L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-2-2014

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GIOVEDÌ 4 SETTEMBRE 2014 www.italoamericano.com 23 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Un tesoro incastonato tra gli Appennini dell'Italia centrale: suggestioni e varietà di sapori della Marca fermana C'è chi la scopre per la dol- cezza dei suoi declivi e i vicini borghi marinari, chi se ne inna- mora per la tranquillità della vita quotidiana e chi viene attratto dal piacere dei suoi prodotti. E sarà forse lo stesso nome, Fermo, a indurre i visitatori a una pausa, tra mille corse su e giù lungo la Penisola. Di sicuro e riferiti al periodo che va dal XV e XX secolo. Il museo "Silvio Zavatti" ospita anche l'Istituto Geografico Polare fondato nel 1944 dall'esploratore di Forlì (con lo scopo di promuovere spedizioni polari e studi specifi- ci) e rappresenta un vero e pro- prio "unicum" nel panorama museale italiano, in apparente sede della pinacoteca comunale e al cui interno si trova la Sala del Mappamondo. Altrettanta suggestione ema- nano il Teatro dell'Aquila, (uno dei più importanti teatri del Settecento dell'Italia centrale), le Cisterne romane ipogee (di epoca augustea), la cinta muraria quattrocentesca. Il Palio e la Fiera dell'Assunta, celebrati il 15 ago- sto, permettono di assaporare in città le pietanze tipiche della Marca fermana, che vede prota- gonisti, tra gli antipasti, il ciabu- scolo, la lonza, i fegatelli, la coppa, le salsicce ed altri salumi. Maccheroncini di Campofilone e Vincisgrassi (lasagne create nel Settecento), "brodetto", scampi, cozze, vongole e grigliate, frittu- re e pesci al forno arricchiscono una scelta che si offre ai turisti con il Filetto di triglia marinato alla pesca della Val d'Aso, maz- zancolle gratinate alle castagne dei Sibillini, tartufo bianco dei Monti Sibillini grattato sul filetto di ricciola, sformatino di ricotta ovina con "Rosina" (una varietà di mela di color rosa e molto profumata) e che vede protagoni- sta anche "Il piantone di Falerone" (olio di produzione tipica), e vini come il Falerio e il Rosso Piceno, la passerina e il pecorino. L'eccellenza eno-gastronomi- ca rappresenta del resto la vetri- na più immediata e affascinante sulla storia di questa terra che fin dall'epoca longobarda rappre- sentò il punto di riferimento del Ducato di Spoleto e che dal 1080 mantiene una perimetrazione più o meno inalterata, conosciuta come Marca Fermana. Con 190mila abitanti la Marca Fermana si offre ai turisti con un paesaggio appenninico che vira verso quello litoraneo e che però permette di addentrarsi nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, segnato da profonde gole (L'Infernaccio e la Foce di Montemonaco) e le cui vette superano i duemila metri di alti- tudine (Monte Vettore, Priora, Sibilla). La scoperta di questo territo- rio incastonato nell'Italia centrale non potrà pertanto prescindere dagli Appennini. Servigliano, terme di San Ruffino, Amandola, Montefortino, Comunanza e Ceresola rappresentano altret- tante tappe di un percorso che permette di scoprire il Santuario della Madonna dell'Ambro. A Ponzando di Fermo merita una visita la chiesa Monumentale di S.Marco e spingendosi oltre Monterubbiano (paese insignito pere e mele) e Monte Giberto permettono invece di prendere confidenza con i borghi rurali che conducono sulla costa. A chi ama gustare il turismo lento, non resta che lasciare l'auto e inforcare la bicicletta, per attra- versare con tutta tranquillità le operose città di Grottammare, Il centro storico di Grottammare che si affaccia sull'Adriatico La Sala del mappamondo della pinacoteca comunale di Fermo ospitata da Palazzo dei Priori Il paesaggio appenninico del Parco nazionale dei Monti Sibillini della bandiera arancione del Touring Club italiano) si arriva a Moresco (uno dei borghi più belli d'Italia) che con la sua Torre eptagonale alta ben 25 metri trascina l'attenzione dei curiosi nelle terre del Romanico. Torre San Patrizio, Rapagnano, Magliano di Tenna, Grottazzolina e Petritoli, rappre- sentano altrettanti capisaldi di un itinerario medievale incentra- to sul fascino dei castelli mentre Lapedona (borgo di origini romane, famoso per le olive, Cupra Marittima, Pedaso, Porto San Giorgio, Porto Sant'Elpidio e arrivare, attraversando Marina Palmense, Marina di Altidona, fino a Pedaso ultima località della costa fermana. IL GUSTO - Dai sapori del pesce dell'Adriatico alle pietan- ze della collina e della monta- gna, dall'olio al tartufo alle carni lavorate e ai formaggi protetti dal marchio Igp: l'enogastrono- mia della Marca Fermana rac- chiude una straordinaria varietà di piatti a chi decide di fermar- visi per unire il piacere del viag- gio a quello del gusto. E sarà difficile scegliere tra pietanze preparate seguendo antiche tra- dizioni e ricettari. Tra il filetto di triglia marinato alla pesca della Val d'Aso condito con olio Piantone di Falerone e le maz- zancolle gratinate alle castagne dei Sibillini, tra un tartufo bian- co grattato sul filetto di ricciola ai maccheroncini di Campofilone, tra lo sformatino di ricotta ovina con "Rosina" (una varietà di mela di color rosa e molto profumata) e gli amaretti Della Valle è difficile rinunciare a qualche piatto. Da accompagnare con Pecorino e Reve, Visciola (vino alla cilie- gia), spumante Velenosi e Verdicchio e vino cotto. però, nessuno penserebbe a que- sta operosa cittadina marchigia- na per un tuffo nel "mondo polare", con immersioni cultura- netto contrasto con la dolce oro- grafia di questo lembo di Marche. Tuttavia non è l'unico tesoro da scoprire nel comples- so di Villa Vitali, costruita nel 1827 nel luogo in cui sorgeva un tempio sacro. Intorno alla cappellina, le cui pareti sono decorate con le storie di San Francesco di Paola, hanno tro- vato collocazione anche il Museo ornitologico Tommaso Salvadori, il Museo della pipa Nicola Rizzi, il Museo degli apparecchi fotografici, un orto botanico e la Meteorite caduta in territorio fermano nel 1996. Punto focale della città costruita sul Colle Sàbulo e bat- tezzata dai romani Firmum Picenum è la cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, che al suo interno ospita il Museo dio- cesano di Fermo inaugurato nel 2004 e che ospita opere di arte sacra dall'epoca paleocristiana al XX secolo. Un giro nel centro storico della cittadina marchigiana non può prescindere dalla Piazza del Popolo, incastonata tra due ampie file di logge. Su di essa affaccia il Palazzo dei Priori, Villa Vitali, costruita nel XIX secolo dalla famiglia dei conti Vitali di Fermo GeNeRoso D'aGNese li e antropologiche tra i ghiacci perenni dell'estremo Sud e Nord del Pianeta. Ed è un errore da evitare. Perché una delle prime tappe, per conoscere questo angolo d'Italia lontano dalle pubblicità turistiche ipervitami- nizzate sarà proprio il Museo Polare Etnografico ospitato nella Villa Vitali. Fondato nel 1969 a Civitanova Marche, gra- zie alla straordinaria intuizione dell'etnografico Silvio Zavatti (lui stesso grande protagonista delle spedizione artiche), il museo è stato successivamente acquistato dal Comune di Fermo e inaugurato a Villa Vitali nel 1993, ospitando nelle sue sale oggetti e cimeli di Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi e del generale Umberto Nobile, nonché manu- fatti storici e naturalistici dei territori dei circoli polari artici, con reperti appartenenti princi- palmente alle popolazioni Inuit Santa Maria Assunta a Fermo

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