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d'arte della provincia italiana, dialogando con i capolavori con- servati nella Galleria degli Uffizi. L'esposizione, che ha sede nel Teatro degli Antei a Pratovecchio Stia, prende spunto dalla figura mitica del pittore Iacopo di Landino, che una con- solidata tradizione vuole origina- rio di Pratovecchio e che Giorgio Vasari identificava con quel Iacopo del Casentino, con- temporaneo di Giotto, di cui la Galleria degli Uffizi possiede l'unica opera firmata, il piccolo trittico donato da Guido Cagnola al museo nel 1947. Sebbene nel territorio non sussistano dipinti del maestro, la mostra ha voluto documentare attraverso opere come la tavola della Madonna col Bambino di Romena (oggi nella Chiesa del Santissimo Nome di Gesù a Pratovecchio) del Maestro di Varlungo, il polittico murale di Taddeo Gaddi di Poppi raffigu- rante la Madonna col Bambino e santi, il Graduale miniato verso il 1330-1340, l'esistenza di una fervente vita artistica locale che ebbe inizio già alla fine del XIII secolo e che proseguì nella seconda metà del Trecento con il trittico datato 1357 nella chiesa di Pagliericcio del Maestro di Barberino e le opere di Giovanni del Biondo, anch'egli di proba- bile origine casentinese, seppure formatosi a Firenze nella bottega di Nardo di Cione. Agli anni a cavallo fra la fine del '300 e l'inizio del '400 risal- gono in questo stesso territorio numerose testimonianze di pittu- ra tardogotica riconducibili a maestri affascinanti e sofisticati come il Maestro della Madonna Straus, il Maestro di Borgo alla Collina, recentemente identifica- to con Scolaio di Giovanni, Giovanni Toscani, pittori che portano in Casentino le tendenze più aggiornate ed alla moda della pittura fiorentina dell'epoca rappresentate da Lorenzo Monaco e Gherardo Starnina. I polittici di Bicci di Lorenzo presenti in varie chiese del terri- torio, fra i quali è in mostra quello commissionato nel 1414 dal conte Neri della casata dei Guidi, signore di Porciano, e il finto trittico di Poppiena dipinto da Giovanni dal Ponte, che per la chiesa delle monache camal- dolesi di Pratovecchio aveva eseguito una pala d'altare oggi alla National Gallery a Londra, ci testimoniano l'esistenza di rapporti privilegiati fra i com- mittenti del territorio e alcune botteghe fiorentine, concludendo agli albori del Rinascimento il percorso espositivo, prima tappa di un iter artistico che prosegue nei decenni seguenti con docu- menti figurativi altrettanto straordinari. L'esposizione, attraverso il catalogo che la correda, è stata occasione per riproporre al pub- blico le illustri personalità che al Casentino, dove agli inizi del XIV secolo ricevette ospitalità l'esule Dante Alighieri, devono la loro origine: letterati come Donato Albanzani da Pratovecchio, amico di Petrarca e Boccaccio che insegnò retorica e grammatica a Venezia; Francesco Landini, figlio del pit- tore Jacopo, detto Francesco degli Organi uno dei più grandi organisti e compositori di musi- che del Medioevo; fino all'uma- nista Cristoforo Landino. La mostra è curata, insieme al catalogo edito da Maschietto Editore, da Daniela Parenti e da Sara Ragazzini e promossa dal Comune di Pratovecchio Stia con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico della Provincia di Arezzo e la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, oltre alla Provincia di Arezzo, la Diocesi di Fiesole, la Proloco Pratovecchio e la Galleria degli Uffizi. L'edizione 2014 de "La città degli Uffizi" – la 14^ di una for- tunata serie espositiva, ideata e fortemente sostenuta dal diretto- re della Galleria degli Uffizi di Firenze, Antonio Natali – ha scelto il Casentino come sede e territorio con il quale ritessere e riproporre al pubblico gli antichi legami con Firenze all'insegna della storia, della cultura e dell'arte. Luogo ricco di storia, oltre che di bellezze naturali, il Casentino conserva ancora molti capolavori d'arte medievale e rinascimentale che attestano i suoi stretti legami con Firenze, in virtù dei floridi commerci e dell'appartenenza dell'intera regione alla vasta diocesi di Fiesole. Come ogni mostra della col- lana "La città degli Uffizi" anche questa si prefigge di por- tare all'attenzione del pubblico lo straordinario patrimonio GIOVEDÌ 17 LUGLIO 2014 www.italoamericano.com 30 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Madonna con Bambino di Jacopo del Casentino, contemporaneo di Giotto La scultura di fama mondiale di Emilio Greco Poco conosciuta, ma affascinante: è la pittura tardogotica del Casentino FABrIZIO dEl BIMBO Ingresso al Teatro degli Antei Le figure femminili mescolano vitalità, misura classica e malinconia Opera in mostra a Pratovecchia Stia Le sculture figurative e vitali del catanese Emilio Greco nei più prestigiosi musei del mondo Emilio Greco (Catania 1913- Roma 1995) è stato senza dubbio uno dei maggiori scultori italiani del secondo '900, come ha sanci- to anche il Gran premio per la scultura alla Biennale veneziana del 1956. La sua fama è interna- zionale e le sue opere sono, tra l'altro, conservate nei più presti- giosi musei di tutto il mondo, dalla New Tate Gallery di Londra all'Ermitage di San Pietroburgo, dal Museo Puskin di Mosca all'Open-Air Museum di Hakone, dai Musei Vaticani alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, solo per citar- ne alcuni. Fra i suoi lavori più celebri basta ricordare le Porte della Cattedrale di Orvieto, il monu- mento a Papa Giovanni XXIII in San Pietro, il monumento a Pinocchio di Collodi. Nel contesto di una ricerca essenzialmente figurativa, Greco ha saputo rinnovare costante- mente la forma plastica per rag- giungere una pienezza e totalità di vita (evidente ad esempio nelle sensuali figure femminili) che costituisce forse la sua qua- lità essenziale. Il grande scultore catanese ha conquistato una cifra totalmente personale muovendo- si liberamente ed originalmente fra un ampio panorama di riferi- menti: la scultura etrusca, la ritrattistica romana, il manieri- smo (il Giambologna, ad esem- pio), il barocco, le ricerche di Arturo Martini, Marino Marini, ma anche di Moore e Pevsner. Dall'opera scultorea di Greco promanano una profonda carica di umanità, una misura classica e una dolce sensualità, nonché una vena malinconica, che rivelano un'attitudine lirica confermata anche dalla sua vocazione di poeta, sia pur umile ed appartato a cospetto della sua attività mag- giore.