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GIOVEDÌ 18 SETTEMBRE 2014 www.italoamericano.com 25 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | LucA FERRARI Poco glamour, molto cinema e un Leone d'oro inaspettato Viaggio nell'universo della 71° Mostra del Cinema di Venezia L'aria marina. Le code per le sale. I commenti spesso diver- sissimi sui film appena visti. Il tempo pazzerello. Gli aperitivi sulla terrazza dell'hotel Excelsior. I pass ostentati a tutte le ore del giorno ovunque ci si trovi. Una dimensione quasi intima quella del Lido di Venezia per un festival di tale portata, la 71° Mostra del Cinema. Un'edizione distintasi per un alto tasso di narrazione da grande schermo scandita tra i palchi di Broadway e i drammi della vita quotidiana. Passando dalle storie (tragiche) di grandi artisti ad alcune delle pagine più nere dell'umanità (olocausto, genocidi, mafia). Vivendo den- tro i nuovi problemi della vita moderna e sgusciando via da una solitudine senza età. Molti i contenuti, ma senza Coppa Volpi per la Migliore interpretazione femminile e maschile. "Se c'è stato traspor- to, vuol dire che c'è vissuto. Se il film provoca delle reazioni, forse può portare qualcosa con sé". Il premio più ambito, il Leone d'oro al miglior film, è stato conquistato con sorpresa dal regista svedese Roy Andersson per l'opera "A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence". Leone d'argento per la miglior regia a "The Postman's White Nights" del regista russo Andrej Končalovskij mentre il Gran premio della giuria è andato a una delle pellicole maggiormen- te apprezzate da pubblico e criti- ca, "The Look of Silence" di Joshua Oppenheimer. La mafia ha catalizzato l'at- tenzione di due lungometraggi dotti dalla giornalista Claudia Catalli, ultimo appuntamento dei quali incentrato sull'inimita- bile Sophia Loren, alla quale è stata anche dedicata una mostra fotografica di 27 scatti di scena, al primo piano del Palazzo del Cinema. Premio Oscar anch'essa come la collega italiana, Frances McDormand è stata insignita in laguna del Persol Tribute to Visionary Talent Award 2014, premio consegnatole in Sala Grande al quale è seguita la visione di "Olive Kitteridge", miniserie da lei interpretata e tratta dall'omonimo libro di Elizabeth Strout (vincitrice del Pulitzer nel 2009). Un festival non potrebbe essere degno di questo nome se non ci fossero loro, i fan. Mattinieri all'inverosimile e decisi a bivaccare per ore davanti al red carpet pur di vedere e farsi immortalare insie- me ai propri divi del cuore. Ci sono poi i meri amanti del cinema che all'appuntamento veneziano non rinunciano mai. quest'anno i film di Venezia hanno osservato da angolazioni diverse le varie forme con cui si esprime l'amore. In "3 Coeurs" del francese Benoit Jacquot - racconta - viene trattato in modo poco originale quello di due sorelle verso lo stesso uomo. dolore. In "Hungry Hearts" viene proposto l'amore simbio- tico di una madre che rischia di cannibalizzare se stessa e il pro- prio bambino. Trova spazio infine anche quello malinconico, nostalgico e mai elaborato nel film Al Pacino è stato il protagonista assoluto della 71° Mostra cinematografica di Venezia (Ph. Biennale foto Asac) molto particolari (e interessan- ti): "Belluscone, una storia sici- liana" di Franco Maresco (sez. Orizzonti) e "La trattativa" (sez. Fuori concorso) di Sabina Guzzanti, quest'ultimo incentra- to sulla tristemente realtà nota come trattativa "stato-mafia". Vedere di nuovo, a distanza di più di vent'anni, le tragiche immagini dei brutali assassini dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino è ancora oggi fonte di rabbia e dolore. Un altro film che ha lasciato il segno è stato "Pasolini" di Abel Ferrara, con protagonista Willem Defoe nei panni dello scrittore/regista italiano. A dispetto di nessun premio ricevuto, la 71° edizione del Festival sarà ricordata per un immenso Elio Germano nei panni (e gobba) del poeta Giacomo Leopardi in "Il giova- ne favoloso" di Mario Martone. Sdoganato dalla gabbia del mero pessimismo, il regista napoletano, pur mostrandone l'indiscusso talento letterario, lo ha presentato con tutte le nor- mali paure, ribellioni e passioni di un giovane, definendolo il Kurt Cobain della sua epoca. Film, ma non solo. La rassegna si è arricchita di eventi culturali a cominciare dalla presentazione del volume "Sottosopra – la Biennale di Venezia" di Angelo Bacci, quindi i vari CineCocktail con- uomo solo e duro nascosto die- tro una corazza di aggressività e mai rinunciare a un po' di quel sano divismo. L'applausometro ha fatto registrare il tutto esaurito per Al Pacino. E nonostante i bagni di folla per i Viggo Mortensen, Michael Shannon, Milla Jovovich, James Franco, Michael Keaton, Ethan Hawke, l'assoluto protagonista è stato lui, il cinema in sé. "Ci siamo limitati a guardare la vita dei tre personaggi con tenerezza e dolcezza" racconta- va Saverio Costanzo, regista di "Hungry Hearts" i cui due inter- preti principali, Alba Rohrwacher e Adam Driver, si sono aggiudicati entrambi la Fra di essi, Francesco Frasson, dalla vicina Spinea. "Anche inibisce la possibilità di nuovi incontri e di possibili felicità". Nel film "Senza nessuna pietà" c'è quello ambivalente di un "Manglehorn" con Al Pacino, fatto di ricordi e rimpianti, che Pubblico e fan: mattinieri e puntualissimi (Ph. Luca Ferrari) Selfie con Michael Shannon. Il red carpet è sempre stato presidiato dai fan (Ph. Biennale foto Asac) Alba Rohrwacher migliore inter- prete femminile (Ph. Asac) Leone d'oro (un po' a sorpresa) al regista svedese Roy Andersson per "A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence" (Ph. Biennale foto Asac)