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GIOVEDÌ 18 DICEMBRE 2014 www.italoamericano.com 21 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Durante il periodo natalizio, alcuni luoghi sprigionano atmo- sfere che ricoprono la città di un fascino ammaliatore unico come succede a Napoli. Ogni sua differente angola- zione e prospettiva ricorda noti dipinti i cui dettagli sono degni di un'opera d'arte vivente dove la storia pulsa ininterrottamente per i suoi vicoli e non smette mai di sbalordire. L'individuo si trova lavorazione impeccabile. Via San Gregorio Armeno è tutto questo e tanto altro. Le bot- teghe artigiane, l'odore dei dolci caramellati ed il vento di stagio- ne effondono nell'aria la magia natalizia napoletana, celebre e immortale. Per comprendere bene a fondo il significato del Natale napoletano è sufficiente guardare il film "Natale in casa Cupiello" (1977) tratto dalla celebre com- media tragicomica scritta nel numerose critiche della moglie Concetta (Pupella Maggio) e del figlio Tommasino (Luca De Filippo) al quale il padre si rivol- geva chiedendogli se fosse di suo gradimento il presepe con la fati- dica frase: "Te piace 'o preseb- bio?" ("Ti piace il presepio?"), il protagonista assemblava ponti, ruscelli, stradine e incollava pastori poiché spinto da un forte spirito di tradizione. Il presepe ha avuto una sua evoluzione nel tempo. Nel Seicento, allargò il suo scenario; non fu solo simbolo della grotta della Natività, ma anche del mondo esterno grazie alla diffusione delle rappresenta- zioni delle taverne, le esposizioni di carni fresche, cesti di frutta e verdura che resero, gli scenari, reali e autentici. Nel Settecento, invece, il pre- sepe napoletano tocca il suo periodo d'oro con il regno di Carlo III di Borbone raffiguran- do spaccati di vita quotidiana e, per merito del florido periodo artistico, anche i pastori cambia- rono le loro sembianze. Da quel periodo in poi i presepi non furo- no più commissionati solo dagli ordini religiosi, ma anche dai ric- chi e dai nobili. L'essenza del presepio napo- letano fu menzionata anche da miniatura dell'anima della città e delle sue tradizioni millenarie e di quei preziosi valori che resi- stono, con successo, alla morsa schiacciante del consumismo e della globalizzazione. A San Gregorio Armeno si vive la magia del presepe napoletano capanna, tutto adorno di alberi e di alberelli sempre verdi; e li ci si mette la Madonna, il Bambino Gesù e tutti i personaggi, com- presi quelli che si librano in aria, sontuosamente vestiti per la festa catapultato in un contesto di immagini, suoni, odori che risve- gliano i sensi di chi passeggia per il centro storico, allestito con bancarelle che espongono: cara- melle colorate, dolci natalizi e bevande calde fumanti. Nel centro storico esiste una via antica che racchiude, in pochi metri, tutto lo spirito natalizio di Napoli e dove tantissime botte- ghe d'artigianato espongono, da secoli, i loro celebri presepi, strumenti musicali e pastori dalla 1931 dal Maestro Eduardo De Filippo. Nella pellicola, il prota- gonista Luca Cupiello, interpre- tato da Eduardo, si prepara, con entusiasmo e devozione, alla festività natalizia predisponendo con metodica preparazione, sup- portata da un forte sentimento di pazienza e amore, il celebre pre- sepio napoletano. Nonostante le FRANCESCO BUCCARO Statuine, bambinelli, presepi: a Napoli il presepe è un'arte Goethe nel suo Viaggio in Italia del 1787, attraverso una sua testimonianza: "Ecco il momento di accennare ad un altro svago che è caratteristico dei napoleta- ni, il Presepe […] Si costruisce un leggero palchetto a forma di […]. Ma ciò che conferisce a tutto lo spettacolo una nota di grazia incomparabile è lo sfondo, in cui s'incontra il Vesuvio coi suoi dintorni". Il presepio napoletano non è altro che la riproduzione in San Gregorio Armeno, la via dei presepi e delle botteghe artigiane dei maestri presepiali napoletani Dal Seicento la cura dei dettagli della vita quotidiana è altissima (Per tutte le foto Ph. F. Buccaro) Angolo della poesia. E spuntò un fiore indorato di carne C'era una stella cometa che lallava tutta sola per la notte le culle di ogni città. Il suo era un canto di grembo e di cielo come il quieto sussurrare di una lira alla luna. C'erano per le strade asperse dalle palme chine di neve un uomo e una mula e in groppa alla mula una donna in cui crepitava la vita. La stella cometa intravide il petalo serbato nel grembo della donna e volle seguirla. C'er ano un uom o ed una mula in groppa alla mula una donna e una stella cometa che come briciole di sogni infiammava la volta intera. Sfiancata la donna si adagiò su paglia mista a fieno in una stalla senza sorte verso cui alita- va il gelo. C'erano da un lato l'uomo e dall'altro la mula. E c'erano sguardi ricolmi di amore e di pietà lacrime di umanità. La stella cometa udiva richia- marsi dal ventre della donna. Si avvicinò cheta cheta e divenne carne – un petalo di carne. Era il canto di un angelo ad una madre e ad un padre un canto alla terra e al creato. Era come una girandola di migliaia di stelle comete come il pulsare dolce dell'ombe- lico della vita. Furono pochi istanti un'attesa lunga una lode il tremito di un passo in sospeso il sussurro della neve che cade l'addio di un ramo lo spuntare di un sorriso la sorpresa del cuore un miracolo di grembo e di cielo e a quella notte di paglia e di gelo si dischiuse un fiore indorato di carne. DAVIDE ROCCO COLACRAI