L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-3-2014

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GIOVEDÌ 3 LUGLIO 2014 www.italoamericano.com 26 GIOVEDÌ 3 LUGLIO 2014 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | L'Italia è stata ingloriosamente eliminata al primo turno di Brasile 2014. Eliminata dalla Costa Rica (ed è tutto dire!) e dall'Uruguay più deludente degli ultimi 20 anni. Come a Sudafrica 2010, gli Azzurri non passano nemmeno il girone eliminatorio. RESET TOTALE – L'Europeo 2012 (concluso al secondo posto) aveva illuso: il calcio italiano sta male, a tutti i livelli. Il nostro campionato non attira più talenti né investitori, i nostri club giocano un calcio lon- Il fallimento della Nazionale ai Mondiali brasiliani deve portare a una rivoluzione del calcio italiano veda la tragedia di Ciro Esposito, il tifoso napoletano ucciso in scontri prepartita): gli ultras la fanno da padroni e i tifosi sono costretti a frequentare stadi orribi- li e anacronistici. È l'intero movi- mento a dover compiere un auten- tico reset. Negli scorsi decenni situazioni simili (ma forse non così gravi e non capitate in 'con- tingenze esterne' così negative) sono accadute anche in altri Paesi europei, ma Inghilterra, Belgio, Svizzera e (persino) Germania si sono dati da fare e ora sono esem- pi virtuosi. COMINCIARE DALLA NAZIONALE – In questo qua- dro a tinte fosche, parlare del flop (e del futuro) della Nazionale potrebbe sembrare paradossale. In realtà non è così: gli Azzurri restano un simbolo, un valore. La punta dell'iceberg, certo, ma una loro condotta virtuosa (che non vuol dire vincere sempre e comunque) rappresenterebbe un segnale importantissimo. CROLLO VERTICALE – Dopo l'umiliante eliminazione dal Mondiale, le dichiarazioni di alcuni protagonisti non hanno fatto che aggravare la situazione. Dignitosamente Prandelli (che parecchie colpe, comunque, le ha) si è subito dimesso, aprendo la strada (ed era ora!) all'addio del presidente della FIGC Giancarlo Abete (7 anni al comando, più che negativi). Poche ore dopo l'addio del Ct, però, la Nazionale è letteralmente esplosa, rivelando una tensione fortissima che rara- mente si è avvertita in una spedi- zione mondiale. TUTTI CONTRO BALO- TELLI – Balotelli ha fatto un brutto Mondiale, questo sia chia- ro. Ma che il capitano della Nazionale (Buffon) e altri 'sena- tori' (De Rossi su tutti) si permet- tano di additarlo come principale (se non unico) responsabile della disfatta, è stucchevole e quasi patetico. Oltre a Balotelli, sono finiti nel 'mirino' tutti i 'giovani' che, a detta dei veterani, avrebbe- ro preso troppo sotto gamba la spedizione in Brasile. SCHELETRI NELL' ARMADIO – Ora, prescindendo dal 'pedigree' tutt'altro che immacolato di alcuni di questi atleti, cercare un italianissimo 'scarica-barile', all'indomani del crollo, sembra decisamente pate- tico. D'accordo, molti di loro avranno in bacheca la vittoria a Germania 2006 (nemmeno tutti, tra l'altro), ma siamo così certi che i vari Buffon, De Rossi, Chiellini & co. abbiano offerto prestazioni così superiori rispetto a Balotelli e agli altri giovani? VOLTARE PAGINA – In agosto (si spera!) dovremmo avere un nuovo presidente di Lega e, subito dopo, un nuovo Ct. La nuova FIGC dovrà pianificare una vera rivoluzione del calcio italiano e il nuovo selezionatore dovrà costruire la Nazionale. Tanti – come detto – sono gli aspetti da considerare per riscatta- re l'intero movimento. Il lavoro sulla Nazionale, inve- ce, potrebbe essere un po' meno esteso. Di certo, un buon punto di partenza, potrebbe essere accan- tonare giocatori che hanno già dato il meglio sul campo e che hanno dimostrato di non saper più rispettare le regole minime del gruppo. Dietro di loro i giovani ci sono (Sirigu, Verratti…) e, come sempre in Italia, sono costretti a 'mordere il freno'. Ecco: abbiamo l'occasione (o la necessità?) di voltare pagina per davvero, partendo proprio da qui. steFANo CARNeVAlI tano anni luce dalla qualità e dalla forza delle grandi d'Europa, i nostri presidenti lamentano pre- sunte ristrettezze economiche (ma i soldi ci sono, semplicemen- te sono spesi malissimo) e tesse- rano sempre più stranieri. In Italia, poi, di calcio si muore (si Giancarlo Abete, presidente dimissionario della Figc Per anni, il calcio – certamente lo sport più diffuso e popolare al mondo (anche per la facilità d'esecuzione) – ha sempre cono- sciuto un 'buco nero' corrispon- dente agli Stati Uniti. Poco ave- vano potuto fare i reiterati tentati- vi della Fifa di fare breccia negli States (la Nasl attiva tra anni '70 e '80, il Mondiale del 1994): il soccer si scontrava con altri sport più 'spettacolari' e 'televisivi', rimanendo una valida opzione solo per le ragazze e per gli immigrati provenienti da paesi 'calciofili'. Negli ultimi anni, però, qual- cosa è evidentemente cambiato: il progetto della MLS si è rivelato vincente e non solo per la presen- za di stelle come Beckham e Henry (arrivati negli Usa ancora performanti, a differenza di quan- to accaduto ai vari Pelé e Beckenbauer visti nella Nasl). Il movimento si è dato basi forti e un'organizzazione invidiabile. I soldi ci sono (e tanti), la forma- zione dei giovani è diffusa e coscienziosa. In più, si è comin- ciato a lavorare con lungimiranza sulla Nazionale. SQUADRA DI TUTTO RISPETTO – Negli anni 2000, un buon numero di calciatori Usa è sbarcato in Europa. Nessuno è diventato un fenomeno, ma molte buone individualità si sono poten- temente affermate. Forti di questa esperienza, i calciatori americani hanno fatto progredire la Nazionale che, negli ultimi anni, è diventata una realtà decisamen- te scomoda da affrontare. Le gestioni Arena e Bradley, Il sogno mondiale degli Stati Uniti dove il soccer adesso spopola infatti, avevano dato vita a squa- dre solide, molto atletiche e qua- drate. CILIEGINA KLINSMANN – Ma ora è stato compiuto il salto di qualità. Negli Usa il calcio vive e prospera (grazie alla vir- tuosa MLS) e la Nazionale, affi- data all'istrionico Jurgen Klinsmann, è diventata una squa- dra forte e soprattutto propositiva. I risultati sono sempre buoni, ma è la visione dello sport a essere cambiata: ora, anche negli States, il calcio è un fenomeno naziona- le, un gioco divertente e aggre- gante, un fenomeno culturale. ONE NATION ONE TEAM – Prova ne sia la 'follia collettiva' che ha inondato gli Usa, durante la partita della Nazionale contro la Germania. Forse per la prima volta, il paese ha vissuto un even- to calcistico con un coinvolgi- mento 'all'europea'. La gara si è svolta in orario lavorativo, per cui steFANo CARNeVAlI la Federazione ha fatto circolare delle 'giustifiche' da presentare al datore di lavoro e firmate dallo stesso Klinsmann. Anche il presi- dente Obama ha dimostrato di gradire, guardando il match dall'Air Force One e twittando lo slogan 'One Nation One Team'. E non è un caso se il maggior numero di tifosi giunti in Brasile (dopo quelli di Colombia e Messico) arrivi proprio dagli States. YES WE CAN – A prescinde- re dal risultato finale, la missione della Nazionale americana è già decisamente positiva: gli States hanno regolato il Ghana, control- lato il Portogallo e non sfigurato contro la Germania. Klinsmann ci crede e sottolinea come l'obiettivo sia "creare giocatori che possano rimanere a lungo ad alti livelli". La strada imboccata è quella corretta, agli antipodi dell'Italia. Il ct della nazionale statunitense Jurgen Klinsmann Mario Balotelli

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