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GIOVEDÌ 25 GIUGNO 2015 www.italoamericano.org 23 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | AstroSamantha torna a casa ma con la nostalgia dell'assenza di gravità C'è qualcosa nell'aria che si a s p e t t a s u l l a s t e p p a d e l Kazakistan, che rende palpabile l'ansia, l'attesa. Tutti i riflettori, malgrado il sole pomeridiano, sono accesi e puntati a far luce su un cono annerito dall'impatto con l'atmosfera che si avvicina sempre di più. Poi un puntino nero compare fra le nuvole del cielo che non è più solo kazako, per tutte le ban- diere che coinvolge, per tutti gli occhi che lo inseguono centime- tro dopo centimetro sui monitor. Poi si vedono i due paracaduti della navicella Soyuz che flut- tuano e accompagnano a casa i tre astronauti della Missione 42/43, più familiarmente cono- sciuta come "Futura". Finalmente scendono a terra, sì a Terra, i tre componenti della missione: l'italiana Samantha Cristoforetti, il russo Anton Shkaplerov e il comandante del- l'equipaggio, lo statunitense Terry Virtis. Sono attesi con la Samantha Cristoforetti, astronauta italiana dell'Esa, pochi minuti dopo essere atterrata al termine dei sette mesi tra- scorsi nello Spazio a bordo della Stazione Spaziale Internazionale pregio, oltre ad una elevata pre- stazione tecnica e scientifica, e per di più dal volto femminile in un mondo professionale ancora Nelle foto che ha pubblicato sul suo profilo Facebook, "Astrosamantha"ha raccontato la felicità del rientro sulla Terra stessa trepidazione di quando nella notte di martedì 23 novem- bre 2014, da Bajkonur, sono par- titi alla volta dello Spazio. Ad attenderli oltre ai tecnici e al personale per l'assistenza degli astronauti, c'è anche tanta gente, che non è lì nella steppa kazaka vicino al punto dell'im- patto, sia chiaro, ma è nelle piazze di fronte ai tanti maxi- schermi installati per l'occasio- ne, di fronte al televisore dei bar di Malè, in Trentino, dove la Cristoforetti è nata, nelle tante sedi dell'Aeronautica militare, nelle case di tutti noi, diventati, inevitabilmente, come sempre accade nelle grandi occasioni, degli esperti di astronautica e di voli spaziali. Vogliamo in qual- che modo essere protagonisti di un evento che riempie di orgo- glio nazionale e internazionale. Perché diciamolo chiaramen- te, senza nulla togliere ai russi o agli americani, l'orgoglio di avere una rappresentanza italia- na in una missione di così alto troppo maschilista, ecco que- s t ' o r g o g l i o c ' è t u t t o , i n u n a dimensione universale come quella della conquista spaziale. L'Italia, nonostante la crisi, nonostante l'impietosa disoccu- pazione giovanile, nonostante i tanti problemi e ritardi che la affliggono, continua ad avere un ruolo di primo piano nelle mis- sioni spaziali. La missione "Futura" si è conclusa in questo inizio di giu- gno a poco più di 500 chilometri a s u d d e l l a c a p i t a l e k a z a k a Astana, in prossimità della città di Dzhezkagan, dopo un percoso di 135 milioni di chilometri, effettuati in 3200 orbite intorno alla Terra in 7 mesi, vista la pro- roga di un mese decisa in corso d'opera. Tutto questo basta per sentir- si sufficientemente appagati? A ben guardare si dovrebbe dire di no perchè il viaggio nello spazio è stato solo una parte, pur se fondamentale, di Futura. Una volta tornati a Terra, per gli LEONARDO MARANO L'astronauta italiana detiene ora il record nazionale di permanenza nello Spazio (199 giorni e 7 ore) dove ha preso parte a 200 esperimenti, di cui in parte è stata una cavia astronauti e i loro team, è inizia- to l'altro lato della Missione "Futura", quello più silenzioso dell'elaborazione dei dati raccol- ti, dello studio delle risultanze dei tanti esperimenti condotti a bordo della Stazione spaziale internazionale, delle verifiche sui corpi degli astronauti. Il ripristino delle attività fisi- che e fisiologiche in condizione normale, nonché la constatazio- ne e la valutazione del proprio peso e della stabilità gravitazio- nale, sono i primi esami a cui si devono sottoporre gli astronau- ti. Altra componente importante e delicata che interviene in que- sta fase di ambientamento, è la comunicazione, il saper trasmet- tere, nell'obiettività dei termini le proprie impressioni, eviden- ziando ai non addetti ai lavori, l'importanza della missione e del modo in cui si è svolta, raccon- tando le condizioni di sopravvi- venza. Un modo, volendo, sofi- sticato, ma soprattutto concreto, di come ci si deve arrangiare a sopravvivere non solo in assenza di gravità, ma in assenza di tante comodità alle quali oggi ci si rie- sce a sottrarre difficilmente. L'esempio di professionalità e qualità umane di Samantha Cristoforetti, che ci ha accompa- gnato in questi sette mesi, diven- tando una figura familiare, che ha stimolato le giovani genera- zioni, anche in una forma "spa- ziale" o "fantascientifica", allo spirito del sacrificio e dell' impe- gno, ha fatto da sottofondo alla c u l t u r a g e n e r a l i s t a . H a f a t t o capire che per raggiungere i pro- pri sogni, "niente è dovuto", neanche la forza di gravità, che da noi sulla Terra ci accompagna quotidianamente. "Il fluttuare, la sensazione di volare in libertà, di leggerezza mi mancherà infinitamente di più". Queste sono le parole, dal sapore già fortemente nostalgico, che nella sua prima video confe- r e n z a d a l P i a n e t a T e r r a , Samantha Cristoforetti ha pro- nunciato dalla sede della Nasa di Houston, dove è arrivata dopo l'atterraggio. "Quest'idea di essere senza peso - racconta ancora la prima italiana in orbita - ti entra dentro e non se ne va proprio: ieri dove- vo restituire un telefonino a un medico che si trovava dalla parte opposta della stanza e per un sof- fio non l'ho fatto fracassare sul pavimento: d'istinto stavo per lasciarlo galleggiare a mezz'aria per poi dargli una piccola spinta. È così - come se fosse una magia - che ci si passa gli oggetti sulla s t a z i o n e s p a z i a l e , m a a h i n o i sulla Terra non funziona". Ora la magnifica avventura della Missione "Futura" continua a Houston e chi si fosse illuso che il sogno di Samantha fosse terminato sul verde tappeto della steppa del kazaka, si è enorme- mente sbagliato. Il sogno conti- nua, e con esso l'orgoglio italia- no di un primato quale quello della maggiore permanenza ita- liana nella stazione spaziale, un p r i m a t o d e l q u a l e l a s t e s s a Cristoforetti non sembra farne un punto di vanto. "Il record? È una conseguenza della missione e del prolungamenento imprevisto c h e , l o a m m e t t o , n o n m i è dispiaciuto perché quando si stava avvicinando la data previ- sta per il rientro non mi sentivo ancora pronta a staccarmi da quel mondo speciale e magnifico che è l'Iss". Lei ci tiene soprattutto a tra- s m e t t e r e l a b e l l e z z a d e l s u o sogno realizzato. Lo ha trasmesso nelle scuole, così come nei rigorosi ambienti scientifici. Si è lasciata apprez- zare dallo scienziato, dal medico, dal ricercatore, così come dalle scolaresche, dalle casalinghe. "Non posso che continuare a fare quello che ho sempre fatto e con il massimo impegno. Certo che sento il dovere di non tradire alcuna aspettativa, noi astronauti - ha spiegato l'astronauta - siamo formati per essere al servizio della comunità, non solo quella scientifica. Poi, se anche solo cinque bambini o bambine deci- deranno di tentare di fare quello che è riuscito a me ne sarò assai fiera". Ha fatto sognare tutti, facendo rimanere tutti, nello stesso tempo con i piedi per terra.