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www.italoamericano.com 12 GIOVEDÌ 12 GIUGNO 2014 SPOSARSI AL COLOSSEO, FORSE SI POTRÀ Matrimonio nel parco La Vignetta della Settimana di Renzo Badolisani Eccolo, un ulteriore, potenziale volano per la città. Possibilità di maggiori introiti economici per il Comune e per gli operatori turistici e commerciali. Andiamo con ordine, allora: l'Aula Giulio Cesare di Roma Capitale ha avviato l'iter del provvedimento che riconosce l'eventualità di sposarsi civilmente in 'altri luoghi da definire', come, nel più classico burocratese, è riportato nella circolare di riferimento. Semplificando: attualmente chi vuole sposarsi con il rito civile possiede due soluzioni, a scelta. Unirsi in matrimonio nella Sala Rossa del Campidoglio - proprio davanti alla statua di Giulio Cesare - oppure optare per la chiesa sconsacrata di Caracalla. Bene, con il provvedimento sottoscritto da molti consiglieri di Roma Capitale, adesso - dopo i normali adempimenti burocratici-amministrativi - ci si potrà sposare all'Aventino. Oppure all'interno di Villa Borghese. Addirittura all'interno dello Stadio Olimpico, se il Coni, da cui l'impianto dipende, darà l'autorizzazione. O dentro il Colosseo, se, anche qui, il Ministero dei Beni Culturali fornirà il decisivo nullaosta. I luoghi possibili, a Roma e dintorni, pullulano, lo sapete. Tutti luoghi straordinari, per qualità paesaggistiche e di appeal complessivo. Con un po' di fantasia si potrà anche scegliere le spiagge di Ostia e di Fregene, magari dall'avvento della primavera in avanti. Insomma, coloro che non pronuncieranno il fatidico sì davanti a un sacerdote e dentro una chiesa addobbata, potranno unirsi in matrimonio all'interno di una possibile moltitudine di luoghi. Nella lista, ovviamente, andranno sicuramente inserite tutte quelle residenze private in cui, oggi, molte coppie romane, e non solo, scelgono di festeggiare il ricevimento dopo essersi scambiate le fedi: pensate alle ville adagiate sull'Appia Antica. Quelle che si affacciano ai Castelli, magari con il lago di Albano sottostante. Oppure le ville della Tuscia. O i casali posti sulla via Cassia, a nord della città. A Roma, due anni fa, sono stati officiati oltre ottomila matrimoni civili: per il correlato affitto delle sale comunali, dove giurarsi amore eterno, i residenti hanno speso centocinquanta euro mentre i non residenti oltre sei volte tanto. Naturale che, con una griglia più allargata di luoghi in cui svolgere il rito civile, possano adesso incrementarsi i ricavi economici: non solo di Roma Capitale - nelle cui casse confluirebbero gli indotti derivanti dall'affitto per i nuovi luoghi prescelti - ma anche di ristoranti, fiorai, albergatori, noleggiatori di automobili. Pensate - quando la notizia farà il giro del mondo - alla mole di turisti, amanti di Roma, che, con congruo anticipo, decideranno di sposarsi nella Capitale, coronando il loro sogno d'amore. Quali saranno adesso gli adempimenti burocratici da assolvere per accelerare l'iter? Stabilire un tariffario per le nuove strutture, ville, luoghi pubblici, parchi, arenili o quant'altro. La selezione di questa griglia di luoghi per dirsi "sì" col rito civile, prevederà il pagamento annuale di una tassa per poter celebrare il matrimonio. In questo modo - come è facile immaginare - ci saranno maggiori ricavi per Roma Capitale e per tutti quei privati che, a fronte di un canone di affitto, decideranno di mettere a disposizione degli sposi novelli le proprie strutture. Matrimoni, si cambia: chissà che non ci si possa sposare, in futuro, anche all'interno del Colosseo. L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Dal sacrificio dei soldati americani al voto degli europei immemori Da poco tempo, il 25 di mag- gio, vi sono state le elezioni europee, in una dimensione che ha visto la scarsa affluenza, sia in Italia che oltr'Alpi dell'elettorato. La credibilità, lo scetticismo, nonchè la pigrizia nello svolgere un dovere fondamentale per una comunità, come quella che do- vrebbe essere l'Europa Unita, ha prevalso sulla volontà e sul senso di dovere della cittadinanza sia italiana che europea. Può sempre verificarsi un feno- meno del genere in una comu- nità, grande o piccola che sia, in re pigro o indeciso, e tanto meno quei ragazzi americani, che senza sapere niente dell'Europa, affron- tavano le mitragliatrici tedesche sapendo però, di lasciare la loro vita sulle spiagge della Norman- dia. Solo questo pensiero, ci do- vrebbe spingere a riflettere sulla scarsa responsabilità, sia dei pro- babili eletti che degli elettori, alla quale si è andati incontro alle elezioni europee. Quella del 6 giugno, a distanza di settanta anni, è stata una data che ha compromesso la coscien- za europea, una data alla quale più volte è passata a dir poco tante altre persone non europee, ma provenienti da un'altro conti- nente, quello dell'altra parte della Terra, l'America, pur avendo ori- gine, nel loro sangue familiare, dalla vecchia Europa, non si po- tettero permettere, nello stesso periodo di primavera, di essere pigri o tantomeno indecisi nel- l'affrontare il pericolo che nel giugno del '44, erano obbligati a sostenere. Quelli erano i figli di quegli e- migranti che all'inizio del secolo- del '900 erano arrivati in Ameri- ca, sostando per quaranta giorni, sotto la statua della Libertà, mentre attendevano di affrontare Il 6 giugno di 70 anni fa lo sbarco in Normandia delle truppe americane per liberare l'Europa dalla morsa nazista inosservata. Una data alla quale nessuno di noi, si è mai capacitato ad inter- pretare quelle paure e quei senti- menti di quei giovanottoni ameri- cani che nell'alba del 6 giugno, affrontarono un nuovo giorno per andare a morire sulle spiagge del- la Normandia per liberare un continente. Un'Europa che ora, in uno stato generale un pò impigrito e inde- ciso, rischia di dimenticare la paura, la determinazione e la fer- mezza, di quegli uomini chiamati a sacrificare e ad allontanarsi dal loro sogno americano. una Nazione o, in questo caso, in una entità continentale come l'Europa. Sarà. La ricerca della giustifica- zione ci spinge a tamponare que- sta poca volontà e anche credibi- lità nel compiere un dovere pub- blico, in questo periodo contra- stato da eventi per niente affida- bili. Le motivazioni saranno e sono anche plausibili ed evidenti, ma la storia, già la Storia, quella con la S maiuscola, alla nostra poca giustificata credibilità, ed anche inoltrata pigrizia, ci dà torto. Ci dà torto perchè, proprio in questo periodo di 70 anni fa, l'avventura, la scommessa, il so- gno americano. Ora, nell'inoltrata primavera atlantica di quei primi giorni di giugno, di settanta anni fa, i nipo- ti e pronipoti di quegli stessi eu- ropei, partiti per l'America in cer- ca di fortuna, si trovavano tutti lì, accomunati nello stesso destino sulle spiaggie della Normandia, a liberare un continente da uno stato di diabolica oppressione e di angoscia che prevaricava insi- stentemente su tutta l'Europa: il nazismo. In quel momento nessun euro- peo, si poteva permettere di esse- leoNARDo MARANo In Europa han prevalso astensionis- mo ed euroscetticismo