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GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014 www.italoamericano.com 15 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | La lingua delle 7 note insegnata ai bambini: il metodo 'Music Together' dagli Usa al centro nazionale di Bologna Direttamente dall'America è arrivato in Italia "Music Toge- ther", un programma di educa- zione musicale per la prima in- fanzia diffuso in tutto il mondo. Nate come progetto educativo del Center for Music and Young Children a Princeton (New Jer- sey) nel 1987, le classi di "Music Together" sono basate sull'idea che tutti i bambini sono musicali e possono raggiungere le competenze musicali di base come la capacità di memorizza- re melodie e ritmi e riprodurli mediante movimenti ritmica- mente accurati e canto intonato. Giovanni Azzoni, direttore e insegnante assieme a Jade Jos- sen, del centro "Music Together" di Bologna racconta a L'Italo Americano il funziona- mento di questa scuola e della sfida di importare un laboratorio per bambini americano in Italia. Come ha scoperto Music To- gether? Nel 2000 mi trovavo a New York con Jade, la mia socia, ed entrammo in contatto con "Music Together" in maniera del tutto casuale accompagnan- do il figlio di un nostro amico ad una lezione. Entrambi aveva- tutto il materiale dall'inglese (libri e cd) e riregistriamo in ita- liano le canzoni che ci danno negli Stati Uniti. Ci può parlare del metodo pedagogico sul quale si basa "Music Together"? Il metodo prende origine dalle teorie sull'apprendimento musi- cale di Edwin E. Gordon. scuole, asili e materne, cercando finanziamenti. Il mercato è piccolo, c'è tantis- sima offerta in quell'ambito e ci sono sempre meno soldi. È faci- le ingolfarsi in una situazione in cui il merito non viene premiato, ma piuttosto le conoscenze che hai per infilarti nelle strutture. Adottando la strategia di offri- re i corsi ai privati, in cui singo- le famiglie si interessano, si iscrivono e eventualmente parla- no bene di te, all'inizio ha reso tutto più lento però poi il volano positivo è stato gigantesco. Dopo il nostro successo è cominciato un processo inverso, abbiamo avuto i nidi e le mater- ne che hanno iniziato a chiamar- ci attraverso i genitori. Adesso c'è una comunità di 700 fami- glie che trimestralmente si iscri- vono solo nei centri di Bologna e Modena. Se poi contiamo anche le attività con i bambini delle materne in totale vengono coinvolti 1300 bambini. Qual è il vostro ruolo e quanto è estesa la rete di cen- tri "Music Together"? Noi siamo direttori ed inse- gnanti. È un doppio ruolo che cerchiamo di mantenere perché pensiamo che per esser dei bravi direttori bisogna continuare ad LucA DELL'AquILA Bambini e genitori seguono insieme una lezione di musica che non prevede esibizioni musicali insegnare. Adesso cerchiamo di ingrandirci il più possibile. In questo momento siamo tra i pri- mi 4 centri "Music Together" più grandi al mondo. Noi gestiamo i centri presenti a Bologna e Modena, ma esisto- no molti altri centri in Italia. "Music Together" Italia è un'entità che si sta creando. Noi siamo il punto di riferimento di tutti i centri italiani, nonché il centro più vecchio e più grande. Dopo il breve workshop obbli- gatorio per insegnanti organiz- zato dalla casa madre, siamo noi a formare gli insegnanti che poi apriranno il loro centro in un'al- tra città. Questo lavoro di soste- gno e assistenza agli altri centri ci è stato riconosciuto ufficial- mente. Abbiamo anche tradotto proccio alla musica è quella di metterti a 6 anni davanti ad un pianoforte facendoti imparare anche la notazione musicale, cioè tradurre con un gesto tecni- co sul pianoforte un linguaggio che non si conosce. Continuando il paragone con il parlato, sareb- be come prendere un bimbo che non sa parlare, mettergli davanti un foglio di carta e cercare di in- segnargli a scrivere, parlare e leggere allo stesso tempo. Il risultato che si ottiene con l'approccio classico è spesso un po' scimmiesco, il bambino rie- sce effettivamente a collegare una nota ad un tasto, ma senza uno strumento sotto il penta- gramma per lui non significa niente. Il nostro obiettivo è rendere i bambini padroni di un linguag- gio musicale prima ancora di imparare una notazione e uno strumento, in modo da permette- re loro di riconoscere istintiva- mente, per esempio, la differen- za tra un intervallo melodico di terza maggiore e uno minore o tra un tempo dispari ed uno pari. Crediamo sia importante che queste cose risuonino e signifi- chino qualcosa nella testa prima ancora di dargli un nome ed una rappresentazione grafica. Il cer- care di costruire questo linguag- gio in maniera informale è quel- lo di cui ci occupiamo. Come sono composte le classi di "Music Together"? Le classi sono formate da 3 a 12 bambini dagli 0 ai 5 anni. Ciascuno di loro è accompagna- to da uno (o entrambi) i genitori o da chi si prende cura di loro. L'insegnante conduce la classe attraverso canzoni, figure ritmi- che e canti che cambiano ogni semestre. Le canzoni sono accompagnate da attività di gioco, ballo libero ed espressivo, uso di oggetti, focalizzazione sugli elementi rit- mici e tonali della musica, ac- compagnamento con strumenti, opportunità di improvvisare con i bambini e gli adulti. Abbiamo aperto corsi anche per la fascia 5-8 anni seguendo però un metodo diverso, il meto- do Orff. È una specie di conti- nuazione che affianca anche un eventuale studio dello strumento da parte del bimbo. Non faccia- mo altro perché abbiamo deciso di specializzarci in quello in cui ci sentiamo forti. Qual è il momento preferito della lezione? Il mio momento preferito è quello successivo al momento di improvvisazione percussiva. Dopo aver suonato liberamen- te sopra le canzoni del cd, ven- gono ritirati gli strumenti, si spengono le luci, ci si sdraia e ci si riposa con una ninna nanna in cui i bimbi se ne stanno vicino ai genitori. È un bel momento per i bambini, per i genitori e per gli insegnanti perché è un momento di grande rilassatezza prima di salutarci. mo un background da musicisti anche se all'epoca ci occupava- mo di tut-t'altro. Ci piacque molto l'idea e abbiamo deciso di fare il corso di formazione a Princeton, New Jersey, per diventare insegnanti. Abbiamo fatto pratica facendo sostituzioni di insegnanti per un breve periodo in un centro di Pa- rigi, poi ci siamo trasferiti a Bo- logna dove abbiamo aperto il nostro. Come vi siete inseriti nel tes- suto urbano di attività per bambini? Prendendo qualcosa dagli Usa, ci siamo comportati in maniera molto diversa dagli altri inse- gnanti che fanno laboratori per bambini. Generalmente si cerca di lavorare con le strutture come Giovanni Azzoni e Jade Jossen, direttori e insegnanti del centro bolognese "Music Together" di riferimento nazionale Venne sviluppato da Lili M. Levinowitz, una dottoranda di Gordon all'Università della Pen- nsylvania e dal musicista Ken- neth K. Guilmartin. È un meto- do di propedeutica musicale in cui si insegna un linguaggio ai bambini. I meccanismi sono gli stessi del linguaggio parlato. Non si fa analisi grammaticale e logica quando si insegna ad un bambino a parlare una lingua. Più tu gli parli in maniera cor- retta e con proprietà di linguag- gio più il bimbo acquisirà cor- rettezza nel suo parlare. Allo stesso modo con "Music Together", si cerca di far acqui- sire un linguaggio musicale prima che il bambino arrivi di fronte ad uno strumento. La dinamica classica dell'ap-