Di sculture, ad esempio, ma, più probabilmente, di pitture visto che proprio la sequenza di quadri e dipinti necessitano di ampi spazio e di un allestimento maniacale. Un modo intelligente per esportare la magia di Roma antica nel cuore della penisola arabica. Un'idea lungimirante per far lievitare il valore del brand di Roma, forse più amata fuori dai confini. Un'operazione intelligente che consolida due risultati: mettere in sicurezza, valorizzare e promuovere, in un'area opulenta del mondo, l'inestimabile patrimonio artistico e culturale del Belpaese, creando un ponte tra l'Italia e Riad. E fare in modo che l'arte diventi uno strumento di dialogo e di vicinanza tra popoli diversi. Ecco l'ausilio decisivo dei privati, insomma, per bloccare l'incuria che avvolge - ormai troppo spesso - chiese, monumenti, gallerie d'arte. Mancano i soldi, non ci sono fondi per rimettere in sesto i nostri patrimoni culturali. La ciambella di salvataggio, stavolta, è venuta dalla lontana Riad: vagoni di euro per il restauro in cambio di mostre d'arte e di pittura. Romanzieri americani a confronto a Roma sul tema del lavoro (che manca) in Italia "Il lavoro è l'uomo stesso nel suo modo specifico di farsi uo- mo". Sosteneva Marx che è l'at- tività che distingue l'uomo dagli altri animali, che permette all'es- sere umano di esplicare la sua libertà nella libera formazione e realizzazione della propria esi- stenza in relazione alla natura e alla società. Oggi il lavoro è molto di più: un dovere e un diritto tramite cui l'uomo produce la sua vita mate- riale e realizza se stesso, la pro- pria dignità personale, economi- ca e sociale. Nell'Italia in crisi la mancanza di lavoro e la sua precarietà di- ventano tematiche delicate per le quali giovani disoccupati, preca- ri e padri di famiglia licenziati, combattono e protestano rivendi- cando i loro diritti sulla base dei principi fondamentali della Co- stituzione italiana: "L'Italia è una Repubblica democratica ba- sata sul lavoro" (articolo 1); e ancora: "La Repubblica ricono- sce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto" (articolo 4). Tema caldo e importante, non si perde occasione per affronta- re, trattare e sviscerare il lavoro con ogni possibile strumento (ci- nema, letteratura, arte e fotogra- fia) e in ogni ambito (politico, sociale, quotidiano, culturale). La quinta edizione della rasse- gna letteraria "Libri come. Festa del libro e della lettura", svoltasi a Roma ha posto il lavoro al cen- tro di incontri, conferenze, labo- ratori, mostre e tavole rotonde alle quali hanno partecipato es- perti sociologi, etnologi e antro- pologi, e i grandi protagonisti ni italiane Camille Paglia ha par- tecipato alla manifestazione let- teraria con un'analisi brillante sulla cultura occidentale e con- siderazioni su immagini, arte e tecnologia. Nel suo ultimo saggio "Sedu- centi immagini. Un viaggio nel- l'arte dall'Egitto a Star Wars", sostiene che George Lucas sia il più grande artista vivente e che l'Occidente finirà per essere sal- vato non dagli uomini di pensie- ro, ma dagli uomini d'azione. L'irriverente scrittrice si è mo- strata preoccupata per l'avvento dei social media e dell'I-Phone, di una realtà rappresentata e vis- ELISA cuOzzO "Le nuove paure". Ha analizzato le angosce della modernità, la paura per il futuro dovuta alla società globalizzata, che con il suo prevalere di mercati finan- ziari, disuguaglianze e rottura dei rapporti sociali, fa nascere l'esi- genza di una nuova organizza- zione del lavoro e della società. Le maratone collettive "Come il lavoro. Ieri, oggi e domani" e "Gli italiani e la grande crisi" durante le quali scrittori, giorna- listi ed esperti hanno incontrato il pubblico, hanno dato adito a diverse riflessioni sul lavoro, sui cambiamenti della società nel corso del tempo, sulle cause che A Roma la 5° edizione di "Libri come. Festa del libro e della lettura" della narrativa italiana e stranie- ra. L'arte ha trovato spazio con il fumettista italiano Marco "Mak- kox" Dambrosio la cui mostra, "L'etica del lavoro e lo spirito di Makkox", riassume, su tavole verticali a fumetti, simboli, per- sonaggi e luoghi del lavoro: dai disagi degli italiani che non rie- scono ad arrivare a fine mese, ai politici dal linguaggio forbito che promettono, ma che in realtà sono artefici della crisi e della decadenza. Tra i primi ospiti internaziona- li, l'antropologo francese Marc Augé con il suo ultimo saggio, romanzo "Ruggine americana", la storia di due vagabondi prota- gonisti di un viaggio on the road dalle acciaierie della Pennsyl- vania fino alla California, Phi- lipp Meyer è intervenuto a Roma per parlare del suo modo di scri- vere i romanzi e della sua nuova opera, "Il figlio", l'epopea di una famiglia che ripercorre un secolo di storia americana: dalla guerra con i nativi Comanche, a quella con il Messico, fino ai pozzi di petrolio, mantenendo costante il tema secondo cui "non esiste ric- chezza senza furto". Tra le protagoniste femminili, la femminista americana di origi- hanno portato alla crisi di oggi e su come riuscire a promuovere la crescita. Partendo dal lavoro, la lettera- tura si è fatta portavoce della contemporaneità e promotrice dell'incontro con altri linguaggi e discipline, per spaziare su altri aspetti problematici della società occidentale con l'intervento di alcuni scrittori americani. Considerato tra i più grandi romanzieri statunitensi "under quaranta", autore nel 2009 del suta attraverso immagini piccole, una dimensione miniaturizzata nella quale non si è più abituati a guardare in profondità, a cercare il significato vero e profondo al di là della superficie. Trop-pe immagini potrebbero portare ad una non comprensione se non si impara di nuovo a guardare e non ci si autoeduca all'arte. Intervistata dietro le quinte, la scrittrice, grande fan di Federico Fellini, ha rivelato a L'Italo Americano il suo giudizio negati- vo su "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino (film italiano vincitore dell'Oscar 2014 come Miglior Film Straniero), da lei definito un film troppo costruito in cui Sorrentino non si ispira al lavoro di Fellini ma lo sfrutta. Altro ospite internazionale di rilievo è stato John Grisham, l'inventore del legal thriller per eccellenza. Ha spiegato il suo modo di scrivere i romanzi: in soli sei mesi sorseggiando tazze di caffé italiano. I suoi best seller iniziano nel 1990 con "Il momento di uccide- re" e proseguono con "Il rappor- to Pellican", "Il cliente", fino ad arrivare al suo ultimo successo: "L'Ombra del Sicomoro". Quelli di Grisham sono per lo più ro- manzi sociali il cui fine ultimo dell'eroe, solitamente un avvoca- to (lo stesso scrittore è un ex- avvocato) è ottenere giustizia, riparare i torti subiti e difendere i deboli. Tra gli altri protagonisti di "Li- bri come" 2014: gli italiani An- drea Camilleri e Umberto Eco, la scrittrice statunitense Donna Tartt, lo scienziato americano Jared Diamond, l'autrice coreana Kyung-sook Shin, il romanziere irlandese John Banville. Letterati, antropologi, sociologi a confronto sul tema del lavoro a Roma