L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-8-2015

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GIOVEDÌ 8 GENNAIO 2015 www.italoamericano.com 21 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | La religiosità è un sentire innato nell'uomo. Sin dalla prei- storia si intuisce che deve esiste- re qualcosa che va oltre il mate- riale e il quotidiano: il ciclo delle stagioni, il morire autunna- le e il rinascere primaverile della vita nei campi spinge a sentire l'esistenza di una possibile vita oltre la morte. Come mostrano le statuette della dea Madre Terra, trovate ritualità ci ha lasciato. Di esse la traccia più emozio- nante è rappresentata dai riti: cerimonie e gestualità giunte ai nostri giorni immutate nei seco- li, protette gelosamente dalle popolazioni e rivissute da gio- vani ed anziani con intensità. Sono il fuoco, l'acqua, la pie- tra, ma anche gli animali a dive- nire gli strumenti attraverso i quali la fede si manifesta mate- rialmente e il pellegrino mostra la sua devozione chiedendo la alla disponibilità di acqua. Le popolazioni italiche, ma soprat- tutto i romani, svilupparono dei veri e propri culti dell'acqua. Realizzando templi con fontane e vasche. Nel cristianesimo l'ac- qua assume ruoli simbolici fon- damentali, il sacramento del bat- tesimo amministrato da San Giovanni al giovane Gesù nel fiume Giordano ne è la principa- le testimonianza. I  R I T I D E L L ' A C Q U A - A c q u a c o m e p u r i f i c a z i o n e , acqua come segno di nascita, sorgenti come fonti di vita. Una società di contadini e pastori come è stata per millenni quella abruzzese fino agli anni più recenti, ha fatto dell'acqua l'ele- mento centrale di culti e tradi- zioni religiose molto forti, svi- luppatesi soprattutto attorno agli eremi delle montagne. Spesso ai Santi eremiti è attribuito il mira- colo di aver fatto sgorgare l'ac- qua dalla roccia e ad essa vengo- no riconosciute dalla devozione popolare peculiarità guaritorie e benefiche. Si va in pellegrinag- gio per bagnarsi in quelle acque e guarire nel corpo e nell'animo. I L R I T O D I S A N MICHELE A LISCIA - Tra i m o l t i e r e m i a b r u z z e s i l e g a t i all'acqua, suggestivi per i luoghi e i riti che vi si compiono, vi è il s a n t u a r i o d i S a n M i c h e l e Arcangelo a Liscia nell'entroter- ra vastese che protegge una grot- ta con una sorgente naturale. La leggenda racconta che un mandriano di Palmoli, portando San Venanzio si celebra il 18 maggio. I pellegrini, ripercor- rendo le orme della vita del Santo, si sdraiano su quella che si crede sia l'impronta lasciata dal suo corpo, detta letto di San Venanzio, poi prendono posto sul sedile di Santa Rina per otte- nere la guarigione dai mali fisi- ci. Dalla loggia esterna che si affaccia sul fiume parte la Scala Santa, scavata nella roccia che porta fino all'acqua del fiume e viene percorsa in salita dai pel- legrini. Questi gesti rituali sono l e g a t i a l l ' e v o c a z i o n e d e l l a discesa agli inferi, dai quali si risale purificati, ma anche alle pratiche religiose per mezzo delle quali i pellegrini invocano la guarigione dai loro mali. Un esempio è l'immersione degli arti doloranti o malati nelle a c q u e d e l s o t t o s t a n t e f i u m e A terno e la benedizione dei malati con l'acqua miracolosa di San Venanzio. La grotta di san Michele Arcangelo con la fonte miracolosa Riti sacri e religiosità popolare: l'acqua e i suoi miracoli l'acqua che sgorga dalla grotta ritenuta miracolosa. Partecipano a questo rito molti pellegrini, d i o g n i e t à , p r o v e n i e n z a e d estrazione sociale, entrano nella g r o t t a i n f o n d o a l l a c h i e s a , i m p u g n a n o i l t r a d i z i o n a l e mestolo in rame e bevono un sorso d'acqua attinta dalla sug- gestiva sorgente naturale sulla quale aleggia la tradizione del miracolo. La devozione popolare risulta ufficializzata fin dal Seicento q u a n d o i D ' A v a l o s , f e c e r o costruire davanti alla grotta una chiesetta nella quale è esposta la statua del Santo. L'8 maggio e il 29 settembre i fedeli compiono emozionanti rituali: toccano le pareti della roccia e ci strofinano contro fazzoletti e oggetti sacri, poi bevono l'acqua di sorgente che gocciola dalle stalattiti, rite- nuta rimedio efficace contro i vari mali. Il santuario è legato alla reli- giosità dei pastori, poiché qui n e l l e t o m b e d e l p e r i o d o Neolitico, l'uomo placa il disa- gio della morte con la speranza della rinascita. Per questo l'uo- mo plasma dall'argilla figure femminili che simboleggiano colei che dona la vita e le pone accanto ai defunti. Col passare dei secoli questo profondo bisogno di divino che è dentro di noi emerge ed assu- m e f o r m e e s t e r i o r i d i v e r s e , dando vita a divinità e dei di vario genere. Ogni civiltà prende quelli della precedente li riadatta e ne aggiunge di nuovi, cambia loro funzione o aspetto esteriore seguendo una sorprendente con- tinuità logica e storica. Gli Italici dai culti preistorici e da loro i Romani fino all'arrivo della parola di Gesù. E così i rituali pagani vengono riadattati spesso localmente, dando vita a tradi- zioni e culti cristiani di grande suggestione. Sin dalla prima diffusione del C r i s t i a n e s i m o n e l l e t e r r e d'Abruzzo le nostre genti sono state pervase da un intenso fer- vore religioso e da una fede profonda, strettamente legata ai semplici ritmi e alle esigenze quotidiane della vita di un popo- lo composto per lo più da conta- dini e pastori. Chiese, opere d'arte sacra, eremi, sono le tante testimonian- ze materiali che questa forte spi- vicinanza di Dio. Tra questi l'acqua è l'ele- mento fondamentale per l'esi- stenza di ogni forma di vita sulla terra sia animale che vegetale. Sin dalla prima presenza dell'uo- mo essa è stata uno dei fattori che hanno ritmato gli spostamen- t i d e i n o m a d i e l a s c e l t a d e l l u o g o p e r s t a b i l i r s i . Accampamenti e villaggi veniva- no sempre posti in luoghi sicuri, m a n e c e s s a r i a m e n t e v i c i n i all'acqua, sorgenti, fiumi. E l'a- gricoltura dei primi gruppi di uomini preistorici, quelli che da cacciatori nomadi divennero sta- bili contadini, ruotava attorno ELISABETTA MANCINELLI Statuine che testimoniano il culto della Dea Madre in Abruzzo la sua mandria al fiume per l'ab- beverata, notò un torello che s c o m p a r i v a o g n i g i o r n o p e r ritornare solo a sera. Incuriosito decise di seguirlo e scoprì, con grande sorpresa, che l'animale arrivava fino a una grotta nasco- sta nella vegetazione e lì si ingi- nocchiava in adorazione di San Michele. Preso da devozione il p a s t o r e s i i n g i n o c c h i ò e l'Arcangelo compì il miracolo di far sgorgare l'acqua per dissetar- lo. La grotta è tuttora meta di grandi pellegrinaggi che giungo- n o q u i d a t u t t o l ' A b r u z z o e anche dal Molise, due volte l'an- no si ripete l'antico rito di bere passano alcuni dei tratturi che dall'Abruzzo portavano le greg- gi in Puglia e viceversa. S.VENANZIO A RAIANO - Un altro suggestivo eremo si trova nell'aquilano poco distante da Raiano. La chiesa è dedicata al giovane Venanzio che, con- vertitosi al Cristianesimo si ritirò in questi luoghi. Nel 259 fu arrestato e martirizzato. Al culto di questo martire, ancora oggi molto sentito dai fedeli che q u i a c c o r r o n o d a t u t t o l'Abruzzo, si lega un'antica tra- dizione che vuole riconoscere in a l c u n i s e g n i s u l l a r o c c i a l e impronte del Santo. La festa di Devozione e riti di purificazione nella grotta dell'Eremo di San Michele Arcangelo a Liscia (Ph. Lattanzi) San Venanzio a Raiano e la cella del Santo (Ph. Lattanzi)

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