L'Italo-Americano

italoamericano-digital-8-14-2014

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GIOVEDÌ 14 AGOSTO 2014 www.italoamericano.com 24 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Arman, Roberto Barni, Arturo Dazzi, Jan Fabre, Ugo Guidi, Marino Marini, Giacomo Manzù, Francesco Messina, Igor Mitoraj, Henry Moore, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Giuliano Vangi espongono a Villa Bertelli, gioiello dal rigore architettonico a Forte dei Marmi, in Versilia. Vie della scultuta è il titolo della mostra organizzata nell'ambito della collana di mostre "La città degli Uffizi", che rende omaggio a quei grandi artisti che da tutto il mondo hanno riconosciuto in Forte dei Marmi e nel suo territorio la patria della scultura. Tredici scultori italiani e stranieri del Novecento e della contempora- neità e ventisei opere esposte: per ognuno degli artisti potrà essere ammirato un autoritratto o opera grafica proveniente dalla Galleria degli Uffizi, accanto ad una scultura proveniente dal ter- ritorio apuo-versiliese. La soprintendente al Polo museale fiorentino Cristina Acidini ha affermato alla pre- sentazione che "è importante che Firenze mantenga stretti rapporti con la costa. I musei di Firenze non conoscono né chiusura, né isolamento". Vie della scultura intende celebrare da una parte la ricor- renza del centenario della nasci- ta del Comune di Forte dei Marmi e dall'altra offrire una conferma del ruolo che questa terra riserva in tutto il mondo, nel segno della scultura. Le opere custodite nella Galleria degli Uffizi vantano spesso relazioni strette coi luo- ghi nei dintorni (non solo imme- diati) di Firenze. Da qui è nata alcuni anni fa, per volontà di Antonio Natali, direttore della Galleria fiorentina, la collana di mostre titolata "La città degli Uffizi". L'idea che la sottende è quella di concedere in prestito a quei luoghi qualcuna delle opere che ad essi appunto sono legate, perché vi si possa fondare un'esposizione temporanea capace d'avvalorare il senso d'appartenenza in chi vi abita e di divulgare la cognizione del luogo a chi sia forestiero, nonché di far conoscere quella parte delle collezioni della Galleria per lo più fuori dal percorso museale. Da qui ha preso forma l'idea di realizzare una mostra di scul- tori a Forte dei Marmi, ricorren- do a opere esposte nelle stanze della riserva degli Uffizi. Il pro- getto, nasce con gli auspici e il sostegno della soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini, promotrice e iniziatrice del rapporto con Villa Bertelli sino dall'estate del 2012. Una particolare sezione della mostra racconta inoltre, attraver- so le fotografie scattate da Massimo Pacifico, il diario della preparazione della mostra che ha assunto una narrazione autono- ma, diventando un'esposizione quasi parallela dal titolo "Uffizi Dislocati. Personaggi e interpre- ti". La mostra è organizzata con la missione di intercettare forme di sostegno e dare indiretta visi- bilità all'Ospedale del Cuore G. Pasquinucci Fondazione Toscana Gabriele Monasterio di Massa, centro di rilevanza internaziona- le, per la sua attività dedicata alle cardiopatie congenite. L'ini- ziativa si volge inoltre Opere di Roberto Barni all'Associazione onlus "Un Cuore, Un Mondo", che a fianco dell'ospedale sostiene i bambini nati con un "cuore matto" in tutto il mondo, per offrire oppor- tunità e speranza di vita. Il rica- vato dei biglietti della mostra e degli eventi collaterali sarà devo- luto a favore dell'Associazione per il finanziamento della mis- sione Eritrea 2014. Dagli Uffizi a Forte dei Marmi le 'vie della scultura' tra passato e presente FABRIZIo Del BIMBo La mostra tattile espone "nature morte" e "ricordi in pelliccia" in cui il mondo marino si fa protagonista A Pescara arte come esperienza tattile: con Fluctus il mondo marino diventa protagonista Nelle sale Cascella dell'Aurum di Pescara, è stata inaugurata la mostra "Fluctus" dell'artista di origine aquilana Stefano Ianni. L'esposizione pre- senta al pubblico il nuovo ciclo di opere che pone al centro "nature morte" e "ricordi in pel- liccia", in cui il mondo marino si fa protagonista. Le composizioni di pesci nascono prevalentemente su fondo bianco, brillano sui sup- porti che invitano l'osservatore ad un'esperienza tattile, mentre in altre opere è il colore nero a prevalere, dando luce ai soggetti su preziosi tessuti damascati. Guardando al gioco dicotomi- co che prende vita fra il bianco e il nero, così scrive il critico d'arte Alessandra Angelucci, curatrice della mostra: "Il bianco resiste, come l'eterno in cui la vita è data oppure negata. Il bianco, come quel colore che l'artista aquilano Stefano Ianni sceglie e volutamente fa proprio, per congelare le tracce di una natura che da alcuni anni si offre ai suoi occhi: la parola è offerta dalle onde, la pupilla è aperta, la dità chiara'. Ed è da questa 'profondità chiara', da una 'tota- lità bianca' come direbbe Jabés, che ha vita "Fluctus", l'ultimo progetto artistico di Stefano Ianni, che nelle sale "Cascella" dell'Aurum di Pescara propone al pubblico la sua recente produ- zione". Una mostra, quella di Stefano Ianni, che svela al pubblico la sua ultima produzione, ma che evidenzia l'animo da instancabi- le ricercatore che ha accompa- gnato l'artista nel suo lungo per- corso professionale, come testi- moniano le opere dei cicli "Perimetra" e "Materiali del sogno" che vanno dal 1993 al 2009. Al mondo marino che si impone all'occhio dell'osserva- tore, si affiancano i "Notturni" che Stefano Ianni realizza sem- pre su supporti di pelliccia sinte- tica, ma in cui tutto spinge alla riflessione: i bagliori, le luci in lontananza. Ogni ricordo viene trattenuto, sigillato, al fine di trattenerlo per sempre e non lasciarlo morire. Afferma il criti- co Angelucci che nelle opere di Ianni "la memoria fluttua, ondeggia fra la certezza di un segno marcato e la forma che scava significanti nell'aria. Ecco perché, in alcuni casi, l'opera è avvolta da una pellicola di nylon trasparente, quasi a voler sigilla- re ciò che alla mente riaffiora, e lasciarlo lì, resistente ad ogni impercettibile sospiro fra un bat- tito di ciglia e un altro". Prede (sopra) e Paesaggio (sotto) Opera di Mimmo Paladino palpebra è socchiusa. Chi osser- va le opere ne coglie subito la traccia narrativa: la luce dei sup- porti in pelliccia accoglie le nature morte che nella spuma marina hanno trovato dapprima la nascita e poi la fine. Del resto, aveva ragione Philipp Otto Runge, quando avvertiva che 'vita e morte, nascita e sepolcro, sono una cosa sola nella profon-

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