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GIOVEDÌ 9 LUGLIO 2015 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Dalla California anni '60 alla Napoli anni '80: 'Qualcuno volò sul nido del cuculo' Il cast di "Qualcuno volò sul nido del cuculo" andato in scena a Napoli in prima nazionale Il nostro viaggio con la bel- l i s s i m a r a p p r e s e n t a z i o n e d i "Qualcuno volò sul nido del cuculo" parte da Napoli presso l'ottocentesco teatro Bellini. In scena, in prima nazionale, ha registrato uno straordinario suc- cesso. Per la regia di Alessandro ad aprirsi al mondo. De Giovanni riesce a sfatare lo stereotipo del cattivo, tout c o u r t : " l ' a v a n z o d i g a l e r a Danise" rivela alla fine una persona profondamente gene- rosa e dalla parte dei più debo- li. Daniele Russo che lo inter- preta cosa pensa del suo perso- naggio? Lo stimo molto. È un perso- naggio molto pulito alla fine. Ho avuto difficoltà a metterlo in scena perché è completamente distante da me ma mi piace esse- re fuori parte e trovare punti in comune col ruolo da interpretare e lavorare per arrivare al perso- naggio. In questo caso Dario Danise ha qualcosa di vagamen- te mio. Non mi farei lobotomiz- zare, non arriverei a pagare con la vita per qualcosa, non credo di averla questa grandezza d'ani- mo, però il sentire sulla propria pelle le ingiustizie, il soverchia- re la dignità umana è sicuramen- te una cosa che mi è molto vici- na. Danise è napoletano come me, certo non ho il suo back- ground, non vengo da un orfano- trofio, non rubo e non ho vissuto nel carcere. Però capisco che se fossi cresciuto diversamente, probabilmente sarei potuto esse- re più vicino al personaggio di quanto non lo sia per casualità. Suor Lucia, personifica l'ot- tusagliene di certe regole e diventa il principale nemico. Purtroppo l'ignoranza regna sovrana. La "pazzia" è una cosa da tenere a bada, da reprimere. Ad alcuni mancano proprio le basi per capire il disagio menta- le. Pensano di risolvere "il pro- blema" mettendo in campo rego- le stupide che non funzionano. Ma proprio le regole ottuse sono il problema. Quale altro personaggio ti ha colpito di più? Il gigante mi colpisce sem- pre, ogni volta mi emoziona. È scritto benissimo come tutti i p e r s o n a g g i , M a u r i z i o d e G i o v a n n i h a f a t t o u n l a v o r o meraviglioso, la storia è straor- dinaria. Il gigante ha una carica emotiva ed empatica incredibile. Mi colpisce qualsiasi cosa dica e faccia. Ai "pazzarielli" voglio bene davvero. In scena si crea un legame incredibile, forte, tra tutti noi. Una valida alternativa agli o s p e d a l i p s i c h i a t r i c i q u a l e potrebbe essere? Non sono un legislatore, ma i casi ci sono e ci vuole sicura- mente una maggiore attenzione alle persone e alla dignità umana e, come diceva Basaglia, biso- gna far attenzione al singolo caso umano e non generalizzare c o n p e n e n o n p o n d e r a t e . A Napoli c'era l'Opga Materdei che su 1500 pazienti metteva a disposizione solo quattro psi- chiatri, un numero ridicolo! Questo porta poi alla pre- senza delle tante "secondine" a l l a S u o r L u c i a a t t e n t e a l rispetto della "regola" più che della persona? Esatto, attente a eseguire il loro lavoro, con poca elasticità. EMILIA FERRARA società? C r e d o c h e l a s o c i e t à c h e v u o l e d i r s i c i v i l e n o n p o s s a disinteressarsi dell'assistenza al disagio mentale, che così spesso produce danni sociali gravissimi. I centri intesi come ghetti non hanno senso, ma non ha nemme- no senso abbandonare le persone vittime di questo disagio e dele- gare alle famiglie (quando ci sono) l'onere di fronteggiare adeguatamente il problema delle cure e dell'assistenza. Un gioco di ricatti e senti- menti, acuisce la perversione? Come contro il gigante buono Ramon, chiuso in se stesso per difendersi, o in Fulvio balbu- ziente si evidenzia il fallimento di alcune terapie. Straordinari i passaggi dove i malati tenta- no di bypassare i soprusi e in qualche modo si prendono le loro soddisfazioni. Danise ha rivoluzionato le coscienze? Una storia di passioni e senti- menti è sempre universale, ma mantiene una presenza all'inter- no del confine in cui si verifica. Si tratta di una storia di persone, i cui contrasti e gli avvicinamen- ti sono validi tra loro e non lo sarebbero fuori da quel contesto. Se poi da questa storia si traggo- no conclusioni e partecipazioni personali, allora il lavoro avrà colpita di più o che le è rima- sto particolarmente caro? Il viaggio di Ramon attraver- so se stesso, il riavvicinamento al mondo che lo circonda e la sua esplosione affettiva mi sono s t a t i p a r t i c o l a r m e n t e v i c i n i durante la scrittura. È un perso- n a g g i o c h e m i c o m m u o v e profondamente. Lo spettacolo è un inno alla libertà sempre e comunque? Ogni tempo ha avuto la pro- pria necessità di libertà e di affermazione delle diversità. Il nostro non fa eccezione. Il nostro viaggio per L'Italo- Americano con "Qualcuno volò sul nido del cuculo" prosegue. Ecco cosa ci ha raccontato l'attore protagonista Daniele R u s s o c h e i n t e r p r e t a D a r i o D a n i s e o v v e r o R a n d l e McMurphy, nella versione ame- r i c a n a d e l r o m a n z o d i K e n Kesey. Dario Danise è un nuovo paziente, un delinquente che si finge matto per sfuggire alla galera e che sconvolgerà la rou- tine del manicomio. Non sop- porta i soprusi e le leggi ottuse d i S u o r L u c i a ( i n f e r m i e r a Ratched) che ripete spesso ai pazienti: "Nel vostro passato avete fatto qualcosa contro le regole". Motivo per cui vanno puniti e umiliati senza rispetto della dignità umana. Danise riu- scirà a riportare i "picchiatelli" a prendere coscienza di sè, dando filo da torcere a Suor Lucia, che non ammette trasgressioni delle regole. Dario parlerà apertamen- te ai pazienti dicendo: "Volevo d i r e … I o , i n q u e s t e o r e c h e abbiamo passato insieme, devo dire che non mi sembrate pazzi. Certo, ognuno ha le sue manie, M a n f r e d i d i p i n g e n e l l ' a r i a , Adriano parla con se stesso, ma chi non ne ha, di manie? Per strada è pieno, sapete, di gente sbroccata. Voi non siete pazzi, siete… siete angosciati. Ecco, angosciati!" Ma pagherà con la sua vita. Dario riuscirà a farà un percorso di recupero anche col gigante Ramon (Capo Bromden) che ha paura della sua stessa ombra e si finge per questo sor- domuto. Ramon riconquisterà il coraggio ad affrontare la vita e Lo scrittore e sceneggiatore Maurizio de Giovanni con l'attore e regista Alessandro Gassman Gassmann e con il riadattamento teatrale curato da Maurizio de Giovanni, ambienta la vicenda nell'ospedale psichiatrico di Aversa. Un perfetto connubio tra testo e regia, teatro e cinema, con emozionanti immagini tridi- mensionali che impreziosiscono lo spettacolo. De Giovanni grazie alla sua raffinata scrittura, dai tratti ben definiti e da attento scrutatore dell'animo umano, ha saputo riportare i personaggi, dalla lon- tana California degli anni '60, alla realtà campana degli anni '80. Come ha scritto Annamaria Torroncelli: "La potenza della sua penna teatrale era già in principio. De Giovanni trasfor- ma i suoi lettori, grazie alla potenza immaginativa della sua scrittura, in sceneggiatori incon- sapevoli delle sue storie. Da questa straordinaria capacità di creare tensione emotiva alla tra- s f o r m a z i o n e d e l r a c c o n t o i n drama, inteso come testo lettera- rio destinato alla rappresentazio- ne sulla scena, il passo è brevis- simo e naturale. La scrittura tea- t r a l e s e m b r a s c a t u r i r e d a l l a penna di de Giovanni con la stessa naturalezza che apprez- ziamo nelle sue opere di narrati- va più note, le storie del com- missario Ricciardi, tanto che rimane difficile definirlo roman- ziere piuttosto che autore di tea- tro". Tanti sono i tratti evidenti d e l l a f i r m a d i d e G i o v a n n i , come la passione calcistica e l'introduzione di Titty Love che abbiamo conosciuto nel "il resto della settimana", ultimo roman- zo dello scrittore sul calcio. Una mescolanza interessante delle sue invenzioni letterarie, che dà un valore aggiunto. Il nostro viaggio teatrale per i lettori de L'Italo-Americano ini- zia con l'intervista a Maurizio de Giovanni per proseguire poi con Daniele Russo. Straordinario Dario Danise (Murphy) che si ribella trasci- nando gli altri reclusi, scrol- lando il loro torpore, spingen- doli ad affrontare la vita al di fuori delle mura. È d'accordo con la chiusura dei centri psi- chiatrici e come andrebbero integrati questi pazienti nella avuto un senso. È il compito del teatro e più in generale della scrittura: raccontare storie che vengano masticate, ingerite e metabolizzate dallo spettatore e dal lettore. Ha integrato e riadattato un testo per nulla semplice, di una realtà americana degli a n n i ' 6 0 , t r a s f e r e n d o l a i n Campania vent'anni dopo. Un raffinatissimo lavoro sartoria- le, come lo ha definito il regi- sta, curando molto le scene e i personaggi. Credo che l'importante sia la storia e quello che vuole raccon- tare. Io l'ho solo un po' rimo- dernata, rendendola più facil- mente comprensibile per uno spettatore dei nostri tempi e dei nostri luoghi. Mi sono divertito e mi sono commosso, spero che possa accadere lo stesso a chi assisterà allo spettacolo. C'è un personaggio che l'ha