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GIOVEDÌ 21 AGOSTO 2014 www.italoamericano.com 13 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Dalle ferie dell'imperatore Augusto il nostro Ferragosto Solo nella settimana di Ferragosto, alle nove del mattino, ho trovato occupati tutti i posti di parcheggio nella zona libera ed alberata del lungomare di Giulianova. La settimana prima, quei posti erano largamente liberi piazze e spiagge, mi piace ricor- dare l'incontro con un senegalese che vende libri sulla spiaggia di Giulianova. Non libri di autori italiani, ma libri di scrittori senegalesi, tra- dotti dal francese e prodotti in italiano da una piccola casa edi- trice, Modu Modu Edizioni di Papa Ngady Faye. "Il progetto Modu Modu – spiega Papa Ngady Faye sul suo blog - è ambizioso: portare in Italia il meglio delle letterature dell'Africa, far conoscere agli italiani tutta la ricchezza culturale e il valore letterario di opere che, poco tradotte in Italia, restano inaccessibili a molti, al di fuori delle università che si occupano di culture dei Paesi ex-coloniali. Fare in modo – continua l'autore - che i venditori ambulanti di libri camminino fra la gente fieri del proprio lavoro, perché consape- voli di avere fra le mani pezzi preziosi della propria cultura. Fare in modo che si sentano gli ambasciatori del proprio Paese in Italia, perché, sul piano culturale, non ci sono Paesi ricchi e Paesi poveri. Ho comprato uno di questi libri: Amica Mia, di Mariama Bâ. Una maestra che così descrive l'impegno del suo lavoro: "Umili maestre di umili scuole di quar- tiere…Stimolavamo il frangersi delle onde infantili che, con la risacca, si portavano via un po' del nostro essere". Straordinario linguaggio figu- rato, efficace e commovente. i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. Dunque, alle ori- gini del nostro Ferragosto, c'era una somma di evidente celebra- zione politica e di antiche tradi- zioni agricole. A ciò si è aggiunta in tempi più recenti, negli anni venti del secolo scorso, la tradi- e disponibili, e si trovavano tanti ombrelloni vuoti, negli stabili- menti attrezzatissimi, eleganti e ben arredati. Insomma, solo nella settimana di Ferragosto, il pieno- ne di rito. Quest'anno per le piogge insistenti di luglio, per noti motivi di tipo economico, le vacanze estive di massa si sono ristrette ai pochi giorni centrali del mese di agosto, e il solleone ha donato giornate calde e serene, con una piacevolissima e carez- zevole brezza del mare. Può essere interessante sapere che la parola Ferragosto deriva dalla locuzione latina feriae Augusti. La festività, istituita dall'imperatore Augusto per cele- brare i suoi trionfi, si collegava a riti antichissimi che celebravano, zione popolare dei treni di Ferragosto a prezzi scontatissimi, in virtù dei quali molti italiani hanno visto per la prima volta il mare o le montagne. Ancora, la Chiesa cattolica ha scelto questo giorno per ricordare l'Assunzione di Maria Vergine. Insomma il Ferragosto è una festa, diciamo così, obbligatoria per tutti, un rito collettivo, occa- sione di incontro per famiglie, amici e conoscenti e di guadagni certi per gli operatori del settore vacanze. Sulla recente polemica sulla locuzione "Vu cumprà" usata da un noto politico italiano in tono dispregiativo nei confronti di venditori ambulanti stranieri che operano nelle nostre città, strade, eMANuelA MeDoRo "SELFIE", MORTE AL VOLAnTE Selfie al volante, PERICOLO all'istante! La Vignetta della Settimana di Renzo Badolisani Moniti inascoltati. Qualche settimana fa due ragazze iraniane gira- rono un video, tramite cellulare, mentre una delle due guidava. Il suc- cessivo "selfie" le mostrò doloranti ed ammaccate in ospedale. L'istantanea fece immediatamente il giro del mondo: potenza della tecnologia e dei social forum. Pochi giorni dopo, in California, un "selfie" scattato mentre guidava costò la vita a una ragazza, madre di un bambino di appena cinque anni. Sembra una moda inarrestabile, il "selfie", destinata magari a sgonfiarsi, come tutte le mode, in fretta. Intanto, però, l'abitudine dell'autoscatto impazza: basta vedere le uscite in pubblico del Premier Renzi. Frotte di curiosi gli si avvicinano per scattare, assie- me a lui, l'istantanea, prontamente inoltrata, tramite email o Whats app ad amici e parenti. È una moda, la moda dell'estate: non c'è uomo, donna, ragazzo o ragazza che non ne abbia fatto almeno uno. Quando però l'autoscatto si produce al volante le cose cambiano. Una recente statistica ufficializzata dalla Ford ha mostrato quanto il "selfie", almeno in Europa, incida. Gli inglesi (uno su tre, sic!) ne abusano più degli altri. Gli italiani, i più giovani per l'esattezza, non scherzano però: almeno uno su quattro, sotto i trent'anni, ha l'abitu- dine di scattarli. La statistica è stata corroborata da un altro dato, oggettivamente agghiacciante. Scattare un "selfie" mentre si è al volante equivale a percorrere bendati quattrocento metri. La distanza che, in taluni casi, passa tra la vita, la sopravvivenza in caso di inci- dente, e la morte. Nonostante le campagne, gli inviti, le raccomanda- zioni, i tambureggianti messaggi televisivi e radiofonici, la mania non passa. In macchina, al volante, in città come in autostrada (dove si corre di più) gli italiani non smettono di tenere in mano un cellula- re. Che, ormai, non è più uno strumento buono solo per telefonare. Si possono controllare le email, rispondere ad esse, inoltrarle a terzi. Si può accedere a Twitter o Facebook, scambiando messaggi veloci con Whats app. Un infernale apparecchio che, mal usato, soprattutto al volante, può causare la morte. Quante sono le uscite di strada misteriose? In presenza di un inci- dente, molto spesso, le cronache e i resoconti dei giornali riferiscono che "il conducente ha perso il controllo della propria vettura". Un attimo di distrazione, certo, magari un colpo di sonno. Nessuno però è in grado di contare il numero di incidenti (gravi perché magari coinvolgono altre persone, che guidano in modo corretto) che si veri- ficano per un uso smodato (e sbagliato) del cellulare. Compagno pre- zioso ed essenziale nella vita di tutti i giorni, terribile zavorra, se uti- lizzato, al volante di una macchina. "Selfie", pericolo in auto. Per molti ragazzi italiani è diventata una abitudine: non ci fanno neppure più caso. Si inquadrano, scattano, inviano la foto. Ignorano che hanno messo fortemente a repentaglio la loro vita. Nei venti secondi che occorrono, immaginando una anda- tura a cento all'ora, è come se avessero percorso – come l'illuminante statistica ha evidenziato – cinque campi di calcio al buio, alla mercè di qualsiasi ostacolo. Di sicuro, serviranno campagne mediatiche più aggressive per affossare la mania del "selfie" al volante.