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GIOVEDÌ 16 APRILE 2015 www.italoamericano.org 23 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Ferrari e Ducati ci sono: Vettel ancora sul podio in Cina e Rossi continua a stupire A braccetto a 300 chilometri orari. Sebastian Vettel, Valentino Rossi in sella alla Yamaha colpi- scono ancora. Quattro o due ruote che siano, poco conta per- ché, il "Dottore" e la Rossa sem- brano essere tornati quelli di una volta: costantemente competitivi. Questo è quanto emerso nell'ultimo weekend di gare che ha visto il circus della Formula Uno impegnato in Cina sul cir- cuito di Shangai e quello delle ruote derapare sul difficile e "caliente" budello di Austin in Texas. Terzo posto per super Seb (Vettel) alle spalle di due, stavol- ta, imprendibili Mercedes, gradi- no più basso del podio per Rossi alle spalle del campione del mondo Marquez e di un sempre più positivo Andrea Dovizioso su Ducati. Tre indizi che vanno ad aggiungersi ai grandi risultati conseguiti nei precedenti appun- tamenti quando Vettel a Sepang e Valentino Rossi e Dovizioso (con la partecipazione di Iannone) in Qatar avevano fatto sognare mezza Italia con due trionfi d'altri tempi. FERRARI IN CORSA - Dopo la bella e per certi versi inaspet- tata vittoria in Malesia, il popolo in rosso si aspettava un buon risultato anche in Cina. Sul difficile circuito di Shangai però, Vettel e Raikkonen hanno dovuto fare i conti con la voglia di riscatto della Mercedes che sia in prova che in gara, ha saputo creare il vuoto prendendosi i primi due gradini del podio con Hamilton e Rosberg. Immediatamente alle loro spalle, si sono piazzate le due Ferrari con Vettel ancora sul podio (terzo consecutivo) e Raikkonen, velocissimo sul passo gara, quarto. La Formula Uno, come cantava Renzo Arbore, è tutta qui, nel duello tra frecce d'argento e cavallino. "Nel complesso è stata una bella gara, siamo stati più vicini alle Mercedes con le gomme soft, abbiamo cercato di mettere loro pressione. Con le gomme dure loro sono stati più veloci". È stato questo il commento di Sebastian Vettel una volta sceso zio il team, siamo contenti, va tutto alla grande, speriamo di avvicinarci di più alle Mercedes". Soddisfatto della ritrovata competitività della Ferrari anche Kimi Raikkonen: "Sono riuscito a partire bene, nella prima curva ho deciso di andare all'interno, anche se all'esterno si poteva andare più velocemente – ha spiegato il finlandese - ma sono riuscito a superare la Williams in frenata ed è andata bene. In Bahrain podio? Beh oggi ci sono arrivato vicino, poi c'è stato il problema della safety, magari ci avrei potuto provare oggi. Devo fare un weekend migliore e non devo commettere errori in quali- fica". ROSSI C'È - Con il casco di Captain America, Marc Marquez non poteva proprio fallire sul cir- cuito di Austin dopo le difficoltà palesate nel Gp inaugurale in Qatar. E non solo per il casco a tema perché l'iridato della Honda ha conquistato ancora una volta il GP a stelle e strisce, allungan- do il suo filotto vincente sulle piste statunitensi: sei su sei nella top class per il "Marcziano", che ha preceduto Dovizioso e Rossi ancora una volta a podio a con- ferma del loro ottimo momento di forma. Bella ed entusiasmante la lotta tra i due italiani nel finale con Dovizioso, in sella alla Ducati, che è riuscito ad avere la meglio sul Dottore al termine di un duello duro, ma corretto che ha fatto saltare parecchi tifosi sui divani di casa e certamente divertire il pubblico di Austin. "Non sono contento, avrei voluto battere Dovizioso – ha commentato Rossi a caldo - ma avevo troppi problemi e lui era più veloce. Sono contento perché sono il leader della classifica: vuol dire fino a un certo punto, ma ci siamo. Questa era una pista difficile per noi, di solito distrug- gevamo sempre le gomme e già dopo cinque giri hanno iniziato a degradarsi: su altri tracciati potremo essere più efficaci. La battaglia con Dovizioso? Mi hanno detto che ci siamo sfiorati, ma è stata la staccata più bella della mia gara". Selfie sul podio del MotoGp di Austin: Valentino Rossi, Marc Marquez e Andrea Dovizioso Il ciclista siciliano Vincenzo Nibali dal podio del Gp di Cina. "Alla fine abbiamo cercato di mantenere il podio che è un grande risultato per noi, ringra- Il podio del Gp di Cina con Rosberg, Hamilton e il ferrarista Vettel Classiche del Nord, c'era una volta la Grand'Italia del ciclismo scuola per i tanti stranieri che in Italia vivono e si allenano. Quasi una metafora della condizione attuale dell'Italia a livello sociale ed economico, terra di conquista straniera, ma spesso incapace di trovare al proprio interno quelle qualità in grado di spiccare il volo autonomamente. E anche nel ciclismo la vittoria al Tour di Vincenzo Nibali del- l'anno scrso potrebbe diventare un boomerang, la foglia di fico dietro a cui il movimento potrebbe nascondersi per evitare di doversi rinnovare. Un po' come successe nel calcio con la vittoria ai Mondiali 2006, l'ulti- mo colpo di coda di un mondo oramai in piena crisi. NICOLA ALFANO Germania-Italia 2-1, ma il punto tricolore vale meno di quello che si possa pensare. Soprattutto in considerazione della storia del ciclismo. La vittoria del John Degenkolb nella Parigi-Roubaix del 12 aprile, oltre a rappre- sentare una doppietta di straordi- nario valore insieme alla Milano- Sanremo di tre settimane prima, certifica come gli equilibri del panorama a due ruote mondiale, Vincenzo Nibali a parte, graviti- no ormai lontano dall'Italia. La vittoria di Luca Paolini nella Gand Wevelgem rappresenta infatti ormai un'eccezione nelle gare di un giorno, in cui un decennio fa gli atleti azzurri erano quasi imbattibili. Nelle gare del World Tour di pri- mavera degli ultimi quattro anni, su 27 gare fin qui disputate, solo in due occasioni, e cioè Enrico Gasparotto nel 2012 nella Amstel G old Race e proprio P aolini pochi giorni fa, a prevalere è stato un italiano. Molti buoni piazzamenti, ma nes s una vittoria di rilievo e soprattutto nessun asso all'oriz- zonte in grado di impensierire i vari Degenkolb, Sagan, Thomas, e anche Joaquim Rodriguez che sembra destinato a rinverdire i fasti di qualche anno fa. Colpa, si fa per dire, di un movi- mento che alcuni anni fa era leader a livello mondiale e che oggi sembra essere diventato ANDREA TEDESCHI