L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 19 FEBBRAIO 2015 www.italoamericano.com 22 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com Se cambiano i valori dell'uomo la vir tù passa dal coraggio militare alle doti spirituali LUIGI CASALE Da ragazzo non mi rendevo conto per quale motivo gli inse- gnanti di latino ci facessero tra- durre la parola latina "virtus" col vocabolo italiano "valore"; e più precisamente "valore milita- re". Eppure i dizionari, come prima accezione del lemma, pro- ponevano l'interpretazione di "valore militare". Per me era dif- ficile accettarlo, sapendo con quale significato usiamo noi la parola virtù nella parlata quoti- diana. E, ancora, conoscendo il giudizio degli storici dell'anti- chità (a parte Livio) sui soldati, sul loro reclutamento e sulla loro vita. A me sembrava un'aberra- zione identificare la forza fisica del soldato, con la "virtù". sarà la razionalità o la condotta morale. E se è un marito sarà un "bravo marito" in tutti i sensi, ma soprattutto in "virilità". Considerato quindi che il vir è maschio, la virtus sarà essenzial- mente la mascolinità. Perciò si capisce ora che, cambiando nel tempo l'ideale dell'uomo o la sua attitudine, cambia la rappresentazione delle qualità ritenute indispensabili a renderlo tale. Così è successo che l'applicazione della parola virtus, attraversando il medioevo in cui dell'uomo si è avuta un'idea molto diversa da quella dell'anti- chità, ha fatto sì che "virtuoso" divenisse l'uomo religioso. Proprio come nell'antichità lo era il valoroso soldato. Spostatosi poi l'uso della parola alla sfera spirituale appli- cata all'anima, di virtù si è parla- to anche al femminile. Quasi un ossimoro. Oggi, quando non ci riferiamo espressamente alle virtù morali, siamo costretti a dover precisare la portata della virtus aggiungen- do un aggettivo come, per esem- pio, "virtù civiche". E la stessa parola virtù, per traslato, viene applicata ad ele- menti non necessariamente umani: "la virtù di una pianta o di un medicinale". Per avere un'idea di questo mutamento di significato, e coglierne il momento del passag- gio potremmo rileggerci il capi- tolo del Machiavelli dove si parla di Virtù e Fortuna. Vedremmo come i due termi- ni: virtù e fortuna, in Machiavelli conservino ancora la semantica degli antichi. Tante altre parole, passando da un ambiente culturale all'al- tro, modificano il loro significa- to. Ne ricordo qualcuna modifi- cata dal pensiero cristiano. Vedi: fede (fiducia e fedeltà) diventa "confidenza in Dio"; agonia (gara, lotta) diventa "sof- ferenza prima della morte"; salvezza (salute) diventa "redenzione"; miracolo (fatto meraviglioso) diventa "inter- vento divino"; confessione (pubblica dichiarazione) diventa "atto penitenziale"; angelo (messaggero o messaggio) diven- ta "personaggio mistico, inviato di Dio"; passione (sofferenza) diventa "sacrificio del Cristo", oppure sentimento amoroso; martire (testimone) diventa "persona eroica fino all'estremo sacrificio"; sacramento (gesto rituale del processo civile) divie- ne "segno della presenza di Dio nella storia"; demonio (divinità, spirito vitale, destino) diviene "essere spirituale incline al male". E così tante altre. Questa piccola riflessione sullo scivolamento del significato (e, in particolare, in presenza e in conseguenza di un mutamento di mentalità), è indispensabile alla comprensione degli autori distan- ti dalla nostra contemporaneità. Inoltre, per il poco che ci riguarda, ci ricorda che i vocabo- lari si devono usare (e consuma- re, direi) nella stagione ad essi contemporanea. In seguito, devo- no essere gelosamente custoditi per la loro capacità di documen- tazione. E procurarsene subito di nuovi. Adesso, a posteriori, me ne rendo conto; ricordando che la maggior parte dei testi delle ver- sioni dal latino parlavano di bat- taglie campali, di imboscate, di movimenti di truppa, di atti di eroismo legati ad azioni di guer- ra, o di gesti di violenza. Qualcuno, forse esagerando, ha detto che la storia di Roma è la storia dell'esercito. Intanto bisogna riconoscere che "virtus" (virtù) come deriva- to da "vir" (uomo) non può signi- ficare altro che "la prerogativa più peculiare dell'uomo". Perciò se l'uomo è un soldato la sua qualità sarà evidentemente il valore militare. Ma se invece è un filosofo (intellettuale) la sua peculiarità

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