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GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2014 www.italoamericano.com 17 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Se vi capita di fare un giro in Alto Adige/Südtirol vi stupirete nel trovare sull'architrave delle p o r t e d ' i n g r e s s o d e l l e c a s e , siano esse private, di comunità, o sedi pubbliche, oppure diretta- mente sulle ante, una iscrizione inizia, perciò quest'anno sarà 15, fermo restando il numero dei secoli [20]. Le lettere invece, stando ad una leggenda popolare sarebbe- ro le iniziali dei nomi dei santi m a g i v i s i t a t o r i , K a s p a r , M e l c h i o r , u n d B a l t h a s a r ( G a s p a r e , M e l c h i o r r e e Baldassarre, i nomi attribuiti ai Tre Magi). Per la verità il segno apposto con un gessetto bianco sulla porta di casa, e che strana- mente si mantiene per l'anno intero fino alla nuova visita dei Cantori della Stella, significa Christus Mansionem Benedicat (Cristo benedica il maso), dove mansionem (da cui deriva la parola "maso", e che indica un tipo di proprietà con sue prero- gative anche giuridiche) è, come lo era all'origine, la casa, la dimora, dove uno "rimane". Il nome di "Cantori della stel- la" è dovuto al fatto che il grup- p o i n c o s t u m e d a " m a g i " è a c c o m p a g n a t o , o l t r e c h e d a incenso ed acqua benedetta, anche dal signifer, un chierico che al posto della croce porta un'insegna (signum) a forma di una grande stella. In quei giorni, nella comunità parrocchiale dove si coordina Nelle comunità parrocchiali si formano diversi gruppi di Cantori Christus Mansionem Benedicat: la scritta in gessetto con la benedizione della casa dura tutto l'anno LUIGI CASALE garne la ragione a parenti ed amici del sud che negli anni hanno voluto onorarmi di una v i s i t a , m e p a r t i t o d a T o r r e A n n u n z i a t a , i n p r o v i n c i a d i Napoli, più di 40 anni fa. Ogni Regione ha le sue tradi- zioni, e così pure per Natale. Chi come me proviene dalla Campania sa che per Pasqua, il parroco della comunità parroc- chiale porta la benedizione alle famiglie girando (chissà se lo fanno ancora) per le case asper- g e n d o c o n l ' a c q u a s a n t a l a dimora e i suoi abitanti, e racco- gliendo offerte ed uova fresche (quando nelle aie e nei cortili si allevavano ancora le galline). Qui, in Alto Adige invece la benedizione delle case la si fa n e i g i o r n i t r a N a t a l e e Capodanno, e la portano i Tre Magi i quali visitando i presepi danno l'annuncio della nascita del Redentore: pregano con la famiglia ospite, intonano un canto in lingua tedesca (perché dalla cultura tedesca ci viene questa bella tradizione), e alla fine segnano sulla porta la prova del proprio passaggio: la sigla 20-K+M+B-14, che mi accingo a decifrare. Le cifre indicano la data, prati- camente il numero dell'anno che l'iniziativa, si formano diversi gruppi di Magi, ognuno accom- pagnato dal suo signifero. Per una decisione locale che i n t e r e s s a t u t t a l a D i o c e s i d i Bolzano, le offerte raccolte nei giorni della visita dei Magi sono devolute a progetti sociali nelle terre di missione. Le famiglie più antiche, quelle di maggior rilievo sociale, quel- le amiche, o i benefattori, sono visitate dal gruppo degli adulti, il più caratteristico, il meglio attrezzato per vestimenti e per stile, le persone che mantengo- n o v i v a l ' a n t i c a t r a d i z i o n e , capaci di creare occasioni di scambio di auguri e nuove rela- zioni di amicizia. Tradizionale benedizione casa per casa dei Cantori della stella a Bolzano I "Cantori della stella" vestono i costumi dei magi e sono accompagnati dal "signifer"che porta una grande stella al posto della croce fatta press'a poco così: 20 – K+M+B – 14. Esiste anche sulla porta di casa mia. E tante volte ho dovuto spie- In Alto Adige le case si benedicono tra Natale e Capodanno C'è ancora chi scrive la letterina di Natale per chiedere oltre ai doni l'amore per la famiglia? Non saprei in quale recente passaggio storico si sia perduta la bella abitudine di far trovare nelle famiglie, il giorno di N atale (e in alcune anche a P as q ua) la letterina con gli auguri ai genitori. In genere la si trovava sotto il piatto della tavola imbandita, complice la mamma, durante il pranzo della festa, quando, con- sumato il primo, si era in attesa che venisse servito il secondo. Il papà, destinatario della mis- siva, nel sollevare il piatto della minestra, mostrava tutta la sor- presa per quelle letterine, una di ogni figlio, al momento in cui la mamma glielo toglieva vuoto per riportarlo in cucina. E allora se le guardava, se le girava tra le mani, le identificava, la ricon- segnava, ognuna al suo piccolo mittente, secondo l'ordine, per farsele leggere. La festa, la preghiera a Gesù Bambino, l'amore per la famiglia, i buoni propositi a fronte di qualche mancanza, la tacita richiesta di perdono, e in alcuni casi, dove le condizioni economiche lo consentivano, l'esplicita richiesta del dono, che comunque anche se differito al giorno della Befana (fes ta dell'Epifania del Signore, 6 gen- naio) non mancava mai. A partire dagli anni '70 sono stato genitore anch'io. Ormai, sono anche nonno. Ma, che io ricordi, la letterina di Natale, che pure circolava in casa in quei giorni di festa, le scuole dell'in- fanzia e forse le primarie conser- vano ancora oggi la tradizione di farle scrivere ai bambini, non me la sono mai ritrovata sotto il piatto il giorno di Natale. Forse è quello il periodo in cui anche le nostre abitudini famil- iari si erano modificate. Da quel- la stessa data, i bimbi, i doni li hanno cominciati a trovae sotto l'albero la veglia di Natale, a mezzanotte, al ritorno dalla santa messa. Le condizioni economiche e sociali, le mentalità e i compor- tamenti, i sentimenti e le aspi- razioni si erano modificate; ma lo spirito del Natale legato anche alla centralità dell'infanzia, sem- brerebbe immutato. Perciò, se ha senso parlarne, se può avere una giustificazione scriverne, se siamo alla ricerca di una finalità pedagogica, è solo perché vorremmo che i gesti non fossero privi di significato, che le tradizioni recuperassero il loro valore, e soprattutto i valori: i contenuti ideali e quelli morali, di cui esse sono segni manifesti. S arebbe bello che ques ta tradizione rimanesse tale, si con- servasse passando di generazione in generazione, perchè il Natale dei bambini non sia solo l'attesa di un regalo. LUIGI CASALE