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www.italoamericano.com 12 GIOVEDÌ 14 AGOSTO 2014 UN POPOLO SOLIDALE Io non leggo, ma lo faccio per le persone anziane La Vignetta della Settimana di Renzo Badolisani Gli italiani sono furbi, scaltri. A molti non piace pagare le tasse perché "tanto le pagano gli altri". Leggiamo pochissimi libri. Tantomeno i giornali: non è un caso che molti di essi chiudano le rotative. L'ultimo caso, che risale a soli dieci giorni fa, "l'Unità", il giornale che, un tempo, era l'organo del Partito Comunista. Non ci sono più soldi, si chiude. Parcheggiamo la macchina dove non si potrebbe, la sosta selvaggia è compagna ingombrante delle maggiori arterie di tante città. Emerge però una bella statistica. Una di quelle che restituisce il sorriso e che fa pensare al futuro con minori preoccupazioni. Bene, sulla base di uno specifico dossier ufficializzato dall'Istat, intitolato "Attività gratuite a beneficio di altri", un italiano su otto presta, in modo disinteressato, volontariato. Come? Servendo i pasti nelle mense, ad esempio. Aiutando gli anziani o i disabili nei luoghi di ricovero o di riabilitazione. C'è pure chi, di notte, d'inverno, quando le temperature calano vertiginosamente e i Comuni lasciano aperti gli ingressi delle metropolitane per dare un po' di sollievo ai tanti "clo- chard", salgono su una macchina, portando a tutti – diseredati, pove- ri, senza casa e senza tetto - un thermos di thè o di latte caldo. Un italiano su otto che si dedica al volontariato non è dato da sot- tacere. Soprattutto di questi tempi in cui l'immagine dell'Italia – fuori dai confini – è paragonata a quella di un Paese senza rotta, imbevuto di debiti e di disoccupazione. In cui non si sogna, ma si traccheggia. Il Trentino Alto Adige, forse in virtù del fatto di essere regione ricca, una delle più opulente della Penisola, è la zona che accoglie il maggior numero di italiani che si dedicano al volontariato. Entrando in una mensa per poveri, ad esempio, stando in cucina, sco- lando la pasta al pomodoro, facendo i piatti per chi, senza più nulla, si sente di nuovo re tra quattro pareti. Sono le famiglie più agiate, ovviamente, quelle che hanno mag- giore tempo per dedicarsi agli altri. Gli italiani che faticano ad arriva- re a fine mese, zavorrati dalle spese e dai costi, hanno più pensieri per la testa e raramente possono ritenere di mettersi a disposizione degli altri. È una questione psicologica, d'altronde: chi vive una vita agiata sente il dovere, talvolta, di restituire parzialmente, a chi è in difficoltà, una parte del proprio benessere. Più volontari al Nord, quindi, tradizionale traino economico del paese. La fascia d'età che si dedica di più a chi è in difficoltà, transi- toria o perenne? Quella che va dai 55 ai 64 anni, l'età in cui molti ita- liani, oggi, vanno in pensione. Dedicandosi magari ai nipoti e, appun- to, a chi sta male. Un'istantanea, finalmente, che, dopo tante critiche ed obiezioni, mostra lo squarcio di un'Italia bella, appassionata, non utilitaristica. Che strizza l'occhio a chi è relegato in posizioni di ripiego, vecchi e ammalati. Un popolo solidale e attento a chi soffre. L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Pos o non pos(so) pagare? In Italia tutto è pos(sibile) Pos o non pos pagare con la carta di credito? Certo che sì, assicura il cameriere del risto- rante Buffet Fiumicino presso la zona partenze dell'aereoporto di Roma. Solo che al momento di tive e anti-consumistiche ai molti?". "Esattamente!" rispon- do "vedete che dopotutto la logi- ca italiana è facile da capire?" Nel frattempo sono passati 25 minuti senza che il Pos dia segni di vita. Aspetto altri 10 minuti poi mi rassegno e pago in con- tanti, perché ho una coincidenza da prendere. Saluto gli australia- ni e dall'area partenze scendo a quella degli arrivi dello stesso terminale 3 per prendere l'auto- bus e acquistare una bottiglia d'acqua a 2,10 euro presso un bar della stessa società del ristorante del piano sopra, Chef Express. "Ha 10 centesimi?" "No, arrivo da Londra e non ho più euro con me". "Ha la carta di credito?" "Certo" e in pochi secondi il Pos sforna la ricevuta per la piccola somma senza problemi. Il trucco della mancata con- nessione del Pos è molto diffuso. Mi era già capitato a Roma, in diverse occasioni, giorni addie- tro. Una prima volta, un came- riere premuroso mi mostrò lo scontrino di "errore connessio- ne". Un'altra volta però, mi misi subito a leggere il giornale (dando chiara indicazione che avevo intenzione di aspettare) e il collegamento si rispristinò magicamente. Infine, in un risto- rante vicino a Piazza del Popolo, il Pos non si collegava e il risto- ratore mi ha proposto 5 euro di sconto per invogliare il paga- mento in contanti. Ed ecco come il Pos possa anche battere l'infla- zione. di credito o di debito per spese oltre i 30 euro e gli esercenti devono munirsi del Pos, l'appa- recchio per eseguire la transazio- ne che viene eseguita via linea telefonica. Meravigliati mi chiedono il saldare il conto di 20,10 euro, il Pos registra un "errore connes- sione" telefonica. "Non potrebbe pagare in contanti?" mi chiede il cameriere. "No, preferirei pagare con la carta di credito", rispon- do. "Non ci sono problemi, ma bisogna aspettare" è la risposta. Avviso una coppia di turisti australiani seduti vicini che anche loro avranno problemi con la carta di credito. "Ottimo, risponde l'uomo, così il pranzo è gratis". Parlando con la coppia, faccio presente che da poco in Italia è richiesto il pagamento con carta perché di questa imposizione, quindi spiego che è per cercare di risolvere il problema della dilagante evasione fiscale. Ancor più meravigliati e incuriositi, mi chiedono perché il fisco italiano non copi l'esempio di quello australiano (e di molti altri Paesi) che può controllare i soldi in banca dei cittadini. "È una logica che qui è illogi- ca", rispondo "perché in Italia esiste la privacy: una legge che vieta questo tipo di controlli per favorire i ricchi, i potenti e i cri- minali". "Allora per beneficiare i pochi impongono misure restrit- Da poco in Italia è richiesto il pagamento con il Pos oltre i 30 euro DoM seRAFINI