L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-5-2015

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GIOVEDÌ 5 MARZO 2015 www.italoamericano.com 13 Il vero antagonista di 007: la buca romana! La Vignetta della Settimana di Renzo Badolisani L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | IL BERNOCCOLO DI BOND Crateri sulle strade di Roma: la notizia è vecchia, tristemente nota e accertata per tutti i cittadini della Capitale. Molti Romani - del critico stato delle strade - se ne sono accorti sulla propria pelle: ruote letteralmente spaccate subito dopo l'impatto con una delle mille buche che tempestano la città. C'è chi è caduto, per colpa di piccole voragini, spesso coperte da foglie, terriccio o, peggio anco- ra, acqua, riportando fratture alle gambe, al gomito e al polso. Ci sono purtroppo pure coloro che, per colpa delle buche cittadine - una delle storture della Capitale di oggi - ci hanno lasciato la vita, sbandando e finendo contro pali o muri. Non è un caso che le can- cellerie dei Tribunali pulsino di cause, contrattazioni, tentativi di conciliazione tra gli avvocati del Comune - e delle società che dovrebbero garantire la tenuta del manto stradale - e i legali delle vittime, degli incidentati, di coloro, insomma, che, sulle arterie di Roma, hanno davvero passato brutti momenti. Stavolta, però, la notizia ha fatto il giro del mondo e, per Roma e i suoi amministratori, la figura non è stata ottimale. Stipato dentro la sua piccola, ma velocissima vettura, l'attore Daniel Craig - che sta girando in città alcune scene del nuovo film di James Bond - ha riportato un bel bernoccolo, colpendo con la testa, per colpa di una buca galeotta, il tettuccio interno della sua macchina, lanciata a folle velocità, per esigenze di copione, sui Lungotevere notturni della città. Riprese sospese, ruolo e alcune scene affidate a degli stunt- men, magari più abili dell'attore britannico a schivare le insidie romane della strada. Craig è ripartito per Londra dopo qualche ora, fotografato all'aeroporto di Fiumicino con un berretto da baseball calzato in testa, tanto per mascherare il taglio e il fastidioso bernoc- colo. Un problema in più per la produzione del film di Bond che aveva scelto Roma - per le sue bellezze incomparabili - per alcune riprese del film, non tenendo, evidentemente, in debito conto alcune criticità a corredo come, appunto, lo stato d'incuria delle strade. Per carità, le colpe sono di varie Amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni. Colpe multicolorate e decisamente poli- valenti: molti gli appalti che non hanno davvero funzionato. Basta una pioggia copiosa e le strade si aprono come gruviera, diventando un'autentica trappola per automobilisti e, soprattutto, motociclisti. Il Sindaco Marino, alla luce di reclami, ingiunzioni e cause civili in atto, ha ora affidato a una Commissione specifica di stilare un calen- dario di pronto intervento. Ovvero intervenire per riparare, o quan- tomeno provare a farlo, piccoli, profondi crateri che hanno fatto l'in- diretta fortuna, ultimamente, di gommisti e ortopedici. Roma, con i primi tepori della primavera e con il sole che tarda ormai a tramontare per l'avvicinarsi della bella stagione, sarebbe davvero più bella e magica se qualcuno - forse con la bacchetta magica, vista la situazione complessiva, soprattutto in periferia - eli- minasse il problema delle buche cittadine. Un oltraggio giornaliero in cui ogni romano, ogni santo giorno, si imbatte. Come è accaduto anche a uno mica qualunque: James Bond, al volante della sua auto magica. La tv italiana è cattiva maestra per la lingua inglese problematici per i personaggi tele- visivi, siano questi giornalisti, mezzobusti o presentatori. Ad esempio, "promised" (promisd) diventa "promis-ed" ed "event- driven" (ivent-driven), ev-ent draiven. Per i numeri, two (tu) viene trasformato in "chwu". Quanto alla correttezza di traduzione, ricordiamo che l'esat- mente "moda" , ma che in Italia viene usata per indicare qualcuno "di moda" e che correttamente sarebbe "fashionable". Quindi la televisione, dopo aver ottenuto ottimi risultati con l'in- segnamento della lingua italiana, ora deve impegnarsi ad insegnare una buona pronuncia inglese, no ifs, ands, or buts (senza se e senza ma). Ultimamente ho amici che mi chiamano a New York dall'Italia per una semplice domanda: "qual è la corretta pronuncia: "eple" (Apple) come dicono in televi- sione, oppure "apl"? Alla televisione italiana la paro- la inglese "Job Act" (giob act) facilmente evitate ascoltando online la pronucia delle parole (ad esempio sul sito www.howtopro- nounce.com), vengono in mente anche parole come "report", spes- so pronunciata con l'accento sulla "e" come "rép-port", invece che sulla "o". I verbi sono poi particolarmente tissima parola "stage" (steij) diventa "steige", ma mai utilizza- ta nel modo giusto visto che in inglese significa "palcoscenico", mentre in Italia indica un prati- cantato che verrebbe corretta- mente chiamato "internship". E che dire dell'uso della parola "fashion" che traduce letteral- DOM SERAFINI diventa "giobect", come se fosse il nomignolo di una ragazza olan- dese. Per confondere ulteriormente le idee, in un annuncio pubblicitario di McDonald's Italia, scrivono "Jobs Act", che non è completa- mente sbagliato, ma nemmeno corretto come lo sarebbe "Job Act", per indicare un'azione leg- islativa. E che dire delle "s" inutili che abbondano in televisione, come "smarts-phone" invece di "smart- phone" (pronunciato "smartfon")? Un'altra parola che viene stor- piata in televisione è "manage- ment", che si pronuncia com'è scritta, ma senza la prima "e" e con l'accento sulla prima "a" (che quindi diventa "mánagment") invece che "mannagge-ment" o addirittura "mannaggiament". Secondo uno studioso ameri- cano che risiede in Italia, "il prob- lema fondamentalmente è che l'enfasi che si dà allo studio della letteratura e grammatica fa spesso trascurare agli italiani la pronun- cia. Invece, vocabolario e scorrev- olezza sono ben più importanti per farsi capire. Alla televisione si dà il merito di aver veramente "unificato" l'Italia insegnando ai nostri nonni e padri a parlare l'italiano standard quando era necessario per via della maggiore mobilità geografi- ca. Oggi la Tv sta insegnando ai giovani a parlare male l'inglese quando questo è indispensabile per navigare in un mondo global- izzato. Il Primo Ministro Matteo Renzi è un tipico prodotto della cattiva televisione per l'insegnamento dell'inglese e si sente quando lo parla. Renzi sa costruire le frasi, ma solo dopo che compie uno sforzo mentale per trovare le parole. Tornando alle storpiature del- l'inglese, che potrebbero essere

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