L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-3-2014

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senti, insieme ai tanti veterani dei live italiani dei Pearl Jam, c'è anche chi li vedrà per la prima volta, come Francesca Messina, originaria di Ca' Savio, Venezia. "Sono molto curiosa e intimorita allo stesso tempo", ammette, "Un evento così grande mi sa da band-mito, ma nessuno me ne ha parlato in questo modo. Vedremo". Niente gruppi spalla. Alle 20.50 i chitarristi Stone Gossard e Mike McCready, il bassista Jeff Ament, il cantante Eddie Vedder e il batterista Matt Cameron, supportati dal tastieri- sta Kenneth "Boom" Gaspar, salgono sul palco. È un boato. I rockers fanno subito sul serio aprendo con Elderly Woman Behind the Counter in a Small Town, quindi una sorpresa. Suonata il più delle volte durante i bis, irrompe precoce (3°) la possente Black. Il pubblico risponde ondeggiando sulle stra- zianti e poetiche note-parole di un amore non corrisposto. Dal presente di Sirens ci si sposta ai più lontani riff riottosi di Why go. Nell'epoca dell'omo- logazione i Pearl Jam ringhiano la propria dichiarazione d'indi- pendenza: (Trad.) "Lei sembra più forte, ma loro vogliono che sia debole/ Poteva fingere, pote- va unirsi al gioco/ Avrebbe potu- to essere un altro clone". Tocca poi a Corduroy racco- gliere il testimone e scandire a chiare note il concetto: "Prenderò la strada più diffici- le/… Schiacciami e io resi- sterò… Loro possono comprarli, ma non possono mettersi i miei abiti". Vibrano le sei corde di Stone. Strabordano quelle di Mike. La band propone pezzi da (quasi) tutta la propria discografia fino ad atterrare sulla celebre Even Flow. McCready sale in cattedra. Chitarra dietro la schiena nell'as- solo mentre il piede se ne va su e giù per il wah wah. A chiudere la prima parte del concerto altre sei canzoni. Un crescendo sonoro fino all'esplo- sione conclusiva di Do the Evolution e Rearview mirror, con Ament e Vedder in stato di furore concertistico. I Pearl Jam saranno anche invecchiati all'a- nagrafe, ma il loro rock è più vivo che mai. A decretarlo gli stessi fan. Se la franchigia di football dei Seattle Seahawks, vincitrice nel 2014 del Super Bowl, ha il 12° uomo in campo quando gioca in casa, i Pearl Jam hanno il sesto membro ovunque vadano. Dopo una breve pausa iniziano le due sessioni di bis. Alle prime note di Crown of Thorns gli occhi si fanno lucidi. La canzone è dei Mother Love Bone, band di Seattle dove militavano Gossard e Ament fino alla prematura scomparsa del cantante Andy Wood (1966-1990). Tra il pubblico c'è chi indossa una t-shirt di questo gruppo. La telecamera se ne accorge e la rimanda sui due maxi schermi. Nel buio della performance, alla luce artificiale dei cellulari, si ergono fiere anche le più roman- tiche fiammelle degli accendini. Da qualche parte, lassù, Andy osserva compiaciuto. Neanche il tempo di riprendersi ed è il momento di Jeremy, la canzone dedicata a un quattordicenne americano suicidatosi con un colpo di pistola alla testa a scuo- la, davanti ai suoi compagni di classe. È sempre una sofferenza ascoltarla. C'è sempre una pro- messa che irrompe dentro nel riviverla. Un'altra serie di canzoni prima dell'ultimo break. Ritrovo Francesca. Ha indosso una maglietta del tour di No code prestatale da un amico. "Una sola, unica e sconcertante parola: semplice. Un palco essenziale. Zero effetti speciali. Semplicemente i Pearl Jam" sot- tolinea. "Non fanno nulla per apparire. Non temono di mostra- re la loro età. Niente luci strobo- scopiche, raggi laser, effetti elet- tronici o costumi supergalattici per arricchire lo show. Suonano e cantano come se al posto di uno stadio gremito fossero davanti a un pubblico da bar di provincia". Attacca l'ultima cascata di "music e lyrics". Better Man, Once, Alive, l'immortale Rockin' in a Free World di Neil Young e finale con la placida Yellow Ledbetter. I fan guardano oltre il palco. Si cercano tra di loro. Sbirciano nelle rispettive emozioni. Sentieri empatici fatti di silen- zio, pioggia e inchiostro. Sono tutti lì. Insieme. "Fin dalla prima nota suonata, ho sentito il mio corpo attraver- sato da una tempesta di brividi" racconta a caldo il giovane Alberto Netti, cantante-chitarri- sta della rock band Volvodrivers: "Tre ore di con- certo intensissime di energia, passione, intelligenza, sincerità, sorrisi, lacrime e vero amore. Vorrei andare ogni giorno a un concerto dei Pearl Jam". GIOVEDÌ 3 LUGLIO 2014 www.italoamericano.com 25 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | luCA FeRRARI Da Seattle a Trieste salgono in cattedra i Pearl Jam: zero effetti speciali per incantare con 3 ore di mito musicale Allo stadio Nereo Rocco di Trieste sono di scena i Pearl Jam. A più di vent'anni dagli esordi, sono ancora on stage. Cresciuti senza cambiare. Genuini e normali. Nel capoluo- go friulano i fan sono arrivati da ovunque per ascoltarli. Molti di loro indossano t-shirt musicali. Non solo magliette della band di Seattle. Si fanno anche notare i colleghi del Nordovest america- no, Alice in Chains e Nirvana, quindi un po' di nostalgia con Ramones e The Who. Tra i pre- Eddie Vedder (Ph. Simone Di Luca) Pearl Jam, Mike McCready e Jeff Ament (Ph. Simone Di Luca) Notte rock ne La Grande Bellezza di Roma per gli intramontabili Rolling Stones Un omaggio alla Grande Bellezza di Roma e al film pre- mio Oscar a Los Angeles di Paolo Sorrentino, in tribuna d'onore, nel primo video uffi- ciale che i Rolling Stones hanno caricato sul loro canale ufficiale You Tube dopo il concerto al Circo Massimo di Roma. Sì, il pubblico scatenato della storica rock band non ha omag- giato Roma, anzi, proprio come nel film si parla di decadenza e degrado, ha lasciato per terra cumuli di spazzatura in pieno disprezzo per l'antico circo romano situato nella valle tra il Palatino e l'Aventino e costruito a partire dal 329 avanti Cristo. Sulle note di una tenerissima versione di "Streets of Love", le immagini del video dell'unica data italiana, mostrano la band sul megapalco circondata dai 71 mila spettatori da tutt'Italia (moltissimi anche gli stranieri) alternata a scorci della Capitale raccontati con le stesse luci di alba e tramonto e persino con le stesse location immortalate dalla fotografia di Luca Bigazzi della pellicola premio Oscar 2014 come miglior film straniero. It's only Rock 'n Roll, Let's spend the night together, Jumpin' Jack Flash, Streets Of Love, solo per cominciare. Poi Respectable scelto dal pubblico e i classici Start Me Up, Miss You, Honky Tonk Women, Sympathy For The Devil, Brown Sugar, Tumblin' Dice. You Can't Always Get What You Want, Satisfaction. Mick Jagger e Company hanno incantato e conquistato, stregato il pubblico come hanno fatto negli ultimi 50 anni: intra- montabili sebbene abbiano ormai 70 anni. I Rolling Stones al Circo Massimo per la 3^ tappa del 14° On Fire Tour Stadio di Trieste pieno per i Pearl Jam (Ph.Simone Di Luca) Una fan al concerto (Ph. Ferrari) Fan da tutt'Italia (Ph. Simone Di Luca)

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