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www.italoamericano.com 12 GIOVEDÌ 29 MAGGIO 2014 IL POSTINO CHE RUBAVA LE LETTERE Il tragico destino di una povera lettera: dalla buca delle lettere alla macchina del postino La Vignetta della Settimana di Renzo Badolisani Ci sono accadimenti di cui Roma non va sicuramente fiera. Come la foto che, la scorsa settimana, ha ritratto un uomo di mezza età - completamente nudo - nel cuore del quartiere Trastevere. Qualcuno ha chiamato la polizia che però non ha fatto in tempo a rintracciarlo, forse sparito sugli argini del Tevere. O, ancora, l'incredibile quantità di rifiuti ammassati fuori dai cassonetti: degrado misto a incapacità (cronica) di risolvere un problema antico. Non è finita: lo scorso mese un uomo è salito su un tram - uno di quelli più frequentati - portando elegantemente al guinzaglio un maiale, peraltro pure sporco di fango. Storie e risvolti, tutti malinconici, che sono stati immortalati da foto e istantanee, puntualmente finite sul web e nella miriade di social-network, alimentando, come era ovvio che fosse, commenti poco entusiastici sulla Capitale. Non pensavamo, però, che pure i postini potessero tradire la fiducia. Fino a qualche anno fa tutti i quadranti della città erano coperti dagli stessi postini che, ciclicamente, smistavano raccomandate, cartoline, libri, riviste, instaurando, quando era il caso, rapporti anche di confidenza con gli inquilini dei palazzi. Ora, tutto è cambiato: molti postini di una volta sono andati in pensione, rimpiazzati da ragazzi o ragazze assunte a tempo determinato i quali hanno poco tempo e una quantità smisurata di chilometri da coprire ogni giorno. E così, vista evidentemente la grande mole di corrispondenza da smaltire, un postino romano ha pensato bene di depositare gli ultimi tre anni di lettere e cartoline nella propria autovettura. Sì, avete letto bene: tre anni di corrispondenza non consegnata. Ovvero oltre due quintali di lettere, riviste, raccomandate. Chissà quanto altro tempo la desolante storia sarebbe rimasta nascosta. È bastato un fortuito controllo dei Carabinieri per farla venire alla luce. Regolarmente sbattuta sulle prime pagine di tutti i giornali. Il postino, una notte, è al volante della propria autovettura. I Carabinieri lo fermano per caso a un posto di blocco, gli chiedono patente e libretto, intimandogli pure di aprire il portabagagli dell'autovettura. Alzato il portellone ecco lo stupore: non c'era un millimetro libero, la corrispondenza di tre anni stipata all'inverosimile. Un esempio: il postino portava duemila riviste, i classici 'magazines' a cui ci si abbona, pensando di leggerle in libertà nei momenti di ozio. Nulla di tutto questo: il postino (per pura pigrizia, pare) aveva tranquillamente omesso di consegnarla. E così chi attendeva una raccomandata, un assegno, chissà cos'altro di importante (magari anche una lettera d'amore) è rimasto in attesa per tre lunghissimi anni. Resta da scoprire, adesso, come il postino negligente abbia impiegato il tempo in cui, in regolare servizio, riferiva di andare a consegnare la corrispondenza. Se ne sarebbe disfatto a breve, ha detto alla Polizia, magari dandole fuoco in una strada abbandonata della periferia. Resta la malinconia della notizia, soprattutto se rapportata alla integerrima fedeltà al proprio lavoro dei postini del Nord Europa e di quelli americani, soprattutto degli Stati più decentrati. Che fine farà il postino pigro, chiederete. Verrà licenziato, ovviamente. Di gente così gli italiani onesti ne hanno le tasche piene. Per un italiano su tre, l'Europa ha reso peggiore la qualità dei nostri alimenti Più di un italiano su tre (36%) ritiene che le norme varate dal- l'Unione Europea abbiano peg- giorato l'alimentazione e il cibo servito a tavola. È quanto emerge dall'Indagine Coldiretti/Ixè presentata nel- l'ambito dell'esposizione "Con trucchi ed inganni l'Unione Europea apparecchia le tavole degli italiani" a Milano. La maggioranza relativa degli italiani ritiene – sottolinea la Coldiretti - la regolamentazione comunitaria non adeguata a nomica abbia fatto aumentare i rischi alimentari e tra questi il 24% attribuisce la responsabilità alla diffusione dei cibi low cost, il 21% all'apertura delle frontiere a Paesi comunitari e il 20% alle diffusione delle frodi dovuta alla necessità della malavita di trova- re nuove aree di business. Un'analisi che fotografa bene la realtà dei fatti poiché in Italia dall'inizio della crisi sono più che triplicate le frodi a tavola con un incremento record del 248 per cento del valore di cibi e bevan- Coldiretti - la pensano così con il 31% che ritiene invece che l'Ue non abbia modificato nulla ed il 25% che abbia migliorato l'ali- mentazione degli italiani mentre un residuo 9% non risponde. Dall'indagine si evidenza anche che il 52% degli italiani ritiene che l'Ue non dovrebbe legiferare e decidere sui cibi che gli italiani consumano, mentre il 42% ritiene il contrario e il 6% non risponde. A peggiorare la credibilità del- l'Unione Europea hanno certa- mente contribuito - sostiene la Finti prodotti italiani: imitano sapori, ricette e nomi di alimenti tipici del Belpaese, ma sono fatti con materie prime estere, spesso scadenti e di pessima qualità, e con processi produttiv i alternativ i ai metodi originari de sequestrati perché adulterate, contraffatte o falsificate, secondo l'analisi della Coldiretti sulla ba- se della preziosa attività svolta dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013. Gli ottimi risultati dell'attività dei Nas confermano l'efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmen- te odioso perché si fonda sull'in- ganno e colpisce quanti dispon- gono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo. Un segmento che è notevolmente cresciuto negli anni della crisi come dimostrano i dati sul com- mercio al dettaglio nei discount alimentari, che peraltro nel corso del 2013 sono gli unici a fare registrare un aumento (+1,6 per cento). Dietro questi prodotti low cost - precisa la Coldiretti - spesso si nascondono ricette modificate, l'uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi. Lo dimostra il fatto che sul mercato mondiale, per la pressione della crisi, è sostenuto il commercio di surrogati, sotto- prodotti e aromi artificiali utiliz- zati per nascondere la bassa qua- lità degli alimenti. Si tratta di preoccupazioni che riguardano anche l'Italia, che è un forte im- portatore di prodotti alimentari, con il rischio che nei cibi in ven- dita vengano utilizzati ingredienti di diversa qualità come il concen- trato di pomodoro cinese, l'extra- vergine tunisino, le mozzarelle ottenute da latte in polvere. garantire la qualità, la sicurezza, ma anche il rispetto delle tradi- zioni enogastronomiche della penisola anche per il via libera a novità nel piatto, ai vincoli che hanno fatto scomparire cibi e ricette tipiche della tradizione nazionale, senza dimenticare le alchimie negli ingredienti che hanno snaturato gli alimenti più comuni e le contraddizioni che impediscono la massima traspa- renza nell'informazione ai consu- matori e limitano la libertà di scelta di singoli cittadini o di interi Paesi. Non tutti però - continua la Coldiretti - gli episodi di truffe ed inganni che si sono moltiplica- ti nel tempo della crisi, dallo scandalo della carne di cavallo agli inganni a danno di prodotti simbolo del Made in Italy, con il concentrato di pomodoro prove- niente dalla Cina, l'olio di oliva proveniente dalla Spagna o i pro- sciutti provenienti dalla Germa- nia "spacciati" per Made in Italy per l'impossibilità di fare traspa- renza sulla provenienza degli ali- menti. Secondo l'indagine Coldiret- ti/Ixè due italiani su tre (65 per cento) ritengono che la crisi eco- L'Italo-Americano ITALIAN SECTION |