L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-12-2014

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GIOVEDÌ 12 GIUGNO 2014 www.italoamericano.com 18 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | In attesa dei Mondiali di calcio in Brasile, l'Italia azzurra scende in campo a 80 anni dalla prima vittoria della coppa Rimet Germania, Mondiali di calcio 2006. Dopo aver battuto la pa- drona di casa, la Nazionale az- zurra di Marcello Lippi vince la finale contro la Francia all'O- lympiastadion di Berlino. Per la quarta volta l'Italia è Campione del Mondo riscattan- dosi dal deludente mondiale del 2002 in Corea del Sud. Fiumi di bandiere tricolori si riversano in strade, piazze e città italiane. I tifosi intonano il celebre inno popolare "popopopo"; alla radio la telecronaca dei rigori che han- no portato alla vittoria; in televi- sione le immagini del capitano Fabio Cannavaro che solleva la Coppa del Mondo. A Roma, al Circo Massimo, una folla in tri- pudio attende e festeggia insie- me ai campioni tornati dalla Germania. Tifosi, in Italia e al- l'estero, si riuniscono e si ritro- vano accomunati dallo stesso entusiasmo e da un sentimento luigi (Gigi) Buffon e guidata dall'esperienza del veterano An- drea Pirlo. Al di là dei singoli protagonisti, ciò che rende vin- cente una squadra è il gruppo affiatato e unito, che gioca insie- me per raggiungere l'obiettivo finale. Grazie a grandi gruppi la Na- zionale azzurra ha vinto quattro Mondiali, (1934, 1938, 1982 e 2006), un Olimpiade (1936) e un Europeo (1968), in una lunga e intensa storia di calcio, in Italia e all'estero, che quest'anno cele- bra i suoi ottant'anni dalla pri- ma vittoria della Coppa del Mondo Jules Rimet ottenuta in casa, nei Mondiali organizzati in Italia nel 1934. Un arco di tempo ampio, le cui testimonianze pro- venienti da vari musei d'Italia dedicati al calcio (il Museo di Coverciano, di San Siro, del Gran Torino ecc.) sono state rac- colte nella mostra "La Nazionale tra emozioni e storia. Un secolo di calcio azzurro" allestita dalla tempo il calcio si diffonde tra le fasce popolari e diventa lo sport preferito dagli italiani. Il gioco alla portata di tutti, dinamico, imprevedibile ed entusiasmante, emoziona con gioie e delusioni, accomuna gente diversa e lonta- na, e ha la forza di evocare uno spirito di condivisione, unione e complicità sotto una stessa ban- diera, grazie ai volti e alle "pro- dezze" in campo di calciatori, beniamini e protagonisti della squadra del cuore. In Italia, tutto iniziò nel lonta- no 1898, quando nacque a To- rino la Federazione Italiana Fo- otball (dal 1909 Giuoco Calcio), alla quale seguì la nascita di diverse società calcistiche. Ben presto si sentì l'esigenza di crea- re una vera e propria squadra nazionale con i giocatori nati nella Penisola. Dopo quattro mesi di lavoro da parte di una Commissione di cinque arbitri che selezionò la formazione tito- lare, il debutto ufficiale avvenne il 15 maggio del 1910 nel- l'Arena Civica di Milano dove l'Italia batté la Francia 6-2. L'anno successivo, nella gara contro l'Ungheria del 6 gennaio 1911, la Nazionale indossò per la prima volta una maglia azzur- ra con uno scudo sabaudo in omaggio alla famiglia regnante dei Savoia, di cui l'azzurro era il colore ufficiale. Nonostante il periodo fascista nel quale Mus- solini impose l'austera maglia nera, l'azzurro rimase il colore identitario dell'Italia del calcio e di tutte le altre discipline sporti- ve anche dopo la fine della mo- narchia. Dopo la presenza alle Olim- piadi del 1912, guidati dal gio- vane tecnico Vittorio Pozzo, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale interruppe la normale attività della Nazionale e molti giocatori, tra cui l'ex-capitano Vir-gilio Fossati, morirono al fronte. La dura e faticosa ripresa non impedì agli Azzurri di par- tecipare alle Olimpiadi di Anversa nel 1920 e a quelle di Parigi nel 1924. Nel 1928 la Nazionale di Augusto Rangone conquistò la medaglia di bronzo alle Olim-piadi di Amsterdam. Nello stesso anno nasceva l'idea Il ct Cesare Prandelli guiderà la Nazionale nel Mondiale Brasile 2014 La Coppa del Mondo disegnata dall'italiano Silvio Gazzaniga di gioia e contentezza regalato da uno sport che riaccende l'emozione di sentirsi italiani. Memori delle gioie del 2006 e di una vittoria sfiorata ai Cam- pionati europei del 2012, battuti in finale dalla Spagna, gli italiani sognano e sperano di tornare a vivere grandi emozioni nei Mon- diali di calcio Brasile 2014. Questa volta la nostra Nazio- nale, in campo a partire dal 14 giugno pronta ad affrontare In- ghilterra, Costa Rica e Uruguay, è allenata da Cesare Prandelli, capeggiata dal capitano Gian- La Coppa Rimet e il grande calciatore azzurro Giuseppe Meazza Jules Rimet che diede il nome al trofeo Coppa Rimet, mantenuto fino al 1970. Nel frattempo, in Italia il cam- pionato prendeva forma di giro- ne unico dalla stagione 1929-30, dopo che nel 1926 la Carta di Viareggio, fortemente voluta dall'allora presidente della Figc Leandro Arpinati, aveva posto le basi per la professione e la tutela del vivaio italiano. Dopo l'organizzazione del pri- mo Campionato mondiale di cal- cio non pienamente riuscito nel 1930, gli anni che seguirono fu- rono quelli più gloriosi e vincen- ti per la Nazionale azzurra che nell'arco di un decennio riuscì a conquistare due Coppe del Mon- do (nel 1934 e nel 1938). I grandi trionfi di questi anni iniziarono nel 1930 con la vitto- ria della Coppa Internazionale, una sorta di Coppa d'Europa. Nel 1934 il Campionato del Mondo fu organizzato in Italia dal regime fascista e vinto dagli Azzurri a Roma contro la Ce- coslovacchia, nello stadio del Partito Nazionale Fascista. Il governo aveva accettato la sfida di organizzare un Mondiale che rimodernizzasse l'impiantistica del Paese e che desse all'estero l'immagine di una Nazione in elIsA CuoZZo Federazione Italiana Giuoco Calcio nello spazio espositivo AuditoriumExpo presso l'Audi- torium Parco della Musica di Roma. Un secolo di storia della nostra Nazionale raccontato con imma- gini, trofei, rassegne stampa e filmati che testimoniano l'evol- versi di bandiere, maglie e scu- detti sullo sfondo della monar- chia, le due guerre mondiali, il Fascismo, la Guerra Fredda e lo scandalo "Calciopoli". GLI INIZI - Giunto in Italia dai Paesi anglosassoni, in poco La mitica Nazionale del 1982 che vinse contro la Germania 3-1 di organizzare un Campionato mondiale di calcio per squadre nazionali grazie all'iniziativa del presidente della Fifa (Federazione Internazionale delle Associa-zioni Calcistiche) espansione. In campo fu il de- cennio dell'allenatore Vittorio Pozzo, Commissario unico della Nazionale dal 1929 al 1948, e di grandi campioni come il portiere Combi, il difensore Monzeglio, istruttore di tennis di Mussolini; l'interno Giovanni Ferrari, gli attaccanti Schiavio, autore del decisivo gol della vittoria del Mondiale 1934, di Piola, suo successore nel Mondiale 1938, ma soprattutto di Giuseppe Me- azza, il più grande calciatore azzurro di tutti i tempi. I mezzi di comunicazione come radio, stampa e pubblicità iniziarono a tenere a battesimo i primi divi e a rendere la Nazio- nale di Pozzo un simbolo dell'i- talianità nel mondo. Il regime fascista fu sensibile al valore propagandistico dello sport e ai successi degli Azzurri, sia nel calcio che nel ciclismo e nel pu- Continua a pagina 19

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