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GIOVEDÌ 3 LUGLIO 2014 www.italoamericano.com 18 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GIOVEDÌ 3 LUGLIO 2014 Nel 2020 l'Italia vuole esportare il 50% di vino in più puntando su Stati Uniti, Brasile e Russia. Ma è la West Coast il mercato del futuro Ben 56mila presenze estere al Vinitaly, la fiera internazionale dell'enologia che si tiene ogni anno a Verona (credits: Foto Ennevi-Veronafiere) Brad Jensen, fondatore dell'americana Bon Vivant con un giro di affari di 2 milioni di dollari e vendite in molti Stati degli Usa dal Vinitaly, dove ha firmato alcuni contratti, ha detto: "A New York ma anche in altre città americane, i consumatori stanno scoprendo e iniziano a guardare oltre al Pinot Grigio e al Chianti. Io cerco cantine fami- liari, biologiche, sostenibili e di tutti i prezzi, fino al top". Il bilancio di Vinitaly, la più grande fiera del vino del mondo che si tiene in primavera a Verona, è più che positivo. Si tirano le somme forti di un nuovo riconoscimento e in vista dell'importante appuntamento con Expo 2015. "Con oltre cento anni di espe- rienza nell'organizzazione fieri- stica e una posizione strategica, vicina al cuore del continente, è il primo organizzatore di manife- stazioni in Italia e il secondo in mantenere quella leadership che vecchi e nuovi competitor vor- rebbero intaccare. Nelle nostre bottiglie ci sono una storia mille- naria, cultura e tradizioni che ci hanno portato a coltivare la vite a qualsiasi latitudine e a volte con- tro ogni logica economica. In questo sta il valore aggiunto del vino italiano, che arricchisce l'eccellenza qualitativa raggiunta grazie al grande lavoro fatto in vigna e in cantina negli ultimi 40 anni. Per questo, dal punto di vista operativo il Padiglione del Vino non sarà una fiera, ma un sistema di promozione globale, che partirà dai territori di produ- zione. Il progetto, condiviso dal Comitato scientifico istituito dal Ministro per le Politiche Agricole come luogo di incontro e sintesi delle varie componenti della filiera, è già in fase avanza- ta di elaborazione", ha detto il direttore Mantovani. L'ultimo Salone internaziona- le del vino e dei distillati, svolto- si insieme a Sol&Agrifood, ras- segna dell'agroalimentare di qua- lità ed Enolitech, salone delle tecnologie per la viticoltura, l'enologia e l'olivicoltura ha confermato la sua leadership di principale piazza di affari inter- nazionale del vino, con un aumento degli operatori del 6% per un totale di 155.000 presenze in 4 giorni di manifestazione. Importante la crescita in termini numerici e qualitativi dei buyer esteri, saliti a 56.000 rispetto ai circa 53.000 del 2013, raggiun- gendo un'incidenza del 36% sul totale. A Vinitaly il governo italiano ha lanciato l'obiettivo del +50% dell'export enologico al 2020 e annunciato il piano in 18 punti per la semplificazione in agricol- tura e per il sostegno delle imprese agricole e dei giovani. "Il Governo sta facendo molto per il vino – ha commentato Ettore Riello, presidente di Veronafiere – e l'investitura che abbiamo ricevuto dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina per la realizzazione e la gestione del Padiglione del Vino ad Expo Milano 2015 è impor- tante, perché riconosce alla fiera e a Vinitaly un ruolo centrale e di sistema per la promozione del vino italiano nel mondo". L'affluenza di buyer dall'estero a Vinitaly "in costan- te crescita negli anni – ha detto ancora Mantovani– è una dimo- Europa". Per questo la rassegna ha ottenuto l'Oscar del vino 2014: "Veronafiere è promozio- ne e comunicazione del made in Italy a tutto tondo. Il riconosci- mento va all'idea, all'impegno e alla professionalità nella costan- za, anno dopo anno, di regalare ad appassionati e addetti ai lavo- ri la vetrina più ricca e bella pos- sibile del vino italiano". A meno di un anno dall'inau- gurazione dell'Expo 2015 di Milano, "l'Italia del vino si trova di fronte a una nuova sfida: fare sistema attorno ad un progetto strategico che pone le basi per lo sviluppo del settore nei prossimi anni. Sarà questa – ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - la chia- ve di volta per il successo della manifestazione e delle esporta- zioni nel prossimo futuro. L'Expo 2015 è una grande occasione per rilanciare la sfida sui mercati internazionali e per strazione della centralità della nostra manifestazione per gli operatori professionali di tutto il mondo. Con 56.000 presenze estere su un totale di 155.000 saliamo al 36% di buyer internazionali. Nella top ten quest'anno abbiamo al primo posto la Germania, con gli Usa quasi a pari merito; seguono Gran Bretagna, Canada, Russia, Svizzera, Asia con Singapore, Hong Kong e Cina, la Francia al settimo posto, Austria, Giappone. All'undicesimo posto i Paesi Scandinavi con Danimar- ca, Svezia e Norvegia". Detto altrimenti sono Russia, Brasile e Stati Uniti i primi tre mercati su cui punteranno gli espositori per aumentare il loro export di vino. Emerge dal primo Outlook di wine2wine – L'Osservatorio b2b di Vinitaly, una raccolta di infor- mazioni interessanti, ma soprat- tutto con un punto di vista origi- nale, che è quello degli oltre 4.000 espositori di Vinitaly, che rappresentano le aziende più importanti ed export oriented ita- liane. Scorporando i dati raccolti dall'indagine sugli espositori divisi in base al fatturato, emer- gono differenze significative rispetto all'export e ai Paesi tar- get. Se quelli con fatturato fino a 100.000 euro esportano media- mente in sei Paesi, quelli sopra i 500.000 mila euro sono presenti con i propri vini mediamente in 20 mercati; i primi prevalente- mente nell'Europa comunitaria i secondi in tutte le aree geografi- che del mondo. Primo Paese di sbocco è per tutte le classi di fatturato la Ger- mania, mentre al secondo e al terzo posto ci sono la Francia e la Svizzera per i piccoli produt- tori fino a 100.000 euro di fattu- rato, la Svizzera e il Belgio per quelli tra 100.000 e 500.000 euro e gli Usa Costa Est e la Svizzera per le cantine di grandi dimen- sioni. Non mancano comunque piccole realtà capaci di esportare nella East Coast degli Stati Uniti (30%), in Giappone e West Coast Usa (23%), Cina, Hong Kong e Australia (12,5%). Anche i mercati su cui punta- re in futuro, i most favourite tar- get countries, si diversificano in base al fatturato. Se sul campio- ne totale emergono Russia, Brasile e Stati Centrali degli Usa, per i piccoli le tre aree degli Stati Uniti sono ai primi tre posti della lista per oltre il 50% delle aziende intervistate, con la Russia e la Germania che seguo- no con il 46% delle preferenze. Per le medie aziende ci sono ai primi posti Russia (50%), Brasile (44%), Stati Uniti Centrali (41%), Regno Unito (40%) e West Coast (38%). Russia in testa tra i mercati su cui investire per il 44% delle grandi aziende, con il Brasile al secondo posto (39%), mentre al terzo posto ci sono gli Emirati Arabi (31%), che precedono di un soffio Singapore (30%) e Messico (29%). La lista prosegue evidenzian- do una voglia di diversificare non presente nelle cantine di minori dimensioni, che si giusti- fica sia con la loro presenza già consolidata in un numero di Paesi maggiore, sia con una strutturazione organizzativa e una capacità di investimento maggiori. I Paesi, segnalati da almeno un quarto degli intervi- stati, sono in parte "esotici" e in parte "tradizionali, così dal sesto al ventesimo posto abbiamo: Area Centrale degli Stati Uniti, Corea del Sud, India, Svezia, Nuova Zelanda, Vietnam, Australia, Tailandia, Cina, Norvegia, Hong Kong, Taiwan, Turchia, Stati Uniti Costa Ovest e Finlandia. Negli Usa i più venduti sono Pinot Grigio, Chianti, Valpolicella, Ripasso, Amarone oltre a spumanti e Prosecco (credits: Foto Ennevi-Veronafiere) Oltre 4mila espositori a Verona con le aziende più export oriented d'Italia (credits: Foto Ennevi-Veronafiere)