L'Italo-Americano

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GIOVEDÌ 19 MARZO 2015 www.italoamericano.com L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | 19 A due anni dalla sua ascesa al trono pontificio, Papa Francesco indice il G iubileo della Misericordia. E lo fa con un annuncio a s orpres a durante l'Omelia della celebrazione peni- tenziale nella Basilica Vaticana, in un momento storico partico- larmente difficile per la vita della Chiesa. L'Anno Santo straordi- nario avrà inizio con l'apertura della Porta Santa in San Pietro l'8 dicembre 2015 e si conclu- derà il 20 novembre 2016. La Bolla di indizione sarà pubblicata il 12 aprile, domenica della Divina Misericordia, festa istituita da Papa Giovanni Paolo II e celebrata la prima domenica dopo Pasqua. Le date sono forte- mente simboliche: l'apertura avverrà nel 50° anno della chiu- sura del Concilio Vaticano II (1965), quasi a voler sottolineare nuovo Giubileo straordinario, pone al centro dell'attenzione la medesima linea ideale perse- guita dalla Chiesa mezzo secolo dopo con la sua attenzione per gli ultimi, evocata già da Papa Roncalli prima del Concilio. Tema forte quest'ultimo che, assieme al dialogo interreligioso e al rapporto con il mondo con- temporaneo, Papa Bergoglio ha mes s o al centro del s uo Pontificato. La tradizione del Giubileo, tra i momenti più alti e significa- tivi nella vita della Chiesa, ini- ziata nel 1300 da Bonifacio VIII, è divenuta nello spirito dei cattolici un'opportunità per approfondire la propria fede e vivere con rinnovato impegno la testimonianza cristiana. Finora gli Anni Santi ordinari sono stati 26, l'ultimo è stato il Giubileo del 2000, il secondo indetto da Giovanni Paolo II dopo quello del 1983. P apa Francesco, con l'annuncio del FRANCESCA GRAZIANO non il D io giudicante dell'Apocalisse, ma il Dio mise- ricordioso del Vangelo di Luca, "Dio perdona tutto e perdona tutti", ha ricordato. Nell'annunciare l'Anno Santo ha detto di aver "pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericor- dia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale". La Misericordia del resto è un tema molto caro all'attuale P ontefice nel cui motto da Vescovo si legge "Miserando atque eligendo". Perché la mise- ricordia "cambia il mondo, lo rende meno freddo e più giusto", aveva detto nell'Angelus del 17 marzo 2013 e nel suo Messaggio per la Quaresima 2015: "Quanto desidero che i luoghi in cui si manifesta la Chiesa, le nostre parrocchie e le nostre comunità in particolare, diventino delle isole di Misericordia in mezzo al mare dell'indifferenza". Il Giubileo a sorpresa di Francesco: Anno Santo e indulgenza per i fedeli di tutto il mondo Il primo saluto di Francesco: "Fratelli e sorelle, buonasera!" Due anni dopo il Papa com- battente, il soldato di Cristo, è un po' stanco: mentre aumenta il favore del popolo nei suoi con- fronti, si assiste ad un'opposizio- ne interna sempre più dura. Se durante il primo anno ha pensato di convertire con il suo esempio, oggi ha preso atto, che quando si toccano potere e danaro, le cose cambiano. Si spiega così il suo insistere sui mali del clericali- smo e la sua denuncia dei 15 mali della Curia "ultima Corte d'Europa", come l'ha definita. Il terremoto morale ed istituzionale avviato da Papa Francesco, abi- tuato a districarsi tra povertà di ogni tipo e dittature militari, con- tinua ogni giorno per ridefinire e cambiare il volto della Chiesa. Ma forse è stanco se nell'in- tervista alla tv messicana ha detto: "Ho la sensazione che il mio pontificato sarà breve, 4 o 5 anni, non so, due o tre e due sono già passati, è come un vago presentimento". Due anni da Papa: 'Ho la sensazione che il mio pontificato sarà breve' "Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fra- telli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo…ma siamo qui...". Sono passati due anni da quella piovo- sa e fredda sera del 13 marzo 2013 quando Papa Bergoglio si rivolgeva alla folla accorsa in Piazza San Pietro e a tutto il mondo. Iniziava con la richiesta di una preghiera, "pregate perché il S igno re mi benedica", il Pontificato del nuovo Papa, 265° successore di Pietro, all'insegna di reciprocità e compartecipazio- ne, mentre s i piegava in un inchino sulla balaustra davanti alla piazza in silenziosa preghie- ra. "Adesso darò la benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e donne di buona volontà. Grazie tante per l'acco- glienza.. ci vediamo presto" con- gedandosi con un "Buona notte e buon riposo" come se si fosse amici da sempre. Jorge Mario Bergoglio, gesui- ta argentino e arcivescovo di Buenos Aires, era stato eletto Papa al quinto scrutinio, dopo 25 ore e mezza di Conclave. Dalla "fine del mondo" era giunto in Vaticano il Papa dei primati, primo latino-americano, primo gesuita, primo Francesco nella storia della Chiesa. Il nuovo Pontefice osava il nome di San Francesco, che in duemila anni di storia nessun Papa aveva scel- to, forse troppo impegnativo da portare in un'Istituzione criticata dal poverello d'Assisi per lo sfarzo dei cerimoniali e le derive temporali che hanno s pes s o caratterizzato la Curia romana nel corso dei secoli. Francesco d'Assisi fu soprat- tutto il profeta in cui Innocenzo III vide la possibilità di un gran- de movimento di rinnovamento: già nel nome si intravede una sfida, un programma, una ban- diera che può diventare oggi chiave interpretativa per la mis- s ione evangelizzatrice della Chiesa, delle sue relazioni con il mondo e con le altre religioni. U n P apa che emoziona e s muove, un P apa militante, maturato e cres ciuto nell'America latina, che cono- s ce bene le s o fferenze della gente, la povertà delle favelas, il dramma dei bambini abbandona- ti. E poi lo stile: comunicativo, semplice, spontaneo, efficace, maturato sull'insegnamento del Vangelo, fatto di pastoralità, di narrazione come scuola di vita, prossimità e vicinanza nei con- fronti dell'uomo, con una straor- dinaria capacità di arrivare dritto al cuore della gente e una chia- rezza dottrinale che attinge alla sua raffinata cultura di gesuita. Nel suo modo di muoversi e di parlare si riscontra una natura- lezza che, riuscendo a rompere la rigidità dei cerimoniali, lo resti- tuisce alla spontaneità ed al gesto che conquista. Il primo anno di pontificato è stato all'insegna di gesti simboli- ci che hanno conquis tato il mondo ed hanno da subito dato la temperatura del nuovo clima che si respira nella Chiesa. Si discute di Dio, di fede e ragione con una vivacità ed una passio- ne che stupiscono dopo anni di indifferenza. E se Benedetto XVI questa indifferenza aveva denunciato a gran voce, Francesco con il suo fare dolce ed energico nel contempo, ha cambiato il clima e il linguaggio. Fondando il suo lavoro sul s entimento, orbitando nelle dimensioni dell'esperienza quo- tidiana, dà ogni volta vita ad una sorpresa efficace, utile perché fondata sulla realtà, ad un inatte- so che riempie di meraviglia e di stupore. Facendo spesso leva sulle metafore, navigando nel vasto ed efficace mondo delle intuizioni, le parole del Papa, mai convenzionali pur nella loro apparente semplicità, rendono possibile la profondità del "fare anima", intercettando e catturan- do il pens iero e l'emozione soprattutto della gente comune che da questo Papa si sente final- mente rappresentata e compresa. Cosa resta oggi di quello slan- cio iniziale, del soffio di novità apportato per la prima volta e da un altro continente nella storia della Chiesa? La s ua elezione è s ubito apparsa come una nuova era, più in accordo con l'epoca di oggi, con i problemi, le sfide di una società materialista in forte crisi economica e morale. Ma il suo modo di fare, la sua modestia, invece di ingenerare una catena es emplare, non s embra aver toccato più di tanto il cuore degli alti Prelati che non vogliono rinunciare al lusso e al potere. Come tutti sanno, invece di occupare gli appartamenti ponti- fici, Papa Bergoglio se ne sta in un piccolo appartamento a Santa Marta, mangia alla mensa comu- ne, si lava i calzini, la sera stessa della sua elezione ha rifiutato la macchina d'ordinanza per ritor- nare a Santa Marta in minibus assieme agli altri cardinali e il giorno dopo è andato all'hotel dove era alloggiato per pagare personalmente il suo soggiorno durante i giorni del conclave e del pre-Conclave. Non smette ad ogni occasione di denunciare senza appello il potere corruttivo del danaro. Perchè il Cristo della Chiesa in cui crede Papa Bergoglio è quello inchiodato alla tragedia dei poveri del mondo che muoio- no di fame e di sete, ai drammi dell'emigrazione e delle guerre, al Cristo crocifisso dalle piaghe della corruzione, dell'immora- lità, della menzogna. FRANCESCA GRAZIANO Il Papa al momento dell'elezione

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