L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-18-2014

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GIOVEDÌ 18 SETTEMBRE 2014 www.italoamericano.com 14 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Louis Zamperini, il 'Torrance Tornado' con il cuore italiano che travolse il mondo dell'atletica Veloce come il vento, forte come una roccia. Louis Zamperini, "Torrance Tornado", è stato molto più di un semplice eroe di guerra. Perché prima ancora di riuscire a scampare miracolosamente dalla prigionia giapponese inor- gogliendo gli Stati Uniti per il suo coraggio, l'italo-americano, nato ad Olean (New York) il 26 gennaio 1917 e poi vissuto in California, a Torrence, fu un nel 1934 Zamperini stabilì il nuovo record interscolastico mondiale sul miglio col tempo di 4'21" in occasione del raduno preliminare dei campionati sta- tali della California. Un tempo clamoroso per l'epoca che fu bissato la settima- na successiva con la vittoria del campionato di cui sopra e la proposta, da parte della University of Southern California, di una borsa di stu- dio per meriti sportivi. Una un nuovo doloroso, ma allo stes- so tempo eroico, capitolo della sua vita raccontato nel dettaglio nel film diretto da Angelina Jolie, Unbroken. La sua infinita corsa si è interrotta lo scorso 2 luglio, giorno in cui la fatica e la sofferenza hanno definitivamen- te avuto la meglio su uno degli italo-americani più tenaci della storia. Riposa in pace "Torrance tornado". NIcOLA ALFANO parità che valse al giovanissimo Zamperini le luci della ribalta ed un biglietto di andata e ritorno per Berlino. Durante il lungo viaggio in nave che portò la delegazione statunitense in Europa, Zamperini conobbe i piaceri della tavola che, come lui stesso sottolineò, in tempi di depressione economica era piut- tosto misera dalle sue parti: "Ogni giorno potevo fare cola- zione con bacon ed uova e per me, che non ero mai stato in un bar per un panino, si trattava di qualcosa di eccezionale. Il cibo era libero ed i miei occhi non vedevano altro che panini ed altre prelibatezze". Ovviamente Zamperini non fu l'unica vittima della cucina di bordo, perché come lui, tutti gli atleti aggiun- sero dai 5 ai 6 kg durante il viaggio pareggiando, fortunata- mente, quelli persi durante i Trials di preparazione caratteriz- zati dal forte caldo newyorkese. Una volta a Berlino, Lash e Zamperini furono chiamati ad un'impresa improba nei 5000 metri. Non godendo dei favori del pronostico però, Zamperini seppe esaltare il pubblico pre- sente alla gara realizzando un ultimo giro da 56" che gli con- sentì di chiudere la competizio- ne in rimonta all'ottavo posto. Una performance pazzesca per il giovanissimo Louis che addirit- tura attirò le attenzioni di Adolf Hitler. Il tiranno tedesco pretese un incontro con l'atleta califor- niano nel corso del quale, come ricordò in seguito Zamperini, esclamò: "Ah, tu sei l'atleta che ha fatto quel finale incredibile". Ma il carattere guascone di Zamperini non tardò a manife- starsi quando a margine di quell'incontro, narra la leggen- da, si arrampicò su un palo per rubare la bandiera personale di Hitler. Due anni dopo la memorabile esperienza olimpica, Zamperini continuò a stupire il mondo dell'atletica stabilendo il record nazionale (a livello collegiale) sul miglio col tempo di 4'08". Record stabilito nonostante i ripetuti colpi ricevuti sugli stin- chi dagli avversari che, non riu- scendo a frenarne l'impeto, pro- varono invano a contrastarlo con le "cattive". Grazie a quella prova eroica Zamperini ricevette il sopranno- me di "Torrance Tornado". A placare il tornado di Torrance fu però la Seconda Guerra Mondiale: nel 1941 Zamperini si arruolò nell'aeronautica aprendo proteico una volta ogni due giorni erano 6,2% nel 2007 ma sono più che raddoppiati nel 2013: 14,4 %), diventano gravi deficit sociali con migliaia di ragazzi esclusi dallo sport, dalla cultura, dalla possibilità di invitare un amico a casa, di comprarsi libri da leggere o giochi adatti all'età, di avere spazi adeguati per fare i compi- ti, di disporre di tutti quei beni ritenuti "normali" nelle società economicamente avanzate come da tempo si considera l'Italia. Il nostro Paese, secon- do un rapporto dell'Unicef, in questa classifica è al 20° posto su 29 Paesi con Islanda, Svezia e Norvegia che presentano per- centuali di deprivazione infe- riori al 2%. L'Italia purtroppo è sempre stato un Paese con un alto tasso di bambini poveri, per la pre- senza al Sud di molte famiglie numerose, ma ora l'impoveri- mento si è ulteriormente diffu- so interessando anche il Nord e il Centro. Nel Focus di questa settima- na, raccontiamo la storia quasi centenaria di "Torrance Tornado", l'italoamericano Louis Zamperini scomparso recentemente. Fenomeno dello sport, olimpionico, eroe di guerra, protagonista del film Unbrokendi Angelina Jolie. Nella sua vita c'è un passag- gio che spesso passa inosserva- to ma che è stato fondamentale: il bimbo ribelle ha trovato la sua strada grazie alla scuola e alla squadra di atletica. Non solo stare tra i banchi è stata un'esperienza fondamentale per forgiare il suo carattere ma le attività ad essa collegate, l'atle- tica nel suo caso, sono state indispensabili per assecondare e indirizzare al meglio i suoi talenti. Senza quella "maestra" di vita forse si sarebbe perso in qualche rissa di strada. Il ritorno sui banchi di scuola, vera 'maestra' che cambia la vita Continua da pagina 1 Louis Zamperini tiene in mano la torcia olimpica svolta epocale nella vita di Louis Zamperini che, accettate le lusinghe di un grande college, entrò a far parte di una confra- ternita (Kappa Sigma) inseren- dosi perfettamente nella vita sociale universitaria dell'epoca. Alla crescita umana di quello che fino a qualche anno prima era considerato un ragazzo diffi- cile, fu associata un'esponenzia- le maturazione fisica che, grazie ai duri allenamenti, lo portarono ad ottenere il pass per rappre- sentare gli Stati Uniti ai giochi Olimpici di Berlino nel 1936 nei 5000 metri alla verdissima età di 19 anni. Epica la sua sfida ai Trials svolti presso l'isola di Randall con il detentore del record ame- ricano, Don Lash. La gara si concluse con un'entusiasmante grande atleta capace di imporsi anche a livello olimpico. La sto- ria sportiva di Louis Zamperini inizia quando assieme alla sua famiglia italiana, si trasferì in California a Torrance nel 1919. Louis, col fratello maggiore Pete e le sorelline, Virginia e Sylvia, dovette prima fare i conti con l'odio riservatogli da chi non accettava di buongusto la sua quasi totale incapacità di espri- mersi in inglese. E allora toccò a papà Zamperini mettere nelle condizioni il piccolo Louis di difendersi dai continui attacchi dei bulli di Torrance insegnan- dogli la boxe. Il proposito tutto sommato giusto però, si ritorse contro la famiglia Zamperini quando Louis divenne talmente padrone della "noble art" al punto di trasformare la sua sete di giustizia in una sorta di dipen- denza dalle risse: "Era così bravo che iniziò ad assaporare il gusto di farlo solo per diverti- mento e quindi non solo più per difendersi – dichiarò il padre in seguito – diventò quasi dipen- dente dal combattimento". Ma come si suol dire in que- sti casi, non tutti i mali vennero per nuocere, perché proprio per evitare che l'esuberante Louis potesse rovinarsi l'esistenza per la sua innata voglia di fare a pugni, il fratello Pete decise di inserirlo nella squadra di atletica della Torrance High School. Intuizione geniale quella del fratello che di lì a qualche mese avrebbe fatto di Louis uno dei più grandi interpreti di mez- zofondo del mondo. La storia si trasformò in leggenda quando Louis Zamperini durante un allenamento ai tempi del college La tenacia gli consetì di battere record su record Louis Zamperini (a sinistra) ai tempi della Torrance High School

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