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GIOVEDÌ 18 SETTEMBRE 2014 www.italoamericano.com 13 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | LA CORSA AL COLLe Anna for President La Vignetta della Settimana di Renzo Badolisani Riforme, riforme, riforme: ripete ossessivamente il proprio refrain il Premier Renzi dai tanti salotti televisivi che, con l'avvento dei primi bagliori d'autunno, hanno riaperto i battenti. Fatti due conti: largamente impostata la riforma costituzionale (leggasi abolizione del Senato…), in parte orientata la nuova legge elettorale, all'inizio dell'anno prossimo occorrerà ripensare al successore di Giorgio Napolitano sul Colle del Quirinale. Lui, il Presidente, classe '25, l'undicesimo, primo inquilino della storia della Repubblica, in carica ininterrottamente dal 2006 – quando subentrò a Carlo Azeglio Ciampi – aspetta serenamente l'interruzione del suo secondo mandato. Fu chiarissimo, Napolitano, quando, nell'aprile del 2013 – davanti alle turbolenze della politica, incapace di scegliere un suo successore – venne rieletto a furor di popolo, al fine di dare un minimo di stabilità al Paese. "D'accordo, rieleggete- mi" – disse – ma mica penserete che io resti in sella fino al 2020… Avrei 95 anni, per favore… Provvedete a riformare in fretta l'Italia e, a quel punto, io mi tirerò indietro. Ben prima della scadenza del 2020 del mio secondo mandato". Una sorta di patto non scritto i cui risvolti, adesso che Renzi e le forze politiche stanno oggettivamente riformando il Paese, tornano prepotentemente a galla. Le feste di Natale, il discorso alla Nazione dell'ultimo dell'anno, poi, dal prossi- mo gennaio, ogni giorno sarà buono per firmare il documento di dimissioni, tornando a vivere, con la moglie Cloè, nel luminoso appartamento di via dei Serpenti, a due passi da via Nazionale, dedi- candosi alle letture, ai nipoti e, magari, a un libro di memorie. Ovvio, allora, davanti a questi scenari, che la corsa alla successio- ne di Napolitano – da perfezionare anche prima della prossima pri- mavera – sia prepotentemente ripartita. Ne hanno discusso Renzi e Berlusconi in recenti incontri, svoltisi prima della quiete estiva e al ritorno dalle brevi vacanze. Una rosa di nomi, di potenziali candidati, sarebbe già stata abbozzata. Il sogno del Premier (ma anche di Berlusconi che mai ha sottaciuto tale speranza) è che sul Colle più alto di Roma, per la prima volta nella storia, possa mettere piede una donna. E qui, oggettivamente, il cerchio si restringe oltremodo: godo- no consensi trasversali (ovvero anche da parte dell'opposizione all'Esecutivo Renzi) l'attuale Ministro della Difesa Pinotti e la sena- trice Finocchiaro, esponente sempre di spicco (seppure con ruoli più marginali rispetto al passato) del Partito Democratico. Sarebbe, per un Paese ingessato come il nostro, perennemente allergico alle novità, una svolta epocale. Una donna Presidente della Repubblica: è l'aspirazione (comune) alla quale starebbero lavorando gli "sherpa" di Renzi e Berlusconi, il Governo e l'opposizione, al fine di tratteg- giare una figura condivisa, che, una volta ufficializzata, possa essere eletta alle prime votazioni del Parlamento, senza essere "bruciata". Le candidature maschili, chiederete. In assoluto ordine sparso: D'Alema, Veltroni. Oppure Giuliano Amato. O, ancora, Enrico Letta, ancora scosso per essere stato disarcionato da Palazzo Chigi, lo scor- so febbraio, proprio dal Segretario del suo stesso Partito. Nomi di prestigio, ma che sembrano partire in seconda fila: pare davvero che Renzi e l'opposizione lavorino alacremente per la scelta di una donna a capo della Repubblica. Congedando Re Giorgio tra pochi mesi. Una nuova tecnica scopre che la Dama di Leonardo ha due ermellini Per correttezza bisognerebbe chiamarla la Dama dei "due" ermellini. Perchè un esame ha svelato che sotto il bianco anima- le che noi tutti vediamo nella famosissima opera di Leonardo da Vinci, ce n'è un altro. e che dal maggio del 2012 è esposto al castello del Wawel, sempre a Cracovia. Dalle immagini L.A.M si sono dedotti molti dettagli sulla logica seguita da Leonardo durante la preparazione del qua- dro. Affiora infatti un primo ritrat- to di Cecilia Gallerani, la quindi- cenne concubina di Ludovico Sforza fino al 1491, ultimato e privo di ermellino, diversamente modulato nella posa, e che viene rielaborato in seguito. Leonardo apporta modifiche a quel vestito con la manica a finestrelle. Poi, per volere del Duca Sforza (insi- gnito nel 1488 dell'ordine dell'ermellino dal re di Napoli) è stato inserito l'animale. Ma all'inizio era più piccolo. Forse più vicino alla forma e ai colori in cui si trova in natura. Successivamente, magari su richiesta del Duca che voleva raf- figurato un simbolo araldico che rendesse giustizia alle sue ambi- zioni e alla sua sete di potere e autorità, è stato reso un animale più grande e muscoloso. A questo punto la domanda è come Leonardo sia riuscito a cambiare l'animale già dipinto perchè si trattava di modificare le braccia della ragazza che si dove- vano adattare a un animale più grosso. Secondo gli studiosi Leonardo ha abbassato l'avam- braccio sinistro, modificato la posizione della mano destra, can- cellato decorazioni sull'abito, fatto scomparire la coda dell'ermellino, ridefinito la mano destra del soggetto. un apparecchio fotografico multi- spettrale ad altissima definizione (240 milioni di pixel), messo a punto nel 1998 da un ingegnere ottico, il francese Pascal Cotte. Lo strumento, che permette in modo progressivo di penetrare Gli infrarossi, i raggi X, la fluorescenza, la tecnica degli infrarossi in falso colore non lo avevano scoperto. Il merito dell'emersione del secondo ani- male è delle immagini L.A.M (Layer Amplification Method), risultanti da un computo matema- tico e ottenute a partire dai 3,200 milioni di misure acquisite con nello strato pittorico del dipinto, è già stato usato su altre tavole leonardesche come La Gioconda conservata al Louvre di Parigi. Dopo oltre cinque secoli è stato così possibile avanzare nuove ipotesi sulla storia di que- sto capolavoro databile al 1488- 1490 e conservato per anni nel Czartoryski Muzeum di Cracovia La Dama con l'ermellino è un dipinto a olio su tavola di Leonardo da Vinci