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GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2015 www.italoamericano.org 30 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Vittorio Emanuele III, ristudiare il 'piccolo re' per capire l'Italia della I e II Guerra Mondiale Vittorio Emanuele III (1869- 1947) è stato il penultimo Re d'Italia. Suo il regno più lungo della storia del nostro Paese: ben 46 anni densi di eventi dramma- tici (due guerre mondiali, l'av- vento del Fascismo e la fine della monarchia). Nonostante risulti un perso- naggio centrale per la storia ita- l i a n a , V i t t o r i o E m a n u e l e I I I resta ancora una figura misterio- sa, poco studiata e spesso misti- ficata. Nell'immaginario collet- tivo, il 'Piccolo Re' è indissolu- b i l m e n t e c o n n e s s o c o n i l Ventennio fascista e la sconfitta nella II Guerra Mondiale. A lui, diffusamente, si rimprovera una colpevole invisibilità soprattutto d o p o l a s a l i t a a l p o t e r e d i Mussolini. Uno sguardo più completo s u l l a b i o g r a f i a d i V i t t o r i o Emanuele III, però, impone da subito un'analisi più accorta. Vittorio Emanuele sale al trono nel 1900, dopo l'assassinio del padre, Umberto I. È un Re 'per forza': molto basso di statu- ra, schivo, preciso al limite della pignoleria, freddo e rigoroso, avrebbe volentieri lasciato l'in- combenza della corona a qual- cun altro. Sarà un Re costituzionale: il suo legame con lo Statuto sarà indissolubile. Anche nelle ore più calde del suo regno, cercherà di figurare come 'arbitro' della contesa politica, persino quando - come durante il Fascismo - questo diverrà pressoché impos- sibile. A t t o r e v e r o , p e r q u a n t o distaccato, della politica interna- zionale, piloterà l'Italia lontano d a g l i I m p e r i c e n t r a l i e , n o n senza alcuni azzardi politici e diplomatici, ne favorirà l'ingres- so nella I Guerra Mondiale. Durante il conflitto, sarà per davvero un Re soldato. Non solo una volta rispettoso dei ruoli) correttivi allo Stato Maggiore. Il Re sarà determinante nella C o n f e r e n z a d i P e s c h i e r a ( 8 novembre 1917), quando, all'in- domani di Caporetto, riuscirà a garantire all'Italia il prosegui- mento del sostegno alleato. Dopo la 'vittoria mutilata' sancita dalle Paci di Versailles, a s s i s t e r à a l l ' a s c e s a d e l F a s c i s m o . I l m o v i m e n t o d i Mussolini, sottovalutato quando n o n f a v o r i t o d a i v e r t i c i d e l Paese, si proporrà al Re come vitale alternativa al disfacimento della classe politica liberale. Nelle drammatiche ore della Marcia su Roma, il Re rifiuterà di firmare lo stato d'assedio di Roma: solo e mal consigliato, vedeva come un incubo l'ipotesi concreta della guerra civile. Mussolini sarà, per un Re schivo, il Primo Ministro ideale: sempre in grado (e desideroso) di 'coprire' la responsabilità della Corona. Il rapporto tra Sovrano e Duce sarà tutt'altro che lineare e pacifico: nonostan- te una stima personale del Re p e r M u s s o l i n i , i l F a s c i s m o annullò presto l'ordinamento c o s t i t u z i o n a l e e i l M o n a r c a cominciò - con i suoi modi silen- ziosi e rigorosi - a contrastare tutte le decisioni del Regime che andavano in quella direzione. Vittorio Emanuele III, per quanto in posizione di debolez- za, rappresentò il riferimento istituzionale per chi si voleva opporre al Duce. Certo, si mosse con lentezza e con l'assurda pre- t e s a d i p o t e r ' d i m e t t e r e ' Mussolini sfruttando l'iter parla- mentare, ma fu lui, dopo il tra- collo militare della II Guerra M o n d i a l e ( c o n f l i t t o c h e n o n aveva voluto e a cui aveva tiepi- damente 'partecipato'), ad avere ancora la legittimità per 'licen- ziare' il Dittatore, formando un nuovo Governo. Anche la tanto discussa 'fuga da Roma' può essere vista come una mossa ponderata: il Re non voleva diventare un fantoccio in mano ai Nazisti, per far sì che gli Alleati avessero un legittimo interlocutore italiano con cui trattare. Abdicò tardi e controvoglia, condannando definitivamente la Monarchia italiana. Morì in esi- l i o a d A l e s s a n d r i a d ' E g i t t o , dove giace ancora oggi. MILITALIA- Nello spazio fieristico di Novegro (Milano, a d u e p a s s i d a l l ' a e r o p o r t o d i Linate), si è tenuta la prima edi- zione di Militalia (il secondo appuntamento è previsto a fine ottobre). Nata nel 1986, la fiera Militalia è forse la principale o c c a s i o n e d i r i t r o v o p e r g l i appassionati di militaria italiani. Nel vasto contesto del parco di Novegro si sono alternate una parte commerciale e una storico- culturale. La componente merceologica fa la gioia di appassionati e col- l e z i o n i s t i . G r a n d e s p a z i o è anche stato riservato al softair. Per quanto riguarda le sezioni culturali, da un lato c'erano gli spazi e i momenti dedicati alle Forze Armate, dall'altro quelli riservati alle associazioni e ai gruppi di rievocazione. La fiera è stata molto anima- ta: ricostruzione di battaglie, mezzi militari in movimento, presentazione di pubblicazioni e 'tavole rotonde' di approfondi- mento storico. Proprio quest'ul- t i m o a s p e t t o s t a d i v e n t a n d o parte preponderante dell'offerta di Militalia: ad ogni edizione, l'organizzazione cerca di pro- porre ai visitatori incontri di stu- dio sui capitoli della storia mili- tare italiana. Quest'anno, in occasione del centenario dell'ingresso italiano nella Grande Guerra, l'attenzio- ne è stata posta sulla controversa e p o c o c o n o s c i u t a f i g u r a d i Vittorio Emanuele III, il Re d'Italia durante entrambi i con- flitti mondiali. VITTORIO EMANUELE III PROTAGONISTA - Principale relatore delle tavole rotonde pro- p o s t e d a l l a 5 7 ª e d i z i o n e d i Militalia, il Professor Michele D'Elia, Direttore della rivista di cultura politica 'Nuove Sintesi' e C u l t o r e d e l l a m a t e r i a i n Relazioni internazionali, con il P r o f e s s o r M a s s i m o D e L e o n a r d i s d e l l ' U n i v e r s i t à Cattolica di Milano. "Il mio obiettivo - ha spiegato D'Elia - è quello di contrastare la dolorosa menzogna che sottova- luta e svilisce l'apporto italiano alla Prima Guerra Mondiale, liquidando i soldati come incapa- ci e vigliacchi, gli ufficiali come incompetenti e il Re come assen- te". Un esempio su tutti è il 'mito all'incontrario' che la storiogra- fia ufficiale ha confezionato su Caporetto: "Fu una ritirata ben studiata e non una rotta: Cadorna fu sorpreso dall'offensiva austro- tedesca, nonostante i consigli di Vittorio Emanuele III, ma pre- parò un valido piano di ripiega- mento. I memoriali tedeschi, in questo senso, sono chiarissimi: parlano di 47 giorni per coprire 130 Km, a causa della strenua resistenza italiana" ha spiegato D'Elia. Anche la figura del Re subi- sce un trattamento analogo a quello che la grande storiografia r i s e r v a a l l e F o r z e A r m a t e : "Vittorio Emanuele III viene presentato poco incisivo, quasi in balia degli eventi, ma si tratta di una falsità. Con il suo solito modo di fare, schivo e formal- mente impeccabile, il sovrano indirizzò decisamente il cambio di alleanze: non poteva sopporta- re i Tedeschi, ma soprattutto sognava di completare l'unità d'Italia a scapito dell'Austria. Con i suoi silenzi e le implici- te direttive - secondo D'Elia - Vittorio Emanuele III indirizzò la diplomazia italiana, rendendo chiaro al proprio Governo che le alleanze dovevano ribaltarsi e che la guerra andava fatta. Il Re STEFANO CARNEVALI Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro di Savoia. Il re nacque a Napoli l'11 novembre 1869 e morì ad Alessandria d'Egitto il 28 dicembre 1947 Manifesto propagandistico che ritrae re Vittorio Emanuele con Benito Mussolini (Ph. courtesy Antonio Pagano) Continua a pagina 31 Il re con il Maresciallo Badoglio p e r p a s s i o n e e f o r m a z i o n e : Vittorio Emanuele sarà spesso al fronte, senza particolari precau- zioni, per sostenere le truppe e, soprattutto, consigliare (ancora