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GIOVEDÌ 29 MAGGIO 2014 www.italoamericano.com 14 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Nevica! (4° episodio) SuSANNA SquEllErIO MICHElE DE rOBErTIS (IlluSTrAzIONI) L'inverno era iniziato da qual- che settimana. L'aria fredda a- veva costretto la tribù a rifugiarsi nelle camere sotterranee costrui- te durante l'autunno. Queste si trovavano a qualche centimetro dalla superficie del vaso grande. Una galleria comunica la parte esterna alla prima grande camera sotterranea. Da qui altri cunicoli permet- tono ai piccoli ippopotami di raggiungere le riserve di lamponi che, per essere meglio conserva- te, si trovavano in profondità. Le pianticelle si erano spoglia- te del bel fogliame che aveva ri- coperto la terra sottostante for- nendo così un ulteriore prote- zione dal freddo rigido invernale. Gli ippopotamini non avevano perso tempo. Nei momenti di tranquillità, durante tutta la sta- gione di raccolta, avevano pa- zientemente tessuto e poi con- fezionato teli caldi imbottiti di piccole piume di gabbiani e tu- tine da indossare non appena la temperatura fosse scesa. Tutto sommato era piacevole riposare al calduccio dopo tanta fatica! Durante le ore più calde dei giorni soleggiati, gli adulti si per- mettevano una breve passeggiata per controllare che le piante stes- sero bene, che i vasi non si fos- sero rotti ed anche se ci fosse posta. Ovviamente durante la stagio- ne fredda il postino Mafaldo re- capitava la posta ogni due setti- mane. Ben coperto da due tutine calde ed un bel berretto di piu- mine di anatrine in muta. Portava con sè un sacco pieno zeppo di letterine, messaggi non cifrati, auguri edibili e qualche pacchet- tino medicinale. "Pereeeè, pereè'" suonava la sua trombetta di coda di conchi- glia di Cerithium costatum. "Son Mafaldo il postino, presto amici, accorrete che la posta già vedre- te, son solerte e molto attento ed arrivo ben contento! Pereeè, pe- reeè". In un battibaleno, si fa per dire, gli addetti alla distribuzione lo- cale della posta, si recarono al punto incontri. "Grazie Postino Mafaldo, ti vuoi fermare, abbiamo preparato una torta di lamponi tardivi, vor- resti favorire?", dissero. "No, grazie amici, debbo recarmi al più presto al terrazzo 408, ci so- no notizie importanti!" rispose Mafaldo: "Hanno partecipato alla gara canterina del 4 di luglio e sono stati scelti per cantare la 'Canzone dell'inverno' durante la Grande Festa!". La Grande Festa veniva cele- brata solo quando il raccolto era stato abbondante.Tutti gli abitan- ti di piante di lamponi dorati di Filadelfia si radunavano e cele- bravano con canti, balli, cibo a volontà ed anche, solo per gli a- dulti, qualche goccia di sidro di frutti fermentati. I capi gruppo coglievano l'oc- casione per discutere dei loro progetti, quali difficoltà avesse- ro incontrato e come le avessero risolte. Tutto si svolgeva in gran- de armonia e spensieratezza. Mafaldo salutò, garbatamente, e riprese il suo cammino. Il Capo Kemiso aveva disposto che i più piccoli stessero sempre vicini alle loro mamme, ben pro- tetti e che dormissero tutti in una stanza, la più calda. Le giornate si erano accorciate, ogni giorno un pochino di più. Dopo cena, a turno, gli anziani raccontavano ai piccini le loro imprese, di quando il raccolto venne spazzato via da una im- provvisa tempesta d'acqua op- pure quando un lampone gigante venne regalato al Capo della Si- curezza, nonno di Merulin e di Merulan, che si era prodigato per difendere la piantagione da un attacco di scoiattoli predatori. Le notti lunghe si facevano sempre più fredde, parevano non finire mai. Kemiso osservava la sua bellis- sima tribù e pensava, responsa- bilmente, al futuro. Certo era che da una popolazione di pochi Nemwe ora, anno dopo anno, si era formato un bel gruppo. E stava aumentando! Felue era in dolce attesa! Il suo piccolino sarebbe nato da lì a pochi giorni. Kemiso sorrise al pensiero ma un dubbio si affacciò alla mente. "Pochi giorni?...Mmm" pensò, non ne era poi così certo. "Corella" disse alla sua sposa seduta al suo fianco. "Come van- no i preparativi per il nasci- turo?". "Caro Kemiso, me ne accerto subito, non vedo Felue da qual- che giorno". Si allontanò e tornò dopo pochi minuti e con voce concitata disse "Kemiso presto, ci siamo, il pic- colo sta per nascere!". Felue se ne stava lì, dolorante e piagniucolante "Oi, Oi, Ai, Ai" diceva. Intorno a sè la levatrice Lucina si affrettava con i preparativi. Si rivolse a Corella e le disse "Vi prego accomodatevi nella sa- letta, vi chiamerò quando sarà nato". L'attesa non fu lunga. Dopo solo dieci minuti Lucina si af- facciò alla porta della sala di at- tesa e disse: "È una femminuc- cia!". Kemiso e Corella, di scatto si alzarono ed esultarono di felicità e abbracciarono Ambidel il padre della neonata e compagno di Felue. Lucina porse loro la piccolina e si allontanò. Tutti erano visibilmente felici ed esultanti di gioia. "Viva, Viva!" gridavano, "viva, viva!". "Ehhh, Ehhh, mmmhh". Il pianto di piccolo ippopotamo? Ma come è possible, la piccoli- na appena nata stava..dormendo! Si girarono di scatto e sulla porta della saletta Lucina stringe- va fra le braccia un piccolo, mi- nuscolo, tremolante, rugoso, pia- gnucolante, verde primavera ip- popotamino. Rimasero tutti senza ruggito e a bocca aperta. "È un maschietto!". Disse la levatrice. "Hic, sigh, gorglll, blef". Fu- rono gli unici suoni che si udi- rono nella stanza, ma poi Lucina cercando di squotere Ambidel, Corella e Kemiso dal loro stu- pore disse: "Signori se attendete ancora un pochino dovremo fes- teggiare il primo compleanno dei gemelli!". A questo punto, come fosse stata una doccia fredda, i tre im- bambolati si ripresero ed in coro dissero: "Evviva, che bellissima notizia! Corella accolse fra le sue brac- cia il piccolo e tutti insieme an- darono a salutare la mamma ed a congratularsi con lei. Un messaggero del terrazzo 408 comunicò che La Grande Festa si sarebbe tenuta, in via del tutto eccezionale, sui vasi di Ke- miso. La bella notizia della nascita di Efel e di Ason, i due bellissimi neonati si era diffusa e così, per unire i festeggiamenti decisero di recarsi a casa di Kemiso. Tutto era pronto. L'orchestra si era accomodata. I suonatori di arpette edibili da una parte, quelli delle trombette dall'altra ed al centro i suonatori di tamburelli. I cantanti del terrazzo 408, molto emozionati si schiarirono la voce e si apprestarono ad into- nare la canzone solenne. Tutt'intorno, un grande silen- zio. Gli ippopotamini, imbaccuc- cati stavano seduti su scranni di legnetti. Parevano comodi nono- stante fossero coperti ed irri- conoscibili! Tutti attenti con il musino al- l'insù, orecchie dritte e un sor- riso felice stampato. "Siam felici di presentarvi il coro prescelto dalla giuria Astro. Ecco a voi il quartetto Lampo- doro ci canteranno 'Buona Festa' a tutti quanti!". Silenzio. "Buona Festa, buona festa a tutti quanti…!". In quel mentre un minuscolo fiocco candido si posò sul naso di Kemiso. "Nevica, nevicaa!" gridò e con lui tutti, ma proprio tutti in coro: "Nevica!". Tanti, dapprima piccoli fiocchi cristallini di neve, poi sempre più grandi volteggiavano nell'aria posandosi delicatamente sulla terra, sulle piante spoglie e sui presenti. Il coro riprese a cantare con più vigore ora e, con l'aiuto di tutti i presenti, cantò: "Buona festa buona festa a tutti quanti!". ...mentre gli ippopotamini riposavano al calduccio, ecco che..."Pereeeè, pereè... Son Mafaldo il postino, presto amici, accorrete che la posta già vedrete" La terza parte della favola è stata pubblicata il 27 febbraio La levatrice Lucina lasciò Felue e disse a Ambidel, Corella e Kemiso: "Si- gnori se attendete ancora festeggeremo il primo compleanno dei gemelli!". Un minuscolo fiocco candido si posò sul naso di Kemiso. "Nevica, nevicaa!" gridò e con lui tutti, ma proprio tutti in coro, dissero: "Nevica!".