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GIOVEDÌ 26 MARZO 2015 www.italoamericano.com 15 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Soltanto tagli per gli Italiani all'estero eppure sono i migliori ambasciatori del Belpaese Nel corso degli ultimi due secoli milioni di italiani sono emigrati all'estero. Questa emi- grazione era causata da disastri economici, sociali e guerre che hanno costretto una parte della popolazione a lasciare la Patria per trovare una nuova possibilità per le loro famiglie. Gli emigrati hanno portato onore non solo ai n u o v i P a e s i d i r e s i d e n z a e all'Italia stessa con il loro lavoro e successivamente questi sforzi hanno portato un aumento di collaborazioni, specialmente economiche tra i Paesi. Ma l'Italia non è l'unico Paese che ha visto ondate di emigrati. L'Irlanda, la Grecia, il Regno Unito, la Cina e l'India sono stati fornitori di manodope- ra nei cinque continenti. In questi giorni il governo indiano ha fatto i primi passi verso una collaborazione più stretta tra le comunità indiane sparse per il mondo e il loro Paese d'origine. Come riporta il W a s h i n g t o n P o s t , i l P r i m o Ministro indiano Narendra Modi ha annunciato che il suo governo intende nominare gli espatriati come ambasciatori nel mondo per l'India. Questa è una decisione che l'Italia farebbe bene a tener d'occhio perché il Belpaese ha una base di emigrati piú grande d i q u e l l a i n d i a n a e d u n q u e potrebbe trarre benefici, sia eco- nomici che sociali, ancora piú importanti. In un discorso a New York il Primo Ministro indiano ha dato la prima indicazione del suo pensiero quando disse "Voi (gli espatriati indiani) svolgete un ruolo chiave nel formare un'im- magine positiva dell'India, non solo in America, ma anche in tutto il mondo". Parole colte con enorme piacere dalle comunità indiane come spiega Saureen Shah, una trentenne ingegnere ora residente a San Francisco: "Tanti di noi della diaspora che ci sentivamo come un parte stac- cata ci siamo sentiti uniti di nuovo alla nostra madre indiana quando Narendra Modi ha esteso le sue braccia per abbracciarci come ha fatto a New York". È particolarmente interessan- te che la giornalista del Post che ha scritto la cronaca si chiami Rama Laksmi, di origine indiana ed è la responsabile per la sezio- ne indiana della sezione Post World del giornale. L'articolo parla di una comunità indiana mondiale di oltre 25 milioni, una comunità che il governo indiano ritiene abbia il potenziale per contribuire non solo a migliorare l ' i m m a g i n e d e l P a e s e n e l mondo, ma anche come base per a u m e n t a r e i l c o m m e r c i o t r a l'India e i vari Paesi di residen- za. Per quanto sia importante la cifra indiana, dobbiamo ricor- darci che la cifra di oriundi ita- l i a n i è a n c o r a p i ù g r a n d e . Secondo Mario Giro, sottosegre- tario per gli Affari Esteri, duran- te gli Stati Generali della Lingua Italiana tenutasi a Firenze nel- l'ottobre scorso ha fornito le cifre del Ministero degli Affari Esteri di quasi 90 milioni tra emigrati italiani e i loro discen- d e n t i n e i c i n q u e c o n t i n e n t i . Ovviamente già la base di par- tenza italiana è potenzialmente più grande di quella indiana. Ma cosa fa l'Italia verso le sue comunità all'estero? Purtroppo la risposta è fin troppo semplice, negli ultimi anni questo Paese fa poco e quel poco è in costante diminuizio- ne... Benché ci siano diciotto par- lamentari eletti dagli italiani all'estero nei due rami del parla- mento italiano, i fondi destinati per l'estero sono i primi a essere soggetti a tagli, oppure eliminati. Il motivo è facile da capire, il costo elettorale di queste deci- sioni è poco, visto che non sono sentite solo all'estero. Tagli ai giornali di lingua italiana, per l'insegnamento della lingua ita- liana, per assistenza sociale ai connazionali all'estero, per la promozione della Cultura italia- na, e dunque sempre meno soldi p e r g l i I s t i t u t i d e l l a C u l t u r a Italiana nei Paesi più importanti, non sono ritenuti importanti per il futuro di questo paese. In ogni caso, queste decisioni sono sbagliate. L a d e c i s i o n e d e l g o v e r n o indiano dimostra come Modi abbia riconosciuto il potenziale enorme d'avere comunità india- ne in tutti paesi economici più sviluppati. Un potenziale ignora- to in Italia. Sappiamo già come l'esporta- zione di prodotti agroalimentari italiani all'estero sia nata e con- tinua a crescere come diretta conseguenza di queste comunità. Non solo per soddisfare i bisogni a l i m e n t a r i d e g l i o r i u n d i , m a soprattutto con le modifiche della cucina dei Paesi di residen- GIANNI PEZZANO za in seguito alla nascita e cre- scita dei ristoranti italiani fonda- ti dagli stessi emigrati. Nello spazio di pochi decenni gli emi- grati italiani hanno rivoluzionato le culture culinarie di questi paesi. Ma non dobbiamo pensare che sia una battaglia vinta e dob- La Cultura, in tutte le sue forme, è il mezzo che garanti- rebbe una crescita di turisti in questo Paese. Facile dire che il Belpaese abbia il patrimonio culturale più grande del mondo se poi nessuno viene a vederlo. Se così fosse l'Italia sarebbe la prima meta turistica nel mondo, ma non lo è e allo stato attuale è difficile vedere in che modo le cose cambieranno, almeno a breve termine. Nel tagliare le spese ai gior- n a l i i t a l i a n i n e l m o n d o , n e l tagliare l'insegnamento della lingua italiana si riduce sempre di più il bacino potenziale di turisti di questo Paese. turismo culturale avrebbe anche i mezzi per la manutenzione e, soprattutto, per restaurare capo- l a v o r i c h e n e h a n n o u r g e n t e bisogno, ma dove ora non ci sono i fondi per poterlo fare. C o m e a n c h e u n a u m e n t o d e l turismo creerebbe anche posti di lavoro in tutti i settori dell'eco- nomia italiana a partire dalle industrie alberghiera e di ristora- zione. Il governo indiano riconosce il ruolo vitale dei suoi connazio- nali all'estero per aiutare lo svi- luppo e la crescita del Paese. Speriamo che presto si possa dire la stessa cosa del governo italiano. biamo ora riposare sugli allori. Con l'arrivo dei nuovi immigrati in questi Paesi i locali italiani si trovano in concorrenza sempre più serrata e i responsabili della cucina italiana all'estero, insie- me ai fornitori italiani di prodotti devono collaborare sempre di più per garantire il futuro dei loro prodotti. Sforzi che vengono premiati con vendite e posti di lavoro, sia all'estero che in Italia stessa. Il discorso Cultura, la maiu- scola è intenzionale, è ancora più complicato e, purtroppo, deso- l a n t e . I t a g l i d i f o n d i p e r l a Cultura italiana, a partire dall'in- segnamento della lingua italiana, fanno male all'Italia. Per troppi anni spinti dalla frase infelice di u n t e s o r i e r e c h e d i s s e " D i Cultura non si mangia", i gover- ni italiani hanno ridotto i fondi destinati proprio al mezzo che garantirebbe la maggiore fonte di fondi per l'Italia. Nel continuare a non capire che le comunità italiane all'este- ro sono una risorsa per il Paese, l'Italia continuerà a non realiz- zare il suo potenziale turistico. La Cultura non solo creerebbe posti di lavoro nel campo del turismo, ma con un aumento del Il comitato Dante Alighieri che promuove la cultura italiana dopo la cancellazione dell'IIC di Vancouver Nel tagliare le spese ai giornali italiani nel mondo, nel tagliare l'insegnamento della lingua italiana si riduce sem- pre di più il bacino potenziale di turisti di questo Paese Dopo la chiusura dell'IIC di Vancouver rinasce la Dante Alighieri ANNA MARIA ZAMPIERI PAN La recente sofferta chiusura dell'Istituto Italiano di Cultura a Vancouver, nonostante petizioni e proteste da parte dei numerosissimi amici e simpatizzanti dell'attivissima istituzione, non è servita a disperdere e fiaccare le energie di quanti hanno a cuore una presenza ufficiale della cultura italiana in questa dinamica metropoli dell'ovest canadese. Trentacinque anni fa, quando l'allora attiva Dante Alighieri cessò attività e programmi per passare la mano al nascente Istituto di Cultura, nessuno avreb- be immaginato il capovolgimento cui oggi stiamo assistendo. Non che la Dante Alighieri che sta per rinascere a Vancouver possa forse sostenere la mole di lavoro realizzato in quest'ultimo trenten- nio dal soppresso organismo cul- turale del Ministero Italiano degli Esteri, ma senz'altro si sta ponen- do a promozione e sostegno di tante iniziative volte alla diffusio- ne della lingua e della cultura ita- liana non solo tra gli italofoni ma soprattutto nell'ambito della comunità britishcolumbiana. Il primo nucleo del comitato Dante Alighieri riunitosi nella sede del Consolato Generale d'Italia, alla presenza del Console Generale Fabrizio Inserra e della cultural attachè Alberta Lai, appare intenzionato ad agire in profondità e senza indugio. Merita attenzione ed appoggio.