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GIOVEDÌ 21 AGOSTO 2014 www.italoamericano.com 14 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Compleanno con 125 candeline per il simbolo dell'Italia in cucina Ogni anno in Italia si sfornano 900 milioni di pizze Sono passati 125 anni da quel lontano 11 Giugno 1889 quando Raffaele Esposito preparò, nelle cucine della pizzeria Brandi ai piedi dei Quartieri Spagnoli, una pizza in onore della Regina Margherita in visita a Napoli, con i colori della bandiera italia- na formati da pomodoro, moz- zarella e basilico. Da quel giorno nacque il mito di uno dei piatti più famosi al mondo, oggetto di vero e pro- prio culto non solo nella madre- patria Napoli, ma anche in Usa. È uno dei pochi termini che non sono mai stati tradotti in nessuna lingua. In Italia, secondo la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, ogni anno si vendono quasi 900 milioni di pizze, distribuite da 50000 pizzerie che danno lavoro a 250 mila addetti con un volume annuo di 10 miliardi di euro. Un vero colos- so industriale! A Napoli è stato addirittura la chiave del successo per molti poveri emigranti italiani, perso- ne senza soldi ed in alcuni casi anche senza cultura, ma che sapevano cucinare questo ali- mento abbastanza semplice ed economico. Tramite esso si sono fatti conoscere nel mondo, gra- zie alla capacità e fantasia tutta italiana di autopromuoversi, hanno aperto una pizzeria, in alcuni casi catene di pizzerie, hanno esaltato la qualità del pro- dotto, e si sono arricchiti. Ed il luogo ideale per questi emigranti che hanno fatto fortu- na tramite la pizza sono proprio gli Stati Uniti, la nazione che ha permesso a tutti loro di coronare il sogno Americano: partire dal basso e realizzarsi. Ovviamente, stiamo parlando del secolo scorso, quando la pizza era sconosciuta in Usa e grazie al lavoro di qualità degli italiani è diventata un oggetto di culto per gli italoamericani oltreoceano, tanto che anche al giorno d`oggi ci sono "diatribe olio extravergine di oliva ha creato un mix di sublime bontà. Perché, dopotutto, il prodotto si presta alla fantasia, ma l`origi- nale va tutelato. Per essere chiamata tale, la pizza deve essere di farina tipo 00, con acqua con Ph tra 6 e 7, lievito naturale o in polvere, pomodori di San Marzano o simili, olio extravergine o vergi- ne di oliva, mozzarella di bufala o di latte vaccino, basilico fre- sco, e deve essere cotta in un forno a legna. Perciò godiamoci questi 125 anni di italianità nel mondo con un prodotto di cui andiamo fieri, che ci rappresenta, forse più all`estero che in Italia, e che ci ha fatto conoscere per la sua indiscussa qualità. AlBeRto GRAVAMe con coltello e forchetta, quando la tradizione italoamericana impone l`uso delle mani. A parte queste note di colore, l`Italia attraverso la qualità di un alimento e non attraverso le faide di camorra. Per di più la pizza si presta molto bene a sposare un`altra qualità tutta italiana: la fantasia. Dalla pizza Margherita sono nate tantissime varianti, ognuna legata alla propria tradizione ed alla propria terra, ognuna ricon- ducibile ad una parte della nostra storia: pizza ai 4 formag- gi, marinara, rucola e bresaola, vegetariana, prosciutto e fun- ghi…fino ad arrivare ad alcuni abbinamenti, come ananas e pomodori oppure pizza con pata- tine fritte, che avrebbero fatto inorridare il buon Raffaele Esposito che, con il solo uso di pomodoro, mozzarella, basilico, un pizzico di sale e un goccio di consumi con una media di 13 chili per persona all'anno, quasi il doppio di quella degli italiani, che si collocano al secondo posto con una media di 7,6 chili a testa. Negli Usa il business della pizza vale 40 miliardi di dollari, con il 93% degli americani che la consuma almeno una volta al mese e una media di 350 "slices", le tradizionali fette, al secondo. In Italia si stima invece che la pizza generi un fatturato di 10 miliardi di euro, con oltre 250mila addetti e oltre 50mila pizzerie. Un "must" della cucina del Belpaese, oggi proposta in mille imitazioni e mille rielabo- razioni, tutte certamente lecite ma ben lontane dall'originale italiano nato sotto la triade grano tenero - pomodoro San Marzano - mozzarella fresca di latte vaccino. Per questo il governo sta pro- muovendo la denominazione Stg, Specialità Tradizionale Garantita, presso la commissione europea di Bruxelles. Una via per tutelare, anche all'estero, un vero simbolo dell'essere e del mangiare ita- liano. E per cancellare definitiva- mente, almeno nella denomi- nazione, i pizza kebab e i Pizza Hut che oltre a creare confusione nella mente del consumatore, ne creano un po' anche al suo sis- tema gastrointenstinale. Inutile girarci intorno: in Italia c'è troppo spesso l'incapacità di valorizzare quello che abbiamo e che rappresenta la nostra più grande ricchezza. Tutelare ed esaltare i nostri prodotti, così come i nostri monumenti, è non solo la strategia migliore per combattere la crisi economica, ma la strada giusta per amare il no-stro Paese e le sue tante qual- ità che lo rendono unico. Come il Colosseo, Leonardo da Vinci, Guglielmo Marconi, e perché no, una buona e vera pizza. L'ambasciatrice dell'Italia per eccellenza è la pizza. Ma verace Continua da pagina 1 A Napoli è stato aperto in piazza Municipio il Museo Internazionale della Pizza con la sua storia e le sue leggende culturali" sulla pizza, come quella che ha investito Bill De Blasio, sindaco di New York, che ha "osato" mangiare la pizza aperto in piazza Municipio il Museo Internazionale della Pizza, dove ognuno può leggere la storia della pizza, leggende e miti nati in questi anni, scoprire il significato della scelta degli ingredienti, i segreti della sua composizione. Ma non solo. La pizza è uno dei simboli più rinomati del made in Italy nel mondo, al pari del marchio Ferrari, ed è un bene rifugio per qualsiasi turista in qualsiasi parte del mondo: sa quello che mangia, sa che gli piace. Ormai ogni città estera ha la sua pizzeria made in Italy, che non vuole per forza dire che sia condotta da italiani o che abbia rigorosamente il forno a legna, come qualcuno ingannevolmente vuole farci credere, ma che vende un prodotto creato in Italia. E ci si può sbizzarrire nel leg- gere i nomi tipicamente italiani, e quasi sempre simili, di tutte queste pizzerie. Ma soprattutto la pizza è stata merito degli italiani è stato quel- lo di valorizzarsi e valorizzare il proprio prodotto, facendo cono- scere al mondo intero Napoli e La vera pizza si fa con farina tipo 00, acqua, lievito naturale, pomodori di San Marzano, olio extravergine d'oliva e va cotta in un forno a legna Ispirandosi ai colori della bandiera, Raffaele Esposito preparò, nelle cucine della pizzeria Brandi, ai piedi dei Quartieri Spagnoli, una pizza in onore della Regina Margherita in visita a Napoli nel giugno 1889