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GIOVEDÌ 3 LUGLIO 2014 www.italoamericano.com 24 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GIOVEDÌ 3 LUGLIO 2014 Ha gonfiato palloncini ven- dendo ai collezionisti il suo fiato, ha apposto la firma su corpi nudi trasformandoli in sue creazioni rilasciando tanto di autentica, fino a vendere la sua "Merda d'artista" a peso d'oro. È Piero Manzoni (1933-1963), geniale, irriverente verso il mer- Morto neppure trentenne, stroncato come suo padre da un infarto, Manzoni è riuscito in appena 7 anni di carriera (1956- 1963) ad imprimere indelebil- mente il suo nome sui manuali di storia dell'arte, ma anche a riscrivere il concetto di collezio- nismo. La mostra, la più importante cilindri neri, con un'etichetta che ne riporta la lunghezza, la data e la firma. Tutto qui? Sì, tutto qui. Geniale. Non serve neppure aprire il cilindro per accertarsi che ciò che indica l'etichetta sia corret- to. È la parola dell'artista a fare da garanzia. E questo è già il punto cruciale di tutta l'estetica di Manzoni. Certo, far digerire al pubblico un'opera d'arte fatta di una linea potenzialmente infinita tracciata su un foglio di carta arrotolato, non fu proprio facile. Durante l'inaugurazione di una mostra un visitatore, sentendosi offeso e preso in giro da un artista che anziché dipingere una tela sroto- lava un pezzo lunghissimo di carta davanti agli occhi increduli dei partecipanti, arrivò a strap- parlo. Manzoni era già riuscito nel suo intento: "Una linea si può solo tracciarla, lunghissima, all'infinito, al di fuori di ogni problema di composizione o di dimensione: nello spazio totale non esistono dimensioni". Poi arrivarono i "Corpi d'aria" (1959), da lui definiti "sculture pneumatiche": pallon- cini venduti in kit. 45 esemplari numerati: una scatola di legno contenente un foglio con le istruzioni, un palloncino bianco da gonfiare con un tubicino ed un treppiede su cui poggiare la scultura d'aria. E il gioco è fatto. Il passo successivo sarà il "Fiato d'artista" (1960), ovvero un palloncino gonfiato dallo stesso Manzoni ed applicato su una base di legno. Gomma che, con gli anni, si è solidificata ed in parte sgretolata, trasforman- dosi in una "reliquia" dell'opera-evento. Potremmo andare avanti all'infinito. Se ciò che conta è l'interven- to diretto dell'artista sul "pro- dotto" arte, ovvero se è l'azione dell'artista a determinare l'opera d'arte, allora Manzoni si trasfor- ma in Re Mida, che a sua volta tramuta in oro tutto ciò che tocca. Ed arriviamo alla "Merda d'artista". Nel maggio 1961 Manzoni arriva a concepire 90 esemplari numerati. Si legge sull'etichetta "gr. 30. Conservata al naturale (made in Italy)". Il passaggio concettuale importante, tuttavia, non è quel- lo di mettere in vendita i propri escrementi, ma è il prezzo. Lo stesso artista, infatti, ne fissa il valore a quello quotidiano dell'oro al grammo. Era la sua una riflessione critica sul consu- mo e la commercializzazione dell'arte ed in generale sulla società capitalistica dei consumi nell'Italia del pieno boom eco- nomico. Inutile dire che le sca- tolette di "Merda d'artista" hanno superato, negli anni, e di gran lunga, il valore dell'oro. Il passo successivo sarebbe stato quello di vendere "fiale di san- gue d'artista". Ma non ha fatto in tempo. Come pure, tra i pro- getti pensati e non ancora realiz- zati, c'era quello di esporre "persone morte" da conservare "in blocchi di plastica trasparen- te" (il virgolettato è suo, come compare in alcuni scritti). Se Corpo d'aria n.6 (1959-60), scatola di legno e palloncino in gomma cato dell'arte, tra i più innovato- ri e controversi artisti italiani del XX secolo. E a lui il Palazzo Reale ha dedicato una delle più interessanti mostre del panora- ma nazionale, promossa e pro- dotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Skira editore (che ne pubblica il cata- logo), curata da Flaminio Gualdoni e Rosalia Pasqualino di Marineo in collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni. Come ha detto l'asses- sore alla Cultura Filippo Del Corno: "Questa mostra è stata uno dei capisaldi di un palinse- sto di eventi culturali che abbia- mo voluto dedicare a tutti gli artisti che hanno fatto grande la nostra città e la sua storia, con mostre, concerti, spettacoli e approfondimenti, che si sono snodati in giro per Milano". realizzata a Milano dalla sua morte, ha riunito oltre 130 opere, dalle prime pitture ancora "incerte" nate dall'impronta di oggetti sulla superficie bidimen- sionale di tela, tavola o masoni- te, sino ai prodotti del corpo (fiato, impronta, placenta e merda), intesi come parte della "totalità dell'essere (artista)". Manzoni ci ha talmente immersi in una sorta di effetto sorpresa che cercare di ritra- smettere quel sentimento di stu- pore che ha assalito il visitatore lungo il percorso espositivo di Palazzo Reale è davvero diffici- le. Ma andiamo per ordine. Con la serie "Linee", iniziata nel 1956, si interroga su come far uscire l'opera dalla bidimen- sionalità del quadro. Comincia allora a tracciare linee su rotoli di carta, poi arrotolati e chiusi in Venduta a peso d'oro in 90 esemplari, è la riflessione critica di Manzoni sulla commercializzazione dell'arte nell'Italia del boom consumistico non fosse morto a 29 anni, pur nelle critiche e nella dissacrante ricerca, dove sarebbe arrivato? L'arte e gli artisti secondo il geniale e irriverente Piero Manzoni AdelINdA AlleGRettI Piero Manzoni con dei Corpi d'aria, Milano, 1960 Piero Manzoni nel suo studio srotola una Linea, 1959