L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-11-2015

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GIOVEDÌ 11 GIIUGNO 2015 www.italoamericano.org 46 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Il Milan è stato forse il club p i ù c o n o s c i u t o d e l m o n d o durante gli anni '90: i ripetuti trionfi internazionali, realizzati attraverso la rivoluzione tattica ideata da Arrigo Sacchi e 'gio- cata' da calciatori di talento e personalità, avevano imposto i rossoneri nel cuore degli appas- sionati di ogni continente. Certo, si parla di oltre 25 anni fa: un'epoca tutt'altro che semplice dal punto di vista della comunicazione e del marketing globale. Comprensibile, quindi, la mancata fidelizzazione dei tifosi stranieri. Recentemente, soprattutto dopo il disimpegno (principalmente economico) dei Berlusconi, il club rossonero si è molto ridimensionato, però il 'simbolo Milan' è rimasto nel- l'immaginario collettivo come u n a u t e n t i c o e m b l e m a d e l l a creatività e dell'imprenditoria sportiva italiana. Con il Milan bisognoso di liquidità e di capitali freschi, è stato molto sorprendente consta- tare come i grandi investitori extra-europei abbiano ignorato il Svolta storica del Milan: al thailandese Taechaubol il 48% delle quote societarie (provando ad acquistare la tota- lità del club per un miliardo di euro), riuscendo ad ottenere il 48% delle quote del club per circa 500 milioni. Il progetto è ambizioso e lun- gimirante: il Milan rimarrà nelle m a n i d i A d r i a n o G a l l i a n i e Barbara Berlusconi (se i due riu- sciranno a collaborare, potrebbe essere un positivo segnale di continuità), sotto la supervisione degli uomini di Taechaubol. L'obiettivo è quello di ritor- nare nei 'Grandi 8' d'Europa, per restarci in pianta stabile e potersi così immettere nel mer- cato azionistico (pare) di Hong Kong. Questo potrebbe essere un ulteriore passo nella direzione di u n ' u s c i t a d e f i n i t i v a d i Berlusconi dal mondo rossonero, ma è presto per dirlo. Dal punto di vista sportivo, nella prossima s t a g i o n e i l M i l a n , s a n a t o i l bilancio, avrà 100 milioni di euro per costruire la propria rosa. Sarà così possibile operare una rivoluzione che consentirà di mettere nella mani di Sinisa Mihajlovic (mancherebbe solo il placet di Taechaubol) una squa- dra quanto meno competitiva. Se poi andasse definitivamente in porto il progetto per la realiz- zazione del nuovo stadio in zona Portello, si potrebbe essere di fronte a una seconda resurrezio- ne dei rossoneri, dopo quella operata da Berlusconi a fine anni '80. Anche se, presumibil- mente, il ruolo dell'ex premier, questa volta, risulterebbe molto più marginale. STEFANO CARNEVALI club milanese, preferendo rile- vare società dal blasone e dal- l'appeal molto inferiori. È probabile che in questo - oltre alla burocrazia e all'eleva- ta pressione fiscale italiana - a b b i a m o l t o i n c i s o p r o p r i o Silvio Berlusconi. L'ex Primo Ministro ha sempre avuto un legame molto particolare con il Milan: lo ha ricreato a fine anni ' 8 0 e l o p o r t a t o i n c i m a a l mondo. In cambio il 'Cavaliere' ha avuto un ritorno di immagine elevatissimo. Berlusconi non poteva permettersi di 'perdere' la propria creatura, ma nemme- no di distruggerla privandola degli investimenti necessari. A più riprese si è parlato di tensioni in seno alla famiglia proprietaria del Milan, con i figli dell'ex premier sempre meno convinti di dover spende- re nel mondo del calcio. Negli ultimi anni, poi, molti nomi di super-ricchi orientali sono stati accostati al Milan, per poi esse- re smentiti dai comunicati uffi- ciali provenienti da Arcore. La svolta, però, è arrivata proprio in questi mesi. Dopo la peggior stagione sportiva del Milan targato Berlusconi e con l'approssimarsi di una chiusura di bilancio in forte passivo, l'in- gresso di un ricco investitore straniero è risultato inevitabile. Bee Taechaubol, ricchissimo investitore thailandese, ha a lungo corteggiato Berlusconi Silvio Berlusconi ha ceduto il 48% del Milan dopo mesi di trattative Alla fine non ce l'ha fatta: la Juventus non ha completato il suo Triplete. Dopo la conquista dello Scudetto e della Coppa Italia, i bianconeri non sono riu- sciti a fare loro la Champions L e a g u e : t r o p p o f o r t e i l Barcellona di Messi, Neymar e S u a r e z c h e , n e l l a f i n a l e d i Berlino, si è imposto per 3-1. DIVARIO AMPIO - Non si può negare che il divario tra la Juventus, nettamente la squadra più forte d'Italia, e il Barcellona sia ampio. Gli uomini di Allegri sono arrivati in finale dopo un percorso molto diverso rispetto a quello completato dai catalani: il girone è stato superato a fatica e, Sfuma il tris europeo ma la Juventus esce a testa alta dalla Champions League n i e n t e m e n o c h e M a n c h e s t e r C i t y , P a r i s S a i n t G e r m a i n e Bayern Monaco. Praticamente il Gota del calcio mondiale. FINALE PERICOLOSA - Il p r o n o s t i c o p e r l a f i n a l e d i Berlino, a rigor di logica, non poteva che essere a favore del Barcellona, però il calcio ha spesso dimostrato, soprattutto nelle partite 'secche, la propria imprevedibilità. Quello che sem- brava fondamentale, al cospetto di un attacco mostruoso come quello schierato dagli spagnoli, era evitare di prendere gol in avvio, cercando di contenere le folate azulgrana il più a lungo possibile, per poi colpire quando se ne fosse presentata l'occasio- ne. S O F F E R E N Z A E O R G O - GLIO - Questo progetto, però, è fallito dopo soli 4 minuti, quando Rakitic ha portato in vantaggio il Barcellona. Poteva essere l'inizio di una tragedia, invece la Juve ha saputo dimostrare di che pasta fosse fatta. I bianconeri hanno tenuto testa allo squadrone di Messi e, attorno alla metà del secondo tempo (dopo aver pareg- giato con Morata) hanno messo in apprensione la corazzata cata- lana. Addirittura, ci fosse stata una maggiore 'cattiveria' dei talenti offensivi di Allegri, la partita avrebbe potuto svoltare. A TESTA ALTA, VERSO IL FUTURO - Come è possibile tutto ciò? Come, nonostante un tasso tecnico nettamente inferio- r e a q u e l l o d e l B a r ç a e u n a 'vocazione europea' non proprio marcata, la Juve ha potuto tenere il campo con grande dignità? Nove anni fa la Juventus finì in Serie B (a seguito di Calciopoli): momento più nero nella storia d e l c l u b . M a d a l ì p a r t ì u n a riscossa che, non senza diffi- coltà, ha riportato i bianconeri a dominare il calcio italiano per quattro anni consecutivi. Dirigenti di spessore e cari- sma, osservatori dalle grandi intuizioni, vertici societari solidi e dalle idee chiare, investimenti corposi ma oculati, grande disci- plina e rigore: così la Juve è tor- nata grande, tracciando la via anche per una potenziale riscossa di tutta la Serie A. L a J u v e n t u s e s c e dall'Olympiastadion ancora più forte: ha messo in cassa oltre 300 milioni, ha visto i propri giocato- ri migliori acquisire una dimen- sione europea e, soprattutto, ha riconquistato una credibilità con- tinentale che ormai nessuno, in Serie A, sembra possedere. STEFANO CARNEVALI nella fase a eliminazione diretta, i s o r t e g g i s o n o s e m p r e s t a t i molto favorevoli (anche la semi- finale, contro il Real Madrid, ha messo la Juve di fronte all'av- versario meno performante tra quelli possibili). Gli uomini di Luis Enrique, invece, hanno trionfato in un girone eliminatorio tutt'altro che semplice e poi hanno liquidato La Champions League è andata al Barcellona nella finale di Berlino. La Juve è stata sconfitta 3-1 Il magnate thailandese Bee Taechaubol

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