L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-9-2015

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/492742

Contents of this Issue

Navigation

Page 11 of 25

GIOVEDÌ 9 APRILE 2015 www.italoamericano.org 12 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Quelle pesanti etichette che marchiarono gli italiani arrivati nei Paesi d'adozione Wog, wop, dago, spag, rital, carcamano, greaser ed eyetie non sono parole belle per chi ne è il soggetto. Almeno non come una volta. Sono parole utilizzate per "etichettare" gli italiani e i loro figli. In ordine vengono dall'Australia, dagli Stati Uniti, d a l R e g n o U n i t o , B e l g i o , Brasile, Nuova Zelanda e di nuovo Stati Uniti. Non erano le uniche parole utilizzate per descrivere gli ita- liani e le parole cambiavano secondo le zone e l'epoca del- loro secondo la loro origine. Ma in ogni caso facevano sempre parte della prima fase, e dunque la più difficile, della loro vita nel nuovo Paese. Non era raro che l'uso di que- sti epiteti, soprattutto se accom- pagnati da battute pesanti, pro- vocasse reazioni violente. Ci volle tempo per capire che chi li u t i l i z z a v a s p e s s o s i s e n t i v a minacciato dai nuovi arrivati. Nell'immediato dopoguerra, in paesi come l'Australia e gli Stati Uniti, bisogna ricordare che solo pochi anni prima gli italiani Emma è nata nel 1899 e da a l l o r a h a v i s t o t r e s e c o l i . L ' I ta lo - Am er ica n o è n ato 9 anni dopo di lei perdendo un secolo al suo attivo, ma parte- cipando alla vita di molte più persone. Ha potuto raccontare gli emigrati di tante generazio- ni: i pionieri che arrivarono nella West Coast quando anco- ra le colonie erano i salvagente degli italiani nelle città ameri- cane, i primi ricongiungimenti familiari, le difficoltà di inseri- mento dei figli che crescevano tra i pregiudizi e le tante possi- bilità che dava l'America, i successi delle imprese italo- americane, l'integrazione delle comunità italo-americane nelle società sempre più multietni- che e multiculturali degli Stati Uniti, l'arrivo in tempi recenti dei giovani laureati italiani che lasciano l'Italia frenata dalla recessione per carriere brillanti negli atenei a stelle e strisce. N e l s u o s e c o l o d i v i t a L'Italo-Americano ha seguito da vicino migliaia di famiglie. Tutte le settimane le ha accom- pagnate nella vita quotidiana delle sue society, club e asso- ciation, ha raccontato gli even- ti, le processioni, i banchetti, i party, gli incontri e le feste che hanno non solo tenuto insieme la comunità e l'hanno caratte- rizzata nella sua identità cultu- rale e linguistica, ma hanno evitato di disperdere la ricchez- za che la contraddistingue. Dal 1908 L'Italo-Americano si impegna in questo progetto ma per poter continuare a farlo ha bisogno di essere sostenuto economicamente ed è per que- s t o c h e t o r n a a c h i e d e r e i l vostro contributo e il vostro sostegno. La longevità è la lunga sto- ria che il settimanale ha alle spalle, ma è anche lo sforzo che per decenni tante persone hanno fatto finora per impedire che si disperdesse un simile presidio comunitario. Emma ha visto tre secoli ed è più longeva de L'Italo-Americano Pregiudizi ed epiteti: gli italiani erano vittime di pesanti discriminazioni GIANNI PEZZANO loro compagni di banco ripete- vano quel che i genitori diceva- no in casa. Purtroppo, erano pro- prio queste caratteristiche della loro giovane età che rendevano ancora più crudeli le battute e gli scherzi basati sui pregiudizi di chi utilizzava questi epiteti. Non potevano capire che gli studenti australiani, americani e così via avevano paura di loro e che si sentivano minacciati dal nuovo linguaggio che ora senti- vano parlare in strada. Anche la messa in vendita di nuovi pro- dotti alimentari come broccoli, peperoni, zucchini e carciofi era vista con sospetto dagli abitanti di quei Paesi. Persino i nomi degli immi- grati creavano problemi. Non erano Tom, Dick o Harry (la versione inglese della frase ita- liana Tizio, Caio o Sempronio), ma Giovanni, Rocco, Maddalena e Filomena che non esistevano prima in questi Paesi. La risposta degli autoctoni e r a d i d a r e n o m i n u o v i a g l i immigrati e questo risultò sem- plice. Gerardo diventò Jerry, F i l o m e n a c a m b i ò i n P h i l , Giovanni in John e Giovanna in Joanne. Con il cambio dei nomi i nuovi arrivati cominciarono a integrarsi anche se c'era chi, come l'autore, non accettava queste modifiche. In ogni caso, non c'è dubbio che le differenze tra i gruppi rimanevano e gli scontri a causa di parole offensi- ve non sono mai sparite. Nel tempo l'atteggiamento degli immigrati è cambiato. Con la padronanza delle lingue locali g l i i m m i g r a t i i t a l i a n i h a n n o potuto rispondere con battute e i r o n i e c h e s o n o s e m p r e l a migliore risposta alle offese. P e r ò , i l c a m b i a m e n t o p i ù grande è arrivato dai figli degli immigrati che con la loro matu- rità si sono resi conto che sareb- bero sempre stati diversi dai loro compagni di banco. Infatti con l'inizio dei viaggi nei Paesi d ' o r i g i n e d e i g e n i t o r i h a n n o cominciato a sentire maggiore sicurezza in queste differenze e di seguito sentire un orgoglio sempre più forte delle loro origi- ni. In Australia e in altri Paesi il c a m b i a m e n t o p i ù f o r t e s i è avuto con l'arrivo di una genera- zione di comici d'origine non anglosassone che hanno utiliz- zato le loro differenze dagli australiani come base dei loro sketch. Non prendevano in giro solo la xenofobia di una parte della popolazione, ma hanno avuto successo perché una parte dei loro spettacoli era dedicato alle proprie tradizioni e usanze, ormai svanite, come i controlli rigidi dei genitori sulle ragazze italiane e greche che non aveva- no la stessa libertà di azione delle loro amiche australiane. Prendevano anche di mira gli errori della lingua inglese usata dai genitori e gli equivoci che ne derivavano. Un esempio classico di questo tipo di commedia è il film "Il mio grande, grasso matrimonio greco" che ha avuto un successo mondiale proprio per le genera- zioni di figli di immigrati, non solo greci, ma anche di moltissi- mi emigrati italiani, che si sono riconosciuti nei protagonisti. In Australia questi comici avevano un soggetto particolare che utilizzavano con bravura, l'o- rigine delle prime colonie britan- niche che sono diventate col tempo gli Stati della federazione d ' A u s t r a l i a . I n u n a b a t t u t a memorabile un comico diceva "Inglesi, australiani, neozelan- Nota campagna americana contro gli immigrati italiani l'immigrazione. Basta fare una ricerca su Google per farsi un'i- dea degli epiteti utilizzati. P e r g l i i m m i g r a t i i t a l i a n i erano il timbro dato da chi li considerava di poco conto. Per i figli degli immigrati che voleva- no solo essere trattati come gli altri ragazzi, queste parole erano la prova d'essere diversi. Naturalmente tutti gli immi- grati avevano termini dedicati a erano stati i nemici e dunque persone di cui diffidare. Questi atteggiamenti sono cambiati con il tempo, insieme al lavoro duro degli immigrati che hanno dimostrato d'avere un ruolo importante nello sviluppo del loro nuovo Paese. Nelle scuole la situazione era ancora più delicata perché gli studenti non avevano l'esperien- za e la maturità per capire che i Continua a pagina 13 Continua da pagina 1

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-4-9-2015