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GIOVEDÌ 19 GIUGNO 2014 www.italoamericano.com 22 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com Accendere e spegnere: due azioni che facciamo senza pensare a un significato sorprendente luIGI CAsAle Il lettore che mi segue con una certa assiduità, si sarà accor- to di come in questa rubrica vengano presentate a scopo divulgativo pagine di semantica, la scienza dei significati: una specie di educazione linguistica per adulti. Niente di importate! Certa- mente, una cosa di cui si può fa- re a meno tranquillamente, come di tantissime altre cose, e conti- nuare a vivere felici. Special- mente se consideriamo che mol- te persone, non sapendo che e- siste la semantica, non possono né sceglierla, né rinunciarvi, restando indifferenti. Ma anche tra queste, quelli che cominciano a confrontarsi con questi temi esprimono un consenso di fondo, perché per- cepiscono che, comunque, anche per essi si aprono prospettive di conoscenza. A questo punto, se proprio dovesse servire una giustifi- cazione di questa mia attività, mi piacerebbe che i lettori si leggessero (o rileggessero) il periodo iniziale del Convivio di Dante Alighieri (Convivio I, 1). D'altra parte, in tutte le occa- sioni: presentazione della rubri- ca, esposizione dei lemmi, cor- rispondenza di lavoro con la redazione, si trovano moltissime dichiarazioni, che, non dico giustificano, ma almeno definis- cono la modesta portata di ques- ta attività di ricerca. Detto questo, passiamo al tema di oggi: "accendere e spegnere", vocaboli di un'appar- ente banalità e di una quotidian- ità quasi assillante, così come, numerose, si ripetono queste azioni durante la giornata. Insieme ai vocaboli italiani esamineremo anche i corrispon- denti napoletani "appiccia" e "stuta". I vocaboli accendere e spe- gnere, azioni riferite inizialmente al fuoco, sono passati alla lam- padina, dove tutto sommato c'è ancora del fuoco, nella incan- descenza del filamento di tung- steno: "accendere la luce" o "ac- cendere la lampadina". Dalla lampadina, poi, al gesto che si fa sull'interruttore: "accendere l'in- terruttore" e "spegnere interrut- tore". Ma quando l'interruttore, all'inizio, era una chiavetta si di- ceva anche "chiudere la chiavet- ta". Dall'interruttore, le parole accendere e spegnere sono state applicate finalmente a tutti gli apparecchi elettrici dotati di un interruttore. E poi c'è la metafora, in cui l'uso delle parole può passare, traslato, a qualsiasi campo se- mantico. Figuratevi che una vol- ta in chiesa ho sentito dire "ac- cendi il popolo!" per dire "ac- cendi le candele al popolo". Così è la lingua: una cosa viva. Accendere e spegnere, quanto alla loro radice etimologica, si muovono nell'area semantica della luce e del colore (la lumi- nosità). Infatti in esse mancano i tratti semantici rispettivamente della combustione e della tem- peratura. Lo vedremo meglio attraverso l'esame degli etimi. Accendere è parente di in- cendio. La differenza tra le due parole sta nella preposizione: "ad" per accendere, "in" per incendio, mentre la radice (che contiene il significato di base) è comune, ed è il verbo latino candère, con la "a" che è diven- tata "e". Il significato di can- deo è: essere bianco, schiarire, illuminare. Altre parole italiane ricongiungibili alla stessa radice, e che ruotano nella stessa area semantica sono: candela, candi- do, candeggina, candidato, in- candescente e incenso, tutte tranne l'ultima, col riferimento al chiarore, alla luminosità, al candore, senza nessun accenno al fuoco, alla fiamma, all'alta tem- peratura. Spegnere viene da ex-pingere (da cui anche l'italiano dipin- gere) che significa essenzial- mente: illuminare dando mag- giore o minore tonalità di luce o di colore. La preposizione "ex-" davanti a pingere è usata con va- lore privativo e fa si che il verbo significhi privare del colore. L'ipotesi che all'origine i ter- mini si muovessero nell'area semantica della luce e del colore è confermata dal verbo estin- guere (da ex-tinguo) che signifi- ca bagnare (vedi l'italiano intin- gere) e anche inumidire. Cosa diversa per le corrispon- denti voci della lingua napole- tana: appiccia' e stuta'. Se accendere, spegnere ed e- stinguere, etimologicamente, fanno parte dell'area semantica del "colore e della luce", appic- cia' e stuta' del napoletano si ri- feriscono all'azione chimico- meccanica della produzione e della propagazione del fuoco. Infatti appiccia' (ad-piceare, dove picea è l'abete – pianta per natura resinosa –, pix è la pece, e piceus è: "imbevuto di pece") significa avvicinare alla pece, alla resina, a sostanza infiamma- bile. Stuta' deriva da un tardo-lati- no ex-tutare (ex + tutus , che sig- nifica "sicuro"); quindi "met- tere al sicuro" (cioè, "allon- tanare la fiamma" o "allon- tanare dal fuoco", evidente- mente!). "Accendi il popolo!"