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GIOVEDÌ 19 FEBBRAIO 2015 www.italoamericano.com 27 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | K.O. netto dell'Italia del rugby contro l'Inghilterra. Azzurri fuori dal Sei Nazioni? Italia sì, Italia no. Così canta- vano gli "Elio e le Storie Tese" al Festival di Sanremo 1996 anticipando, chissà quanto volu- tamente, i dubbi degli alti "pre- lati" del rugby europeo circa le reali potenzialità della nazionale italiana. Perplessità aumentate in maniera esponenziale all'in- domani della sconfitta maturata in quel di Twickenham contro i Leoni dell'Inghilterra nell'esor- d i o a z z u r r o n e l S e i N a z i o n i 2015. K.o. netto ma non per questo o n o r e v o l e q u e l l o i n c a s s a t o dall'Italia contro i forti atleti di "sua maestà" che però ha nuova- mente dato forza al partito degli "Italia fuori dal Sei Nazioni". I n e f f e t t i a p a r t e q u a l c h e exploit nelle passate stagioni, la storia d'amore tra la nazionale azzurra ed il celebre torneo con- tinentale non è mai sbocciato a dispetto di un clamore mediatico che ha di fatto portato il rugby nelle case di milioni di appas- sionati. " Q u a n t i a n n i p a s s e r a n n o ancora prima che gli organizza- t o r i d e l t o r n e o c o m i n c i n o a d u b i t a r e d e l l ' o p p o r t u n i t à d i tenere gli azzurri? Lo dice il ranking: Georgia e Romania sono sul loro stesso piano". Così scrisse Owen Slot, celebre gior- nalista del The Times aprendo di fatto una pericolosa breccia nella credibilità internazionale d e l l a s e l e z i o n e i t a l i a n a a l cospetto delle storiche e solide realtà francese, irlandese, galle- se, scozzese e ovviamente ingle- se. Sono solo riferimenti, reali- stici e impietosi, che nascondo- no quella che deve essere consi- derata una provocazione. A oggi nulla dice che l'Italia stia cor- rendo dei rischi. Anche perché, commercialmente, si è in una botte di ferro: con tutto il rispet- to, si può paragonare il fascino di Roma a quello di Tbilisi e Bucarest? "Quelle che ho ripor- tato — spiega lo stesso Slot — sono considerazioni personali, non suffragate da concretezze". Nick Cain, altro prestigioso nome del giornalismo specializ- zato britannico, oggi columnist di The Rugby Paper, ha poi sot- tolineato: "L'Italia, più volte, da quando è nel consesso, ha dimo- strato di starci bene. Ma i pro- gressi sono stati pochi. Visti poi i risultati di Zebre, di Treviso e dei club in Europa, mi domando c o m e v e n g a n o i n v e s t i t e l e i m p o r t a n t i c i f r e c h e d a l S e i Nazioni finiscono nelle casse federali. Perché, per esempio, un Benvenuti, che prometteva tanto, è sparito?". A dissipare i dubbi circa la consistenza della nazionale ita- liana ci ha però pensato il ct i n g l e s e , S t u a r t L a n c a s t e r : "L'Italia merita il torneo — ha detto nel post partita — gioca con enorme orgoglio e andate a chiedere ai miei come si sentono dopo questi 80' di battaglia. Nutriamo grande rispetto per gli azzurri". Infine, Danny Cipriani, tornato sul prato di Twickenham con la Nazionale dopo sei anni e Il capitano azzurro Sergio Parisse, colonna della nazionale mezzo, è rimasto alquanto sor- preso dall'argomento: "È assur- do — ha esclamato sorridendo — ho appena fatto i compli- menti a McLean e a De Marchi, m i e i c o m p a g n i a l S a l e , p e r come la squadra s'è comporta- ta". Opinioni condivise ampia- mente dai protagonisti azzurri, a cominciare da capitan Parisse: " R i s p o n d e r e m o r i e m p i e n d o l'Olimpico. Spero che a vederci contro l'Inghilterra arriveranno in 82.000 alla faccia di chi dice che non interessiamo. Siamo in un momento difficile, ma in quindici tornei abbiamo anche fatto grandi cose. Insistiamo". Tutti all'Olimpico dunque, per dimostrare come e quanto l'Italia meriti il Sei Nazioni. La squadra italiana canta l'Inno di Mameli prima di affrontare l'Inghilterra nel torneo del Sei Nazioni Nba, Belinelli porta coach Popovich a quota 1000 A Marco Belinelli da San Giovanni in Persiceto piacciono i record. Nell'All Star Game NBA dell'anno scorso era stato il primo italiano a centrare una vittoria, per di più individuale, nella gara dei tre punti che rap- presenta il massimo di chi da bambino sognava di fare cane- stro da più lontano possibile. Ora, dopo l'anello conquistato da protagonista nel 2014 con la maglia dei San Antonio Spurs, Beli ha regalato al suo coach Gregg Popovich la soddisfazio- ne di essere uno dei nove allena- tori della NBA a ottenere mille vittorie in carriera. Nel match vittorioso contro gli Indiana Pacers, che alla fine del terzo quarto erano avanti di 14 punti, il ragazzo bolognese ha avuto infatti un ruolo fonda- mentale, con la tripla infilata appena entrato in campo che ha risollevato immediatamente il morale della squadra. Un ciclo- ne che nei dodici minuti succes- sivi ha regalato alla squadra una prestazione monstre culminata con il piazzato del +2 per San Antonio a due secondi dalla fine che ha suggellato il 95-93 fina- le. U n a I n d i a n a p o l i s c h e h a comunque festeggiato il suo "figlio" di ritorno Popovich, nato proprio nell'Indiana da padre serbo e mamma croata. Uno slavo di poche parole e molti fatti, che al suono della sirena si è limitato a dire di aver raggiunto il traguardo storico delle mille vittorie su 1.432 par- tite (più velocemente di lui ci sono riusciti solo Phil Jackson e Pat Riley) perché è "sulla brec- cia da tanto tempo" e perché ha "allenato buoni giocatori". Less is more. Una vera lezione di vita. Non male per uno che da 19 anni consecutivi raccoglie gran- dissimi risultati alla guida di u n a f r a n c h i g i a c o m e S a n Antonio che fino al suo arrivo nel 1996 aveva collezionato appena quattro finali di Western Conference e poco più. Con P o p o v i c h a r r i v ò u n ' i d e a d i squadra e l'apporto di campioni come Tim Duncan che aggiunse al talento della stella di casa D a v i d R o b i n s o n q u e l l o c h e mancava per arrivare al primo titolo NBA, centrato nel 1999. Di anelli, da allora, coach Popovich ne ha centrati ben cin- que, riscrivendo la storia del basket non solo texano, ma del passato recente del basket ame- ricano. Grazie anche a scelte come quella di Belinelli, forte- mente voluto dall'allenatore slavo-americano nella campa- gna acquisti del 2013 che porta la guardia bolognese in bianco- nero. E per Marco, che 13 anni fa debuttò da professionista con le V nere della Virtus Bologna, è stato come un ritorno ai colori dell'infanzia nonostante le quat- tro stagioni passate sull'altra sponda bolognese, quella della Fortitudo, prima di arrivare in NBA. Per Popovich, oltretutto, la soddisfazione è doppia perché le mille vittorie sono arrivate tutte sulla panchina degli Spurs, dove il primo a festeggiarlo è stato p r o p r i o E t t o r e M e s s i n a , e x coach di Belinelli a Bologna, ex allenatore della Nazionale italia- na e candidato più accreditato alla successione a Popovich in Gregg Popovich, allenatore dei San Antonio Spurs ANDREA TEDESCHI Il bolognese Marco Belinelli gioca nei San Antonio Spurs NICOLA ALFANO