L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-14-2014

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/362783

Contents of this Issue

Navigation

Page 17 of 27

GIOVEDÌ 14 AGOSTO 2014 www.italoamericano.com 18 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Dove sono finiti i grandi acquisti di una volta? In Italia il calcio non attrae investimenti e non monetizza il brand Ad ogni calciomercato si sen- tono sempre le stesse storie: i budget per nuovi giocatori non ci sono e, se si fanno nuovi acquisti, spesso si tratta di gio- catori provenienti dalla Serie B, oppure di stelle dei campionati stranieri ormai arrivati agli ulti- mi anni della loro carriera, e quindi con un valore di mercato ridotto. Non c'è nulla di male nell'ac- quisto di giovani provenienti da serie minori e anche i giocatori maturi possono essere utili, spe- cialmente per squadre partico- larmente giovani. Però ci si chiede dove siano finiti i grandi acquisti di una volta. Ci ricordiamo di quando l'Inter acquistò Clarence Seedorf dal Real Madrid (per poi rivenderlo qualche anno dopo al Milan); quando il campionato di Serie A era una meta ambita dai calcia- tori di tutto il mondo e giocatori come Andriy Shevchenko, Liam Rush, e Ian Brady (che potevano scegliere di giocare ovunque in Europa) preferivano l'Italia; o di quando anche gli acquisti a livello nazionale facevano noti- zia in tutto il mondo, ad esem- pio Gigi Buffon e Lilian Thuram che vennero ceduti dal Parma alla Juventus per 54 e 41 miliardi di euro, rispettivamen- te. E chi si ricorda di quel Parma (che assieme alla Lazio), spese talmente tanto per acquistare giocatori famosi che finí in rovi- na? Si dice che quei giorni sono finiti grazie alla regola del "fair play finanziario" imposta dal- l'autorità calcistica europea Uefa, che obbliga le squadre ad arrivare al pareggio del bilancio, proibendo di indebitarsi fino al collo, pena la squalifica dai tor- nei europei. Questa regola venne imposta nel 2009, ma mentre le squadre straniere si sono adeguate, quel- le italiane no, di consequenza le squadre non possono fare acqui- sti costosi per non indebitarsi. Il problema principale è che il calcio in Italia non riesce ad attrarre investimenti. Una volta erano le squadre dei grandi centri industriali a domi- nare il calcio europeo (offrivano un equilibrio fra la classe ope- raia pronta a riempire gli stadi e gli industriali pronti ad investi- re). Oggi sono le squadre delle metropoli che riescono a creare un "brand" globale e a dominare il calcio. Basti guardare il decli- no delle vecchie potenze del calcio inglese: Newcastle, Leeds, e ora anche il Liverpool; mentre le squadre di Londra ormai stradominano il campio- nato. Solo il Manchester United, guidato da un astuto gruppo di dirigenti americani, è riuscito a creare un brand globale, perché ormai, non sono solo i ricavi al botteghino a far guadagnare le squadre, ma sono i diritti televi- sivi globali. Più valore hanno i "marchi" delle squadre, più valgono que- sti diritti, riuscendo ad attrarre gli investimenti necessari per ottenere successi costanti a livello europeo. Le squadre italiane, purtroppo, ottengono sempre meno succes- si a livello europeo e gli investi- tori sono sempre gli stessi per- sonaggi italiani privi delle risor- se necessarie per acquistare talenti ai livelli di una volta. Recentemente solo l'Udinese si è rivelata una storia di succes- so nel calcio italiano e non tanto per le vittorie, ma per la sua strategia di acquistare giocatori giovani e sconosciuti a poco per poi rivenderli qualche stagione dopo, quasi sempre a società straniere, a cifre molto più alte, accontentandosi di finire al quarto posto, se proprio la sta- gione va benissimo, ma spesso ritrovandosi verso le posizioni medie della classifica. Ci sono però alcuni segnali di miglioramento. La Roma, ad esempio, ha attratto tre investitori statuniten- si. Bisognerà ora vedere se la squadra riuscirà ad ottenere buoni risultati sia in campionato che in Europa, prima che i nuovi proprietari si stanchino del siste- ma italiano. Però, mentre Londra conta sei squadre nella sua massima serie, di cui tre di rilevanza europea, Madrid ne ha due, e Parigi e Mosca sono entrambe dotate di squadre ben note per le loro risorse finanziarie, Roma si ritrova con una sola squadra in fase di "recupero" ed un'altra, la Lazio, analizzata in basso. È da notare che la Lazio è quotata in borsa, mentre la Roma non lo è. Eppure gli ame- ricani hanno deciso di investire nella Roma, seppur la Lazio stesse giocando meglio. Questo perché il presidente della Lazio, Claudio Lotito, è un tipico esempio del "patron" cal- cistico italiano. Lotito, come del resto Aurelio De Laurentiis (Napoli), Silvio Berlusconi (Milan), la famiglia Agnelli (Juventus), e fino a poco tempo fa, Massimo Moratti (Inter), è proprietario della squadra di cal- cio non per ricavarne profitti, ma per fini personali. Da notare anche che la Roma ha trovato nuovi proprietari per- ché stave fallendo, mentre l'Inter è riuscita ad agire prima di tro- varsi con l'acqua alla gola, tro- vando nell'indonesiano Erick Tohir la tipologia di investitore che ha portato altre squadre ai vertici europei. Difficilmente le altre squadre italiane seguiranno l'esempio dell'Inter. Molto probabilmente, si dovrà aspettare che le squadre si avvi- cinino al fallimento, ma solo le grandi squadre otterranno gli investimenti necessari e ciò significherà che non si potranno più vedere squadre come la Sampdoria o la Lazio che vinco- no il campionato, bensí sempre le stesse grandi squadre in cima alla classifica. Lontani sono gli anni d'oro tra il 1986 e il 2006, quando anche se dominavano Inter, Milan e Juventus, spuntavano in cima alla classifica squadre come Roma, Lazio, Parma, o Sampdoria, e il quarto posto in Champions League era comun- que sempre tutto da giocare. yuRI seRAFINI Il Vittoriano di Roma, sede museale e dell'Altare della Patria Dal 2010 il presidente della Juventus è Andrea Agnelli, incarico ricoperto anche dal padre Umberto Clarence Seedorf fu acquistato dall'Inter nel 2000, poi due anni dopo passò, restando sempre a Milano, al Milan Claudio Lotito dal 2004 è il presidente della Lazio con cui ha vinto due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana L'imprenditore indonesiano Erick Tohir è presidente dell'Inter dal 2013

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-8-14-2014