L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-18-2014

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GIOVEDÌ 18 SETTEMBRE 2014 www.italoamericano.com 18 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | La moda non va mai in vacanza: il design italiano tiene stretta la fase creativa, ma il prodotto si lavora all'estero LAuRA ROSSI A Firenze un hotel di lusso scommette sull'arte contemporanea nella culla del Rinascimento FABRIzIO DEL BIMBO Una nuova installazione fir- mata dal designer Simone D'Auria. Si intitola Personal/Unpersonal e presenta figure umane dal volto di anima- le a Firenze in vicolo dell'Oro. Qualcosa di contemporaneo nella città da sempre definita culla del Rinascimento. L'artista, giocando sul concet- to di ritratto, ha voluto dare il benvenuto a "Portrait Firenze" il nuovo hotel della catena della famiglia Ferragamo che ha aper- to sul lungarno Acciaiuoli. Le figure antropomorfe di D'Auria scalano così la facciata dell'Art Gallery, volteggiando come acrobati sospesi tra i palazzi o simulando una conversazione per strada. I volti sono di gallo, rino- va il valore e la virtù d'azione. La tartaruga con vela rappresenta la prudenza di Cosimo I abbinata alla forza d'azione, il rinoceronte simboleggia la forza e la volontà di Alessandro de' Medici, la don- nola l'astuzia di Francesco I. Situato a 30 metri dal famoso Ponte Vecchio, l'hotel Portrait Firenze offre viste panoramiche mozzafiato su Firenze e sul fiume Arno e lussuose camere con mobili artigianali. Le suite sono provviste di tv a schermo piatto, sistema d'intrattenimento com- pleto con docking station per iPad o iPod e bagno in marmo con accappatoi, pantofole e set di cortesia. Lungarno Collection, fondata dalla famiglia Ferragamo nel 1995 ha trasferito nel settore del- l'ospitalità i principi di stile e di coerenza che hanno contraddi- stinto nel mondo la casa di moda Salvatore Ferragamo. La lussuosa residenza offre un servizio impec- cabile basato sul lifestyle Ferragamo. Inoltre di recente ha aperto i battenti il Caffè dell'Oro, il caffè- ristorante al piano terra del Portrait Firenze: 45 coperti, loca- tion esclusiva e ingredienti di otti- ma qualità sfilano dalle 7.30 alle 24 con un servizio 'all day dining' che si declina dalla cola- zione all'aperitivo alla cena. A qualsiasi ora, è possibile assag- giare piatti sempre a base dei migliori prodotti di stagione della tradizione fiorentina. ceronte, civetta. Anche una sug- gestione per ricordare ai tanti turisti di passaggio la presenza di importanti ritratti nella vicina Galleria degli Uffizi e quella moda medicea di farsi rappresen- tare con sembianze animali come testimoniano la donnola o le tar- tarughe del Salone dei Cinquecento. Dopo il successo di Cycling up del settembre scorso, in occa- sione dei Mondiali di ciclismo, Simone D'Auria ha voluto rap- presentare un mondo immagina- rio popolato da creature bianche con il corpo umano e il volto di animale per ricordare le radici del passato fiorentino, quando i grandi uomini usavano raccontar- si al popolo attraverso emblemi seguiti da un motto che ne esalta- Installazione del designer Simone D'Auria a Firenze Ci sono vari settori di affari in Italia. Tre di grande importan- za, fra i tanti, sono sicuramente: il turismo, il food (lo chiamiamo anche noi in inglese) e la moda. Questi tre canali, da soli, creano un indotto lavorativo di notevole spessore. Sono ambiti sempre esistiti, ma che si sono internazionalizzati più o meno di recente. Spesso il loro mercato ha un andamento positivo e que- sto è una vera e propria ventata per l'economia difficile dell'Italia. Negli anni '60 uno dei mag- giori poli industriali in Italia era la Fiat che, con la sua produzio- ne, creava non solo numerosi posti di lavoro ma anche colla- borazioni con aziende più picco- le che sopravvivevano grazie alle sue commesse. Da allora l'Italia ha sviluppato a livello industriale molti altri settori. Gli ultimi anni di crisi hanno però visto un calo radicale delle piccole medie imprese sul terri- torio: un reale problema per un Paese che fondava parte della sua economia sulla produttività di queste piccole, ma qualitativa- mente elevate realtà imprendito- riali. Cause determinanti per la chiusura di molte imprese sono i costi elevati di tasse e gestione, che sono oggi alla base delle discussioni delle riforme da fare. Questo è uno dei motivi per cui molti stabilimenti produttivi si sono spostati in Paesi esteri, dove il costo della manodopera e la tassazione sono minori. Una conseguenza delle chiusure di queste società è stato un notevole squilibro a livello sociale e una perdita della qualità nel prodot- to. Fortunatamente alcuni settori stanno tornando ad apprezzare la produzione italiana e la sua mano d'opera. Il settore food sicuramente è in prima linea. Il settore moda è invece inse- rito in un obbligato canale inter- nazionale da cui non può pre- scindere. La fase targata made in Italy è principalmente quella creativa e di progettazione: la globalizzazione del mercato ha reso la Cina il primo fornitore dei tessuti e altri Paesi come basi dove realizzare il capo finito su progetto. In ogni caso i marchi dei famosi stilisti continuano ad affascinare i consumatori di tutto il mondo. Davanti ad alcuni negozi si formano code di poten- ziali acquirenti che attendono diligentemente di entrare per acquistare accessori o capi esclu- sivi: parliamo di solito di consu- matori stranieri con una crescita esponenziale di clientela russa e cinese. Il fenomeno è molto diffuso: sugli annunci di lavoro per addetti alle vendite, non viene più richiesto l'inglese come lin- gua - dato oramai per scontato - ma il russo, il cinese e il giappo- nese. Questo testimonia come le realtà siano sempre più interna- zionali. Ovviamente la richiesta di queste figure con queste spe- cifiche conoscenze linguistiche sono maggiori rispetto alle reali disponibilità sul mercato. Anacronisticamente in un mercato senza offerte lavorative, le uniche figure ricercate in numero cospicuo mancano. Non è difficile capire il motivo: fino ad ora le lingue imparate dagli italiani sono state inglese, fran- cese, spagnolo, tedesco. Cinese, russo e giapponese non sono così diffuse. Al di là di questa riflessione la domanda di base è: la moda va in vacanza? La risposta è sempre una: no. Il concetto di moda racchiude vari livelli di fruizione: dalle passerelle ai consumatori finali. Una volta concluse le sfilate delle collezioni "uomo primave- ra estate 2015" è toccata a quelle delle collezioni bambini. Pausa? Anche in questo caso la risposta è negativa. Terminate le sfilate "moda bambino" arrivano gli abiti da spiaggia a tenere vivo il settore. Certo perché la moda si crea anche sulle strade e sulle spiagge! Ogni anno dalle località più trendy italiane sono proprio i consumatori a dettare legge con le fugaci ma efficaci mode esti- ve. Regola base di quest'anno? Il bikini deve avere il pezzo supe- riore di colore differente da quel- lo inferiore: possibilmente uno dei due deve essere fluo. Mare dunque vacanza? No, la moda non va mai in vacanza nememno durante l'estate perchè fervono i preparativi per il momento che tutti aspettano: i saldi. Anche se non siamo più nel glitterato mondo delle sfilate, i saldi sono un momento impor- tante per le vendite, analizzando l'evento dalla parte dei commer- cianti. Per i consumatori invece è giunto il momento per compra- re "quella maglietta che avevamo visto e che ci piaceva tanto ma che forse avremmo comprato nei saldi perchè costava troppo". Aspetteremo i dati di Federmoda per capire se la crisi avrà fermato gli italiani nella corsa agli sconti o se invece ci sono state spese pazze tra agosto e settembre. Poi? La moda continua a lavorare silenziosa ma capillare ed attiva, perché a settembre parte "Milano Moda donna" e la preparazione per uno degli eventi più attesi dell'anno richiede lavo- ro e impegno. I vari marchi sono all'opera da mesi e vedremo a giorni le loro nuove creazioni. Shopping tra le boutique grandi firme in via della Spiga a Milano

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