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GIOVEDÌ 22 MAGGIO 2014 www.italoamericano.com 20 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | FRANCESCO BUCCARO "Santa Lucia, luntana 'a te, quanta malincunia! Se gira 'o munno sano, se va a cerca' fortu- na, ma quanno sponta 'a luna, luntana a Napule nun se po' sta!". È la strofa della canzone Santa Lucia, scritta da E.A. Mario nel 1919, che decantava tutta la ma- linconia degli emigranti napole- tani in partenza dal molo Be- napoletani viaggiano su comodi aerei low cost. Nel 1600, Napoli era più popolosa di Londra e Parigi e rappresentava il cuore dell'economia e della cultura in Europa mentre oggi, per la prima volta dopo il 1951, la città tocca i 959.052 mila abitanti (fonte: Istituto Nazionale di Statistica, rilevata al 01/01/13). Negli ultimi anni, il fenomeno dell'emigrazione in Italia è cre- (A.I.R.E.) sono stati più di quat- tro milioni. Le motivazioni sono diverse. C'è chi parte per cercare un lavoro e chi inseguendo un sogno professionale. Di tutte le mete, quella preferi- ta è l'Europa, più precisamente: Regno Unito, Francia, Germania e Svizzera, ma il sogno rimane sempre l'America. L'identikit dell'emigrante è una persona di età compresa tra i 35 ai 49 anni, non sposato, diplo- mato o laureato, con un forte spi- rito di sacrificio. I residenti all'estero non amano definirsi "cervelli in fuga", ma si ritengo- no "talenti capaci di scegliere". Secondo alcuni studi statistici, sono quasi 2,3 milioni gli emi- grati che partono dal sud Italia, circa 662 mila dal centro della Penisola, mentre sono circa 1,39 milioni quelli che provengono dal nord. Quanti napoletani osservano la propria città da lontano, nutrono malinconia per la terra natia, che ha dato loro tanto con la sua arte, tradizione ed il suo irresistibile fascino? Napoli è una città che inventa e sa inventarsi continua- mente. Questa indiscussa capa- cità è testimoniata dal suo popolo all'estero con il suo estro e la sua creatività. Chi vive fuori, sente Napoli dentro perché conserva nella mente i ricordi delle giornate di stagione trascorse tra i vicoli, i sapori, gli amori, le amicizie, i giochi, le speranze, le paure e le difficoltà della propria terra. È difficile trovare altrove, impian- tato in un centro densamente abi- tato, un immenso vulcano simbo- lo di un'energia e un dinamismo esplosivo unico, trasmesso nel sistema circolatorio dei suoi abi- tanti. Chi non ha mai sentito l'esi- genza di assaporare una calda pizza fumante, di sorseggiare un caffè espresso servito al bancone, di vestire almeno una volta abiti sartoriali di pregevole manifattu- ra? Da queste esigenze sono nate all'estero migliaia di attività imprenditoriali made in Naples che oggi, come in passato, riscuotono notevole successo nel mondo. Emblema dell'emigrazione ita- liana è Bill De Blasio. Dal primo gennaio 2013 è il quarto sindaco italoamericano di New York gra- zie ad una campagna elettorale improntata su come far pagare più tasse ai ricchi per finanziare il salario minimo e gli asili nido. De Blasio, 52 anni, corporatura piazzata e sorriso smagliante, conosce perfettamente l'italiano e non perde occasione per far risal- tare le sue origini beneventane. I nonni, originari di Sant'Agata De Goti, travolti dalla grande crisi dei primi anni del '900, si trasfe- rirono in America nella speranza di un futuro migliore. Forse le idee progressiste del neo sindaco newyorkese derivano da quelle del nonno Giovanni il quale, nel 1920, fotografava gli abiti delle grandi sartorie italiane per ripro- durli in America riscuotendo un forte successo. Cambiano le tendenze, ma ri- mangono le tradizioni, tramanda- te da padre in figlio che spesso creano opportunità di lavoro do- ve la cultura, la tradizione e le lavorazioni tipiche campane ven- gono ricercate e diventano sino- nimo di qualità. Essere napoletani, non vuol dire solo abitare la città, ma con- servare alcune doti innate con- vertendole in idee progressiste ed innovative. Ed è questa la sfida che Napoli ha sempre affrontato e sempre vinto. Il nonno di Bill de Blasio portò a New York abiti di sartoria italiana Lasciata Napoli sul Molo Beverello, i bastimenti traghettavano il sogno di un nuovo avvenire in America I restauri di Gualdo Tadino per promuovere Perugia capitale europea della cultura 2019 A sostegno della candidatura di "Perugia Capitale Europea della Cultura 2019", sono stati presen- tati i lavori di restauro delle pre- ziose opere esposte nella Pinaco- teca civica di Gualdo Tadino. La città conserva importanti testi- monianze del Rinascimento che assunse in Umbria declinazioni fondamentali che caratteriz- zarono il fenomeno nazionale. Il Museo Civico Rocca Flea, organizzato all'interno della for- tezza monumentalizzata da Fe- derico II nel 1242, ospita un'in- teressante Pinacoteca che com- prende opere provenienti dalle chiese della zona, rappresenta- tive della cultura figurativa di confine fra Umbria e Marche. Di notevole interesse i dipinti del capostipite della scuola lo- cale, Matteo da Gualdo, notaio e pittore, che necessitavano di im- procrastinabili restauri conserva- tivi, insieme ad altre preziosis- sime opere di autori che arric- chiscono la sezione museale. I restauri hanno riguardato le seguenti opere: il Polittico del Maestro di Fossato, il Polittico di Matteo da Gualdo, il Polittico di Santa Margherita dello stesso maestro, il Trittico di Antonio da Fabriano, la Pala processionale di Matteo da Gualdo, la Pala di Girolamo di Matteo da Gualdo, la scultura lignea raffigurante San Sebastiano, la scultura in legno dipinto del Crocifisso at- tribuita al Maestro dei Beati Becchetti, il dipinto su tela raf- figurante S. Caterina, la Pala raf- figurante il Battesimo di Cristo del XVI secolo di Francesco Sal- viati ed il dipinto ad olio su tela raffigurante "L'annunciazione di Santa Maria degli Angeli". Restauri alla Rocca Flea Emigranti ieri, cervelli in fuga oggi Ma 'Napule luntana' resta nel cuore verello alla ricerca di un nuovo avvenire. Dopo 95 anni, la storia si ripe- te, solo che al posto degli affolla- ti bastimenti, oggi gli emigranti sciuto a dismisura e molti hanno deciso coraggiosamente di riper- correre la strada dei loro nonni. A gennaio 2013, gli iscritti al Registro dei residenti all'estero Anche i premi Oscar Brody e Irons alla MilleMiglia Da Brescia sono partiti, per l'annuale edizione delle 1000 Miglia, 435 bolidi ed equipaggi. Un lungo percorso per splen- dide auto d'epoca che le ha viste arrivare a Roma dopo 16 ore di viaggio, attraversando Veneto, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. All'arrivo è risultato primo l'equipaggio Mozzi-Biac- ca su Lancia Lambda tipo 221 spider Ca.Sa.Ro, seguito da Moceri-Cavalleri su Aston Mar- tin Le Mans, da Gamberini-Ma- gni su Alfa Romeo 6C 1750 GS Zagato, da Salviato-Moglia su Bugatti T 40 e da Vesco-Guerini su Fiat Siata 514 MM. Si è invece ritirato l'equipag- gio Crivellari-Palmieri su Fiat 1100: Erasmo Crivellari era l'u- nico pilota in gara ad aver parte- cipato alla Mille Miglia di velo- cità, dal 1927 al 1957. Corse quattro edizioni: nel 1957 fu sedicesimo assoluto con una Ferrari 250 GT. Tra i gentlemen racer in gara i due attori Premio Oscar Adrien Brody e Jeremy Irons, rispettivamente al volante di una Mercedes-Benz del '56 e di una Jaguar XK 120 del '50.