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CVI • N. 19 • THURSDAY, MAY 8, 2014 • GIOVEDÌ 8 MAGGIO 2014 FACEBOOK.COM/ITALOAMERICANONEWSPAPER italoamericano.com $ 1.20 DATED MATERIAL - DO NOT DELAY Continued on page 3 Continued on page 2 An exhibition celebrates the Azzurri, waiting for Brazil 2014 Lorenzo Thione, founder of the search engine "Bing" The entrance of the Azzurri in the first game of the 1934 World Cup against the U.S. Paolo Rossi in action against Brazil during the 1982 World Cup quarter-final Lorenzo Thione SILVIA SIMONETTI The United States have foot- ball, baseball, basketball. Italy has soccer. Not merely a game, but a sym- bol of our country worldwide, despite the natural ups and downs in major competitions. In Italy, soccer is one of the most common subjects of conversa- tion, making people either fight or come together. Supporting a team is something very serious – as confirmed by the recent tur- moil in Rome. But on some occasions, fans of different clubs and Italians living in different ENRICA CORSELLI Nowadays we constantly hear of the brain drain, of young peo- ple without hope who are forced to leave Italy in search of a for- tune they can't find at home. But this is not the case of Lorenzo Thione, native of Como and now living in California. He is 35 and the creator of Bing search engine. Interviewed by Roberto Bonzio, journalist and author of the multimedia platform Italiani di Frontiera (Frontier Italians,) in the head- quarters of Unindustria in Como, Thione says: "I left this city four- teen years ago, but not due to Non è un semplice stereotipo diffuso all'estero ma, a quanto risulta da un sondaggio, un dato di fatto in cui gli italiani si ritro- vano perfettamente. Quasi sei su dieci sostengono che sia l'indu- stria alimentare a rappresentarci meglio. Più della moda, più delle automobili di lusso, della creati- vità (che ci rende talenti preziosi più all'estero che in casa nostra, come l'inventore del motore di ricerca Bing, Lorenzo Thione, protagonista del nostro Focus) o del design. Nel mondo cioé, un italiano si riconoscerebbe per la buona cucina, i prodotti tipici enogastronomici che arricchisco- no quotidianamente la tavola e la qualità oltre che la varietà del mangiare bene. La conferma del sondaggio sta- rebbe anche in un altro risultato: l'Italia è nel podio dei 50 best re- staurants al mondo, una specie di premio Oscar della cucina che va agli chef d'elité. Senza contare la conferma che viene dalla fiducia dei consuma- tori: 7 su 10 scelgono l'alimenta- re italiano e in dieci anni la fidu- cia percepita verso i controlli fatti dalle aziende alimentari sui cibi arriva al 65%. Quel che frena i consumi interni da un lato e gli investimenti industriali dall'altro, sarebbe solo la crisi intesa come scarsa liquidità. La percezione dell'industria ali- mentare come primo e vero sim- bolo del made in Italy è non solo un coerente biglietto da visita di un Paese che si prepara ad ospita- re l'Expo 2015 (in Dall'Italia il via al countdown dei 365 giorni all'evento) dedicato al cibo e alla sicurezza alimentare che si defi- nisce nello slogan "nutrire il pae- se, energia per la vita". Ma è un ritratto fedele dell'Italia di oggi. Allora l'Italia è ancora "pizza, spaghetti e mandolino"? Se si considera che sono due alimenti comuni e frequentissimi nell'ali- mentazione tricolore c'è ben po- co del luogo comune e tanto della realtà quotidiana. Il punto è che bisogna andare ben al di là del clichè per capire che il cibo è parte costituente della cultura di un popolo, delle abitudini che di- ventano tradizioni, del bagaglio gustativo e olfattivo che ci fa pre- diligere certi sapori ovunque si vada. Cibo simbolo dell'Italia di domani, non vecchio cliché BARBARA MINAFRA